L’invasione delle caramelle

Gli occhi di tutti sono stati puntati sulla UK e sulla scarsità di carburante accusata dal weekend passato. 

La situazione non è, in realtà, drammatica e le lunghissime file ai distributori sono state il frutto di una cattiva comunicazione. Ricordate cos’era successo per la carta igienica? Lo scorso anno, durante il lockdown, si era sparsa la voce che ci sarebbe stata penuria dei preziosi rotoli bianchi e la gente era corsa a farne scorta, determinandone una effettiva carenza. 

Per il carburante il meccanismo è stato lo stesso, solo che la causa della corsa al rifornimento non è stata una voce ma la comunicazione di un dato numerico.

Attualmente in UK servirebbero circa 100 mila camionisti in più per il trasporto di prodotti e il governo sta lavorando al il rilascio di 5 mila permessi. Raccontata in questi termini, l’opera governativa non è parsa rassicurante e gli automobilisti si sono messi in fila per fare il pieno e riempire taniche su taniche. Ed ecco che il picco della domanda ha svuotato circa il 25% delle stazioni di benzina ed ha determinato un aumento del prezzo.

Ma il panico sta diminuendo e la situazione sta tornando alla normalità quasi ovunque.

La carenza di HGV drivers, Heavy Goods Vehicle, conducenti di mezzi pesanti che trasportano prodotti… chiamiamoli camionisti che si fa prima, è un problema che riguarda un po’ tutta Europa: il Covid ha interrotto i viaggi e nel tempo in cui il mondo ha ripreso a muoversi, molti camionisti hanno cambiato lavoro. 

La flotta di autisti sopravvissuta è, adesso, meno attratta dai viaggi in UK: la Brexit ha portato sia un peggioramento fiscale che un netto deprezzamento della sterlina rispetto all’euro. Aggiungi le file in frontiera, destinate ad aumentare perché da gennaio saranno introdotti nuovi controlli post Brexit, ed ecco che trasportare beni in UK non è più allettante: i camionisti sono spesso pagati a chilometraggio e le ore che trascorrerebbero in coda alla frontiera britannica sarebbero letteralmente tempo perso.

Quindi il rischio di avere scarsità di rifornimenti c’è: terminata la fase di grande emergenza pandemica, i problemi del post Brexit stanno diventando tangibili ed i britannici stanno toccando con mano il costo delle loro scelte.

“È solo una fase di transizione”, dicono i più convinti indipendentisti e sarà pure  così ma, a guardarsi intorno, non sembra affatto un buon momento. 

A meno che non si sia amanti delle caramelle. Perché? Perché a fronte della carenza di carburante e dei ritardi nelle consegne di diversi prodotti, le caramelle stanno colonizzando Londra: Oxford Street, per dire, una delle grande vie delle shopping, non ospita più Gap, Topshop, Disney o Debenhams, che hanno chiuso i loro locali dopo la pandemia, ma nove (NOVE!) negozi che vendono caramelle.

Candy Shop, Sweet & Souvenir, Kingdom of Sweet, American Candy Shop,  Candy Land, Candylicious, Worldwide Candy, Candy Surprise, cambiano i nomi ma i prodotti all’interno sono i medesimi: caramelle e dolciumi.

E sì, Brexit ha aperto al paese nuovi orizzonti: il futuro, qui, sono le caramelle. Vendute a prezzi astronomici: per una confezione di Kit-Kat, ad esempio, si spende 1 pound al supermercato e tra le 7 e le 14.99 sterline ad Oxford Street. 

“Lo sai che costano molto meno nei supermercati?” ho chiesto ai commessi. 

Hanno risposto: “costano uguali ovunque”, “nei supermercati non ci sono”, “non lo so”, “queste sono diverse: sono americane”. E certo! Le note Haribo tedesche ma americane; la famosa Nestlè della Svizzera americana. 

Il commesso più saggio mi ha detto “ma qui sei ad Oxford Street!”. In effetti, vuoi mettere la soddisfazione di fare shopping di caramelle e Kit-Kat ad Oxford Street? Mai, prima di Brexit, avremmo potuto acquistare un prodotto così nella via più commerciale di Londra. Adesso c’è l’imbarazzo della scelta. 

I separatisti britannici ne saranno oltremodo fieri: in fatto di caramelle, Oxford Street non è più seconda ad alcuna fiera di paese.

Speriamo che ai britannici le caramelle piacciano tantissimo: andando avanti di questo passo, rischiano di essere uno dei pochi prodotti che troveranno e che potranno regalare a Natale. 

Foto di Дарья Яковлева da Pixabay

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