Sicurezza teorica e insicurezza reale

sicurezza La scorsa settimana si è tenuta a Monaco di Baviera la Conferenza sulla Sicurezza mondiale, di cui ha scritto diffusamente in un altro articolo di questo giornale il collega Pasquale Episcopo.

In Germania i rappresentanti degli Stati partecipanti hanno affrontato in linee generali il problema dell’insicurezza planetaria. Iniziativa ammirevole che è portata avanti, da diversi decenni, anche da presidenti e capi di governo. Crediamo però che tra i discorsi teorici delle centinaia di delegati partecipanti e i fatti affrontati quotidianamente dai cittadini comuni le differenze siano sostanziali, per un motivo molto semplice: i primi studiano e analizzano la questione sicurezza dall’alto dei loro ruoli, protetti e tutelati all’interno dei propri Stati, i secondi, invece, vivono nella strada e sulla propria pelle le vicende reali, senza alcuna protezione.

La vita vera, quella vissuta dal cittadino comune ogni giorno in molte città italiane, ci rivela sempre più frequentemente situazioni di violenza, sia verso i nostri connazionali sia a danno di stranieri residenti nel nostro Paese. Purtroppo la sensazione comune è che la mancanza di legalità che si percepisce girando per le nostre strade ci stia portando, lentamente ma inesorabilmente, verso una guerra tra poveri, dovuta proprio all’assenza di diritti basilari, primo fra tutti la sicurezza percepita.

Chiunque può constatare che tra gli avvenimenti della vita quotidiana spesso ci si trova di fronte a situazioni di degrado e d’inciviltà persistente. Persone insoddisfatte per l’insufficienza dei servizi fondamentali, necessari in una società multirazziale: dalla sicurezza ai trasporti, dalla pulizia delle strade all’anarchia che vi regna, dagli abusi alle prepotenze perpetrate da alcuni, fino alla percezione d’impotenza delle forze dell’ordine che non riescono più ad assicurare al cittadino i diritti primari indispensabili. Servizi e diritti che dovrebbero essere garantiti dallo Stato che invece scarseggiano o sono addirittura inesistenti. Ciò porta inevitabilmente a un malessere generale che genera malcontento e violenza.

Pensiamo, per esempio, che un lavoro e una casa dignitosi siano un diritto per ciascun individuo, così come una sanità snella ed efficace ma anche la sicurezza avvertita e reale dei cittadini. Che trasporti efficienti e la pulizia delle strade non debbano essere considerati servizi straordinari ma l’essenza naturale di una società civile.

Ma perché soprattutto nelle grandi città italiane siamo giunti a queste situazioni d’inciviltà e insicurezza?

Alcuni, più estremisti, sostengono che ciò sia dovuto all’ininterrotto flusso d’immigrati che, ormai con cadenza quotidiana, arriva nel nostro Paese, portando maleducazione, arroganza e prepotenza. Altri, più moderati, credono invece che l’inciviltà sociale sia dovuta soprattutto alla mancanza di valori riconosciuti che, in una società iper tecnologica, basata sulla comunicazione virtuale, sembrano essere qualità superate.

Noi crediamo che alla base fondamentale della convivenza, in un piccolo nucleo così come o in una grande società, debbano prevalere l’educazione e la tolleranza verso il prossimo ma soprattutto il rispetto delle regole comuni. Ciò significa che il trasgressore deve essere punito, con pene adeguate al caso ma certe. Basta sconti, premi e riduzioni, chi sbaglia deve pagare.

La sicurezza si stabilisce con il rispetto delle regole da parte di tutti, non solo dei più educati.

di Enzo Di Stasio

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