
Gli scarafaggi sono esseri senzienti: si puliscono in continuazione, hanno personalità uniche, cercano di evitare il rapporto con gli esseri umani, sono molto intelligenti, lavorano come una mente alveare, con una regina che agisce come il nesso sinaptico dell’alveare.
Fregati dall’intelligenza
La pagina degli esperimenti possibili di Backyard Brains, un misto di elettronica, fisica, neuroscienze, biologia e anatomia, proprio in virtù della loro intelligenza, ha avviato il progetto Roboroach (Robo-scarafaggio) sulla piattaforma per progetti creativi Kickstarter, che permette a chiunque sia dotato di abilità di chirurgiche ed uno stomaco di ferro, di creare uno scarafaggio cyborg.
Il kit del folle esperimento
Con 100 dollari si può comprare il kit, che comprende un “casco”, lo “zainetto”, gli elettrodi e una batteria.
Gli acquirenti dovranno procurarsi uno scarafaggio da laboratorio e dispositivo Bluetooth.
Le torture
Prima di passare alle raccapriccianti procedure chirurgiche, l’animale viene anestetizzato mediante immersione in un contenitore di acqua ghiacciata.
Il kit prevede anche un filo che viene impiantato lungo le antenne per stimolare artificialmente il nervo, dato che le antenne servono a capire quali ostacoli aggirare e dove procacciare il cibo.
I comandi vengono poi inviati via Bluetooth alla povera bestiola così da indicare la direzione da seguire.
Istruzioni per l’uso
Il video che spiega le istruzioni è aberrante. Dopo aver anestetizzato l’animale si istruisce a usare la carta vetrata per eliminare ogni esoscheletro ceroso protettivo da ogni scarafaggio vivo.
Poi si aggiunge supercolla ed elettrodi all’animale indifeso e si infila il triotto con un ago per inserire un elettrodo nel torace.
Infine, il video istruisce gli spettatori a tagliare un’antenna e inserire un altro elettrodo.
Il risultato è uno scarafaggio mutilato, trattato come uno schiavo e telecomandato attraverso uno smartphone.
I Backyard Brains sezionando scarafaggi, sono riusciti a produrre estensioni hardware per Arduino capaci di rilevare l’attività muscolare e neurologica insita nelle cellule di diverse parti del corpo.
L’esperimento ricorda il film RoboCop (1987) di Paul Verhoeven che divulgava al grande pubblico il concetto – allora fantascientifico – di “cyborg” cioè la fusione fra un organismo biologico ed elementi artificiali.
Il fine?
Backyard Brains ha cercato di difendere il discutibile progetto, avvertendo che non si tratta di un gioco, ma di uno strumento per imparare il controllo neurale.
Il fine? La domanda resta aperta.
Una cosa è certa: questi “esperimenti” insegnano la pericolosa lezione che gli animali che non sono morbidi e affettuosi non meritano compassione ed i diritti degli animali evidentemente non sono un problema percepito dai ricercatori: la pratica ricorda infatti più la vivisezione che non la robotica.
Tutto il resto è discutibile.
foto: dday.it
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
Scrivi