
Spagnola, classe 1992, all’anagrafe Rosalìa Vila Tobella, Rosalìa è una delle artiste pop più interessanti e di grande impatto degli ultimi anni. Ha esordito nel 2017 con l’album “Los angeles”, che ha avuto successo in patria. Successivamente ha pubblicato l’ottimo “El Mal Querer”, in cui fonde flamenco con sonorità del contemporary R&B, urban ed elettro-pop, per poi pubblicare “Motomami”, più influenzato dal reggaeton.
Il 7 Novembre è uscito “Lux” e con questo lavoro la cantante spagnola punta ancora in alto pubblicando un disco dal sound sofisticato, fondendo musica popolare spagnola con musica classica, opera, arie sacre ed elettronica. La lingua prevalente è sempre lo spagnolo, ma in questa pubblicazione sono presenti inserti in vari idiomi tra cui portoghese, inglese, ucraino, mandarino, giapponese, latino, ebraico, tedesco e anche italiano e dialetto siciliano. Anticipato dal singolo “Berghain”, in collaborazione con la grande Bjork e Yves Tumor, “Lux” miscela sapientemente sacro e profano portandoci in un’altra dimensione spazio-temporale attraverso un’accurata analisi delle varie sfaccettature dell’animo femminile, con i suoi pregi, i suoi vizi e virtù, vista sia come figura divina ma allo stesso tempo terrena. Tutto questo viene anche realizzato attraverso intricate trame sonore orchestrali, avvalendosi della London Symphony Orchestra diretta dal direttore Daniel Bjarnason.
Il disco è formato da una scaletta di 18 brani (nelle versioni fisiche) suddivisa in quattro movimenti e per capire le ambizioni di questo lavoro basta immergersi nell’ascolto dell’intensa “Reliquia”, che si avvale dell’apporto di Guy Manuel De Homem-Christo, direttamente dai Daft Punk, oppure da uno dei pezzi più sorprendenti del disco, quello cantato in italiano, “Mio Cristo Piange Diamanti”, un brano che ci riporta musicalmente alle grandi arie sacre italiane antiche, con un testo che fonde fragilità e allo stesso tempo speranza, cultura alta e cultura popolare. Ottimo anche il singolo trainante “Barghain”, in cui troviamo Bjork, grande istituzione del pop sperimentale, e anche Yves Tumor, per un brano dall’incisivo mood orchestrale in cui la lingua spagnola incontra inglese e tedesco. Imperdibili anche “De Madrugà”, “Dios Es Un Stalker” e “Focu Ranni”, anche questa tra atmosfere colte e popolari e con un efficace inserto in dialetto siciliano. In “Novia Robot” viene denunciata la mercificazione del corpo femminile attraverso la fusione di spagnolo, mandarino ed ebraico, ma non possono passare inosservati brani come “La Rumba Del Perdon”, con le partecipazioni di Estrella Morente (figlia del noto cantante flamenco Enrique) e Silvia Pérez Cruz, e “Memoria”, in cui grazie alla presenza della cantante portoghese Carminho, la musica popolare spagnola incontra le atmosfere malinconiche e nostalgiche del fado portoghese.
In una scena pop moderna, spesso dettata dai click, dallo streaming e dagli algoritmi, “Lux” di Rosalìa si pone come un disco che invita il fruitore all’ascolto paziente, lontano dal mordi e fuggi quotidiano, attraverso una musica che è un ponte tra antichità e modernità, ma senza risultare artefatta. Rosalìa si fa anche apprezzare in quanto è un’artista che ha portato la lingua e il pop ispanici anche al di fuori della natia Spagna, oltre che per la sua versatilità nella contaminazione del flamenco con vari stili come R&B, elettronica, hip-hop, reggaeton, ma anche atmosfere liriche, classiche, barocche, come appunto abbiamo potuto notare in questa sua nuova pubblicazione.
L’utilizzo delle varie lingue non si dimostra un esercizio stilistico fine a sé stesso, ma sottolinea l’universalità del linguaggio musicale, adatto a delineare il ritratto della figura femminile attraverso le varie sfumature dell’animo, dalla rabbia, alla malinconia, alla disperazione, alla speranza e anche fondendo spiritualità e passione carnale. “Lux” è un lavoro che necessita ascolti supplementari per essere metabolizzato completamente, ma alla fine la pazienza dell’ascoltatore viene lautamente ricompensata con un’opera di spessore, capace di scuotere chi ne fruisce e di invitarlo all’attenzione e alla sensibilità artistico-musicale, a non essere troppo accondiscendente verso proposte mediocri che spesso dominano il mercato discografico.
Il disco si ritaglia il suo posto tra gli album migliori di questo 2025 e conferma ancora una volta la capacità di Rosalìa di saper comporre e scomporre vari stili musicali, rimanendo sempre inconfondibile nel suo suono ma capace di spingerlo oltre, osando soluzioni armoniche stupefacenti e donando al pop moderno dignità oltre che un’ accezione più nobile.
Font foto: profilo ufficiale Facebook dell’artista
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