(AGI) – Roma – La vite e’ piu’ forte del clima impazzito. Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annate – spiega Giuseppe Martelli, direttore Generale di Assoenologi – “la vite manifesta la sua capacita’ di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticita’ che hanno invece compromesso l’esito di altre culture.
Prova ne e’ l’andamento di questa vendemmia che, seppure abbia alle spalle un annata caratterizzata da sbalzi di temperatura e livelli di piovosita’ elevati, si sta orientando verso un risultato che, se il mese di settembre decorrera’ nel migliore dei modi, non esclude la possibilita’ di firmare un grande millesimo”. Nonostante i risultati produttivi il mercato interno fa registrare una riduzione di circa il 70% rispetto agli anni Settanta. Fortunatamente nei primi cinque mesi del 2010 le nostre esportazioni sono tornate a volare. La quantita’. Nel 2010 – prosegue Martelli – si produrranno 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente un quantitativo uguale a quello del 2009 (45.422.000), a fronte della media quinquennale (2005/2009) di 46.885.000 di ettolitri e a quella decennale (2000/2009) di 48.263.000 di ettolitri. L’Italia risulta divisa in tre parti. Il Nord manifesta incrementi di produzione abbastanza omogenei che vanno da +5 a +10%. Gli incrementi maggiori sono registrati in Piemonte e in Lombardia. Le regioni centrali (Emilia Romagna e Toscana) e le due grandi Isole hanno un abbattimento che va da -5 a -20%, mentre quelle meridionali un incremento del 5% con punte del 10% in Puglia. Il Veneto (8.585.000 ettolitri) si conferma, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana piu’ produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono 26.650.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. La qualita’. La qualita’ – aggiunge il direttore di Assoenologi – e’ alquanto eterogenea, a macchia di leopardo, nel senso che in una stessa regione il buono si scontra con l’eccellente e l’ottimo con il mediocre. Complessivamente e’ buona con diverse punte di ottimo, ma poche di eccellente. Una situazione che potra’ comunque essere confermata solo a meta’ ottobre, visto che oggi e’ stato raccolto meno del 10% del prodotto. Le premesse per firmare un ottimo millesimo, nonostante le bizzarrie del tempo ci sono ancora tutte. Sara’ l’andamento climatico del mese di settembre a decidere il livello qualitativo della produzione. Le vendite all’estero nel 2009, rispetto al 2008, – afferma Martelli – hanno fatto registrare un incremento del 6,2% nella quantita’ ma un decremento del 6,1% negli introiti. Un segnale contrastante che ha messo in luce la forte tensione che caratterizza i mercati internazionali, dove la diminuzione dei prezzi all’ingrosso e’ stata evidente, tanto da far ritornare il prezzo medio al litro indietro di sei anni con un decremento, rispetto all’anno precedente, di ben l’11,6%. I primi cinque mesi (gennaio/maggio) del 2010 fanno registrare un incremento delle nostre vendite all’estero del 5% in volume e del 7,8% in valore rispetto allo stesso periodo dello scorso, il che significa che i vini italiani , sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare. Nonostante cio’ in questi giorni il mercato delle uve all’ingrosso e’ stanco e in molte zone praticamente inesistente, cosi’ come quello all’ingrosso dei vini. I primi contatti mirano a mantenere i bassi prezzi del 2009 che erano scivolati dioltre il 30% rispetto al 2008.
Fonte: www.agi.it
Scrivi