Steve Jobs lascia la guida della sua creatura con un annuncio diffuso nel tardo pomeriggio di ieri. Ha informato il Consiglio di Amministrazione e i suoi dipendenti di non essere più in grado di prendersi cura della sua “Apple”. Con un messaggio breve ma intenso ha scritto «che se fosse mai venuto il giorno in cui non avrei più potuto ricoprire il mio ruolo e soddisfare le aspettative come CEO Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Purtroppo, quel giorno è arrivato» Ha chiesto di rimanere in carica come Presidente e proposto per la sua sostituzione a Capo Esecutivo il vice Tim Cook, e il Consiglio di Amministrazione non ha tradito le sue aspettative accogliendo le sue richieste. Jobs combatte con un cancro dal 2004 che sembrava aver superato con il trapianto del fegato avvenuto un paio d’anni orsono. Dal mese di gennaio la sua assenza da Cupertino non lasciava dubbi sul suo stato di salute, ma le dimissioni sono state comunque una grande sorpresa. A questo punto l’interrogativo di tutti è “come reagirà la più grande azienda di informatica del modo senza il suo guru? Di certo, il suo ingegno non potrà essere sostituito con facilità. La rivoluzione tecnologica che Steve ha saputo diffondere nell’ultimo ventennio ha stravolto il mondo dell’IT e riempito di moneta sonante le casse della sua azienda. “Ipod” e “ITunes” hanno segnato l’inizio di una nuova era nel mondo della musica e della sua commercializzazione. Nel “Worldwide Developers Conference” del 6 giugno scorso, il successo planetario dei brani musicali venduti attraverso iTunes ha raggiunto quota 15 miliardi. L’avvento dell’iPhone, ha introdotto un nuovo modo di concepire la connettività e a questo, tutti gli altri si sono dovuti adeguare. Un turbine di idee che hanno fatto da traino a tutti prodotti sfornati da Apple: iMac, MacBook, iPad. Personalmente, ritengo che Apple sia ormai una struttura fortemente consolidata nello scenario del mondo informatico, difficilmente potrà avere una involuzione tecnologica ed economica, ma del “visionario dell’informazione digitale” ne avvertirà l’assenza. Il suo carisma mancherà a tutti, mac-users e non.
Massimo Ticchio
foto: dailyblog24.com
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