Verso l’abolizione delle province (più o meno)

province_italianeSabato sera di fuoco alla Camera: in un clima di bagarre e caos fra i banchi, è stata approvato il disegno di legge  del Ministro per gli Affari regionali Delrio su “città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni”. È un passo in avanti verso l’abolizione delle province, ente territoriale italiano al momento non poco bistrattato.  

Nel particolare, il ddl prevede la trasformazione dei consigli provinciali in assemblee (non elette in modo diretto) dei sindaci, l’istituzione di nove città metropolitane, la disciplina sulla fusione dei comuni e il blocco delle elezioni provinciali per i consigli che scadranno nella primavera del 2014.

Il provvedimento si somma al decreto legge “Salva-Italia” del governo Monti che aveva introdotto nel maggio 2012 il commissariamento per quelle province il cui presidente si fosse dimesso. Così, la prima commissariata era stata Genova, poi Ancona e tante altre.

Dopo le numerose e sfiancanti ore di discussione parlamentare e l’approvazione finale, il Ministro Delrio ha espresso la proprio soddisfazione su Facebook: ”Dopo tanti anni di attesa, un passo avanti enorme per semplificare i livelli amministrativi del Paese ed essere più vicini a cittadini e imprese”.

Non sono dello stesso avviso gli esponenti di Forza Italia, M5S, Lega Nord e Sel: i primi tre hanno abbandonato l’aula prima della votazione e infatti i “sì” sufficienti per l’approvazione sono stati 277; Sel, invece ha votato contro. Secondo Renato Brunetta (Fi) “siamo di fronte ad una vera e propria legge truffa”. Il M5S, in un comunicato collettivo, ha spiegato che il ddl crea solo “confusione istituzionale”.

La linea del Governo Letta sembra essere chiara riguardo alla fine delle province, come promesso all’inizio dell’incarico di governo. Tuttavia, il ddl si avvicina solo a timidi passi verso l’obiettivo. L’abolizione delle province deve necessariamente passare per una revisione costituzionale: l’articolo 114 della Costituzione è chiaro: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato.

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione”. Il passaggio attraverso una legge ordinaria – e non già attraverso una legge costituzionale – che crea numerose situazioni inedite è un aggirare la questione in modo trasversale. Il che potrebbe anche generare un ricorso di legittimità costituzionale da sottoporre alla Corte costituzionale.

Nei prossimi giorni il ddl passerà al Senato. In previsione di ciò, il centrista Pierferdinando Casini  ha già espresso la sua contrarietà: ”Questo provvedimento sulle province è veramente un gran pasticcio perché da un lato non le abolisce realmente creando nuovi enti intermedi, dall’altro moltiplica le aree metropolitane foriere di nuova confusione istituzionale”.

di Francesco Galli

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