
Il Parco Regionale dell’Appia Antica, un polmone verde ed archeologico dove la storia si fonde con la natura e viceversa, definito un vero e proprio museo a cielo aperto, vasto ben 4.580 ettari, è caratterizzato da diversi settori: la Via Appia Antica, la Valle della Caffarella, l’area archeologica della Via Latina e degli Acquedotti, la Tenuta di Tormarancia e quella di Farnesiana, le aree del Divino Amore, Falcognana e Mugilla.
Il Parco è enorme, tanto da rientrare in ben tre comuni: quello di Roma, Ciampino e Marino. E facilmente raggiungibile sia con mezzi pubblici (bus e metro) che con mezzi privati (in questo caso con delle limitazioni in alcune aree). Una volta raggiunta il luogo d’interesse, è d’obbligo muoversi a piedi o in bicicletta al fine di rispettare quest’area protetta. Una rete fatta di Centri Informativi e punti di noleggio biciclette consentono di pianificare la giornata all’interno del Parco, fornendo mappe e mezzi per vivere una indimenticabile esperienza in uno dei Parchi più belli d’Italia.
Dal 2024 vari tratti della via Appia Antica sono Patrimonio dell’umanità (UNESCO). I confini sono: a nord con le Mura aureliane, ad ovest con la via Ardeatina e la linea ferroviaria Roma-Cassino-Napoli, ad est con i quartieri Appio-Latino e Appio Claudio e la via Appia Nuova, mentre a sud il Parco arriva ai moderni centri abitati di Frattocchie e Santa Maria delle Mole.

La storia ci insegna che l’esigenza di creare un enorme parco archeologico emerge per la prima volta durante il periodo napoleonico. Subito dopo è Papa Pio IX ad attuare i primi interventi di sistemazione archeologica dell‘Appia Antica, affidati a Luigi Canina. Quindi con l’Unità d’Italia, Rodolfo Lanciani, Guido Baccelli e Ruggero Bonghi lanciano alcuni progetti di recupero dell’area. Nel 1931 il Piano regolatore prevede l’Appia Antica come un “grande parco” circondato da una “zona di rispetto”.
Purtroppo già nel secondo dopoguerra la zona corre il rischio di essere cementificata, a causa sia dei progetti di costruzione di complessi abitativi e sportivi a poca distanza dai monumenti, sia dell’azione continua dell’abusivismo edilizio per ristrutturare casali preesistenti e insediare attività produttive. Alla fine degli anni cinquanta Antonio Cederna e Italia Nostra iniziano una lunga battaglia per la salvaguardia dell’Appia Antica, finché nel 1988 la Regione approva l’istituzione del Parco Regionale.
La realizzazione del Grande raccordo anulare ha poi tagliato in due la strada all’altezza del settimo miglio fino alla realizzazione dell’attuale galleria in occasione del Giubileo del 2000. Nel 2002 il Parco è stato ampliato con l’acquisizione definitiva della tenuta di Tor Marancia, e nel 2018 con le nuove aree a sud di Cornacchiole, Fiorano, Divino Amore, Falcognana e Mugilla.
Va detto però che tale Parco è rimasto al 95% di proprietà privata: il 40% appartiene a soggetti e istituzioni che avevano molte proprietà in zona, il 25% a società, il 20% a piccoli proprietari, il 10% a enti religiosi. L’area pubblica comprende un 2% di demanio comunale, un altro 2% di demanio storico-artistico, e anche l’1% di demanio militare. Purtroppo in diversi accessi non vi sono cartelli che vietano il passaggio di auto e moto sulla Regina Viarum.

Iniziando dalla parte più interna della capitale sono tante le aree di grandissimo interesse: la Chiesa di San Nereo e Achilleo e quella di San Cesareo, il Colombario di Pomponio, il Sepolcro degli Scipioni, la porta di San Sebastiano con il Museo delle Mura, il Sepolcro di Geta, la Cartiera Latina, la Tomba di Priscilla, la Chiesa Domine Quo Vadis, le Catacombe San Callisto, la Basilica e la Catacomba di San Sebastiano, il Circo e la Villa di Massenzio, la Tomba di Cecilia Metella ed il Castello dei Caetani e la Chiesa di San Nicola.
Numerosissimi gli ingressi per accedere al parco. Volendone raggiungere a piedi uno di essi, consigliamo di arrivare a Porta San Sebastiano. Se invece si proviene da fuori Roma consigliamo di percorrere la via Appia Nuova fino all’ingresso dell’aeroporto di Ciampino dove sulla destra, uscendo dalla città, si incontra via di Fioranello, accesso con facilità di parcheggio. Numerosissimi i luoghi e le trattorie tipiche per mangiare piatti romani, anche a prezzi molto contenuti.

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