“…La cosa migliore sarebbe non combattere affatto!” (Yip Man Shifu del Wing Chun)
Sono molte le leggende che narrano di come il Wing Chun, un’antica arte marziale cinese, sia nata, si sia evoluta e diffusa nel corso dei secoli. In alcune di queste leggende si racconta di come le forme di combattimento di questo stile abbiano preso vita dal processo di osservazione e di imitazione di certe specie animali in lotta. In altre, invece, di come alcuni monaci Shaolin, sopravvissuti alla distruzione dei propri templi, tra il 1600 e il 1700, insegnarono i segreti di un’antica arte marziale ad una giovane donna dal nome Wing Chun, che significa “Eterna Primavera”, da cui poi prese il nome questo stile di lotta. Sebbene comprenda forse fino a dieci forme (cinque o sei le più accreditate, tra cui quella de “l’uomo di legno”) e solidi principi di forza e combattimento, la peculiarità di quest’arte è il continuo cambiamento: chi si appresta a studiare il Wing Chun si accorgerà che c’è sempre modo di migliorare. Oggi le forme del Wing Chun sono note soprattutto grazie agli insegnamenti del maestro (Shifu) Yip Man del Foshan che durante il secolo scorso istruì molti e bravi allievi tra cui la superstar Bruce Lee. Dal 2008 sono stati dedicati almeno tre film di produzione cinese a Yip Man, Shifu del Wing Chun: ne consigliamo la visione agli appassionati di arti marziali e a coloro che vorrebbero vedere un film di arti marziali senza effetti speciali.
Giuseppe Chianese
Foto: mardb.com
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