‘Volare con la fantasia’, il libro di Federica Carbonin presentato al Teatro Patologico di Roma

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Volare con la fantasia. È questo il titolo dell’opera di Federica Carbonin che il modesto cronista ha avuto l’onore di presentare sabato scorso al Teatro Patologico di Via Cassia 472, a Roma. Si tratta di una raccolta di cinque racconti ‘fantasy’. Protagonisti: cani alati, elfi e scienziati pazzi che rappresentano metaforicamente i “diversi”, sotto ogni punto di vista.

All’età di cinque anni Federica fu colpita da un tumore benigno al cervelletto che le ha lesionato il nervo ottico, rendendola ipovedente. Le è rimasto solo il piccolo residuo visivo di un ventesimo al centro dell’occhio sinistro. Nel 1997, dopo una ricaduta, si è sottoposta negli Stati Uniti alla particolare terapia ai Raggi gamma “Knife”. Ciò le ha consentito non solo di sopravvivere, ma anche di superare psicologicamente la sua condizione svantaggiata.

L’autrice di ‘Volare con la fantasia’

L’autrice infatti, nonostante la sua giovane età ha svolto e svolge una serie notevole di attività. Dagli 8 ai 19 anni ha praticato l’equitazione conquistando i titoli di campionessa paraolimpica regionale e nazionale nel dressage e nel volteggio. Ha poi praticato judo, baseball per non vedenti, arrampicata sportiva e ora si dedica al nuoto. Ha ottenuto la laurea triennale in lettere moderne all’Università Tor Vergata e quella magistrale in giornalismo e sistemi editoriali.

Ora, oltre alla scrittura, collabora come speaker in una web radio impegnata sul sociale (www.radio32.net). Il libro – come detto – è stato presentato nella più che idonea sede del Teatro Patologico. La struttura venne fondata nel 1992. Sin da allora è diretta da Dario D’Ambrosi. La sua mission è quella di curare con la recitazione i ragazzi con gravi problemi psichici.

Le attività del Teatro Patologico

Al teatro, infatti, si affianca la Scuola Europea di Formazione Teatrale. Ciò permette di incanalare la malattia in un percorso recitativo. È stato così possibile esprimere un nuovo modo di fare teatro. Al tempo stesso aiutare tante famiglie coinvolte con malati di mente. La programmazione teatrale propone inoltre eventi dove l’elemento sociale è predominante.

Ma torniamo al libro di Carbonin. I personaggi fantastici in esso descritti, come detto, rappresentato metaforicamente i “diversi”. L’autrice ha scelto queste metafore per indicare che la “diversità” è in realtà una condizione comune. Anzi, va custodita come un gioiello prezioso e manifestata agli altri senza alcuna remora. Carbonin è infatti convinta che tutti abbiano da guadagnare arricchendosi delle diversità degli altri. Non bisogna averne paura ma accettarle senza timore.

‘Una principessa diversa’ in ‘Volare con la fantasia’

Tra i racconti dell’opera, ‘Una principessa diversa’ è il racconto preferito dell’autrice. Narra le vicende di una principessa che non vuole sottostare alle ferree regole del luogo in cui vive. In particolare, non accetta quelle che gli altri hanno stabilito per lei. Tra le righe si legge una rivendicazione femminista, tenuto conto del sesso della protagonista.

La storia affronta anche il tema dei diritti delle persone LGBTQ+. Anche costoro, secondo l’autrice, sono compresi nel grande quadro delle “diversità”. Come tale vanno anch’essi accettati senza timore. Tanto che, nella presentazione, l’autrice ha auspicato che tale racconto venga letto nelle scuole dell’infanzia. Affinché i bambini, già da piccoli, crescano senza orientamenti discriminanti.

Foto di Oberholster Venita da Pixabay

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