Scajola accusato di omissione per l’omicidio del sindacalista Marco Biagi

marco-biagiAncora guai per l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, travolto dall’improvvisa valanga di accuse. L’ultima riguarda certe sue omissioni, nella revoca della scorta al giuslavorista Marco Biagi (foto), assassinato il 19 marzo 2002 dalle Br.

A quanto pare infatti, l’ex ministro sarebbe stato avvisato circa le minacce di morte ricevute dal sindacalista, ma non le avrebbe prese in debita considerazione, così il Pm Antonello Gustapane, della Procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo.

L’inchiesta è stata avviata dopo il sequestro di alcune carte in possesso dell’ex capo della segreteria di Scajola, Luciano Zocchi, nell’ambito di una truffa ai danni dei salesiani. L’uomo conservava i dossier per conto del ministro.

Proprio nel momento in cui si era dimesso dal Viminale, per la polemica sul caso Biagi, lo scorso luglio aveva affermato che “relativamente alla documentazione afferente la mia collaborazione con Scajola, era da me tutt’ora conservata nell’ipotesi di doverla produrre alla competente autorità giudiziaria nel caso fossi chiamato a testimoniare in merito ad avvenimenti cui si riferisce la medesima documentazione”.

Fra le carte, c’era un appunto (sul quale in calce compare il visto di Scajola) , in cui un politico avvertiva l’allora ministro dei rischi per Biagi, eppure lo stesso ministro dopo l’omicidio si era sempre difeso dall’accusa di aver sottovalutato il caso e aveva sempre negato di aver ricevuto segnalazioni di sorta.

Non solo, famoso fu un suo commento al Corriere della Sera, quando declamò “A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. E poi vi chiedo: nella trattativa di queste settimane sull’articolo 18 quante persone dovremmo proteggere? Praticamente tutte”.

Ancora più sconcertante fu poi un altro suo intervento, che scioccò l’opinione pubblica “Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza”.

Le carte sequestrate sono davvero tantissime e riguardano vicende scottanti, come ad esempio il G8 di Genova.

In parallelo a questa inchiesta intanto vi è quella della Procura di Reggio Calabria sul favoreggiamento del deputato di Forza Italia, Matacena, la cui moglie è stata estradata martedì dalla Francia.

La donna sarà sottoposta a interrogatorio venerdì mattina dal gip Olga Tarzia, alla presenza dei due legali Carlo Biondi e Bonaventura Candido, i quali hanno già dichiarato di sollevare obiezione contro il divieto di parlare con la Rizzo, prorogato di 5 giorni.

di Simona Mazza

foto: ilpost.it

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