Äblyazov, oggi al Senato mozione di sfiducia contro Alfano. Pd voterà contro

Shalabayeva«Non voteremo la sfiducia al ministro Alfano. Il governo vada avanti ma via nebbie sul caso kazako», queste le parole pronunciate dal segretario Epifani al termine dell’Assemblea del gruppo del Partito Democratico al Senato.  

Ottanta voti a favore della proposta del segretario del partito, sette astenuti. Tra questi i senatori vicini al sindaco di Firenze. Secondo Matteo Renzi, intervistato ieri sera da Mentana su La7, «Se Alfano sapeva ha mentito e questo è un piccolo problema, se non sapeva è quasi peggio».

Dunque le mozioni di Sel e del M5S di sfiducia individuale nei confronti del vice presidente del Consiglio, nonché responsabile del Ministero dell’Interno, rafforzano la spaccatura interna al Partito Democratico.

La vicenda che ha coinvolto la moglie e la figlia del dissidente kazako Muxtar Qabılulı Äblyazov, rischia di far cadere il Governo Letta e di far precipitare nel baratro l’Italia, già in piena crisi economica. E proprio ieri a questo proposito il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha messo in guardia quanti con il proprio comportamento rischiano di far fallire la missione dell’esecutivo: «Non avventurarsi a staccare spine» e poi, continua il Capo dello Stato «Ingiurie razziste indecenti» –ma- «Se cade il governo contraccolpi irrecuperabili per Paese».

Dunque, secondo Napolitano, l’espulsione della Shalabayeva e della figlia pur essendo un fatto grave non devono compromettere in nessun modo la stabilità del Governo.

L’esecutivo nato grazie all’accordo Pd, Pdl e Scelta Civica ha avuto così la blindatura dalla più alta carica dello Stato e questa, con il supporto già pre-annunciato dalla Lega, garantisce il Governo dal voto di oggi a Palazzo Madama.

Anche perché, con tutto il rispetto della signora Kazaka e della figlia, non si può per ogni episodio che accade in Italia, pur considerando la gravità del caso specifico, mettere a rischio un governo nato soltanto per tirar fuori il Paese dalla melma, per non dire altro, nella quale ancora ci troviamo.

di Enzo Di Stasio 

foto: giornalettismo.com

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