Sant’Antioco e la Croce di Lampedusa: qual è il nesso?

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A quattrocento anni esatti dal ritrovamento delle reliquie di Sant’Antioco Martire, il Presidente dell’Associazione Culturale Arciere dott. Roberto Lai (a sinistra nella foto), è tornato a parlare del famoso Santo “immigrato”, patrono della Sardegna . 

La conferenza titolata “La croce di Lampedusa: tra devozione, migrazione e accoglienza,” si è svolta a Roma presso la Parrocchia Santa Maria Janua Coeli. Ed è proprio nella chiesa del quartiere di Montespaccato che attualmente si trova la croce benedetta da Papa Francesco, realizzata con i relitti delle imbarcazioni degli immigrati presso le coste dell’isola sicula.

Dopo la breve introduzione di Padre Antonio Sconamila, il dott. Lai ha dichiarato “ E’ una felice coincidenza, perché proprio oggi a Sant’Antioco si sta aprendo presso la Basilica dell’eponimo Santo la Porta Santa. Papa Francesco ha proclamato l’Anno Santo straordinario, durante il quattrocentesimo anniversario del ritrovamento delle reliquie del martire”.

Papa Francesco in effetti, in riferimento alla croce ha detto “Portatela ovunque”, a significare appunto che il tema dell’immigrazione è un tema vivo e fortemente sentito. locandina roma“ Spesso quando si parla di immigrazione” ha proseguito il dott. Lai “molte persone cercano di concludere l’argomento, dicendo “che tornino a casa loro”. Il problema non si può risolvere così, è una questione sociale grave. Troppe persone muoiono giornalmente per raggiungere la libertà. Ho sentito politici affermare che il nostro paese è la porta d’accesso, io dico che questa porta c’è, ma non c’è una casa e quando non c’è una casa non c’è libertà.”

Lai ha poi spiegato il nesso tra la figura del Santo ed il problema dell’immigrazione “Cosa c’entra la figura di un Santo sardo con le migliaia di persone che muoiono nei nostri mari? Antioco è un Santo che ha dato il nome all’isola omonima. Una figura molto importante, di valore e in questo personaggio sardo a noi piace vedere il problema sociale dell’immigrante. Antioco, nonostante le difficoltà è riuscito a raggiungere le nostre coste e ha portato la parola di Cristo, evangelizzando la Sardegna . Fu il primo Santo della chiesa sarda.”

Chi era Sant’Antioco. Provenienza. 

“Il Santo”, continua dott. Lai “nacque quasi 2000 anni fa. Fu un santo della prima Chiesa, molto vicino a Cristo, molto vicino agli apostoli. Proveniva da una regione del Nord Africa, la Mauritania, che corrisponde oggi all’attuale Marocco/Algeria. Ci troviamo dunque in una provincia romana sotto l’impero di Adriano. In quel periodo i cristiani erano perseguitati. Antioco era un medico che credeva e professava la parola di Cristo, dunque non era ben visto.”

Il viaggio.

Il Santo-medico, curatore dei corpi e delle anime non aveva altra scelta se non quella di emigrare, così fu costretto ad  intraprendere un viaggio della fortuna che lo portò nelle coste sarde.

Il dott. Lai spiega il perché dell’esilio “l”imperatore Adriano non era particolarmente cattivo, ma in quel periodo nel nord africa c’erano troppi tumulti ed era dovuto intervenire per sedare le rivolte” “Adriano” prosegue Lai “ decise di mettere il Santo in un’imbarcazione insieme ad un centurione chiamato Ciriaco e raggiunse Sulcis, una città romana, puntino in mezzo al mare”.

Poi, parlando del Santo di colore, puntualizza “Sant’Antioco è un Santo realmente esistito. Le uniche catacombe cristiane presenti in Sardegna sono le sue.”In effetti la sua fama fu tale che venne proclamato patrono della Sardegna. “A lui sono ascritti migliaia di miracoli, attestati a partire dal 400. In Sardegna, l’arcivescovo diede inizio ad una campagna di scavi ed il 18 marzo 1615 nelle catacombe, vennero individuate e rinvenute le sue reliquie.”

La descrizione del ritrovamento fu trascritta in una relazione, consultata meticolosamente dal dott. Lai il quale afferma che dell’effettiva santità di Antioco e del fatto che sia realmente riconosciuto come santo patrono dell’isola, si è avuta conferma leggendo i documenti conservati presso l’archivio segreto del vaticano.

Come viene visto il Santo? Come è cambiata l’iconografia?

Nel corso degli anni, la figura del Santo si è modificata, e il dott. Lai ha spiegato come e perchè è avvenuto tale processo, mostrando una carrellata di raffigurazioni iconoclaste. “Segno distintivo del santo sono tre immancabili accessori: la palma del martirio, il vangelo e una scatola di medicinali. Antioco era un santo di colore, però nel corso di secoli è stato visto in una moltitudine di modi. Nel 660 in Sardegna si erano avute le invasioni barbariche. Non si poteva avere un santo nero, perché tutti quelli che venivano nelle nostre coste violentavano le donne e facevano razzie, dunque non erano ben visti.”

Questo insomma spiegherebbe come mai il santo sia stato visto in maniera assai diversa dagli artisti del tempo. “In un simulacro, il santo viene raffigurato con il volto bianco e le mani nere, per ricordarne comunque l’origine africana. In alcuni luoghi invece, dove non c’è il timore del nero, il santo viene rappresentato fedelmente”. Dopo la carrellata dedicate alle raffigurazioni antiche, si è poi passati a quelle moderne. Il luogotenente, che da anni segue la storia del santo, ha organizzato diversi eventi a lui dedicati, lasciando agli artisti contemporanei la facoltà di raffigurare Antioco in maniera libera e soggettiva.

“Da anni mi occupo del messaggio cercando di riportare in auge la sua figura perché simboleggia egregiamente il disagio sociale dei nostri giorni.”Precisiamo che oltre alle conferenze e alle mostre, il dott. Lai ha divulgato la storia del Santo attraverso gli annali di storia e archeologia sulcitana, diversi libri e la vita del Santo in versione fumetto, in  stretta sinergia con l’amministrazione Comunale di Sant’Antioco vero motore della riscoperta dell’antico culto. I libri sono poi stati donati ai cittadini, proprio perché non c’è fine di lucro, ma di “evangelizzazione” culturale e religiosa.

Strana coincidenza.

Per finire il dott. Lai ha raccontato un aneddoto singolare, una coincidenza che lo ha spinto ancora di più a studiare il Santo. “ Mi trovavo in questa piazza (via Cornelia, ndr), perché avevo un appuntamento con amici. C’era un violento temporale. Dei ragazzi di colore avevano allestito una bancarella ed io mi ero avvicinato, perché interessato a delle vecchie carte. Vidi una statua e chiesi dove l’avessero presa.

Mi dissero che l’avevano trovata sgomberando una cantina. Presi la statua e lessi la scritta Sant’Antioco. Mi dissi “proprio a me, che sono sardo, vivo a Roma e studio il Santo, doveva capitare?

Si trattava di un’opera importante firmata Castaldo, uno scultore di rilievo. Mi chiesero una “piotta” ma si arrivo’ a “mezza piotta” (non sapevo cosa significasse in romanesco) dopo una trattativa. Mi assicurai come prima cosa, che la famiglia della cantina non fosse realmente interessata all’oggetto. Appurato ciò fui ben felice di averla e di metterla a disposizione della comunità. Un antiquario mi disse “ a volte non sono i ricercatori a trovare gli oggetti, ma gli oggetti a trovare loro”.

Anche Papa Francesco ha la sua statua di S.Antioco l’unico ricordo che il ha portato a Roma, dopo la visita pastorale in Sardegna. “ Si trova in Vaticano e quando organizzeremo una mostra d’arte contemporanea,  la chiederemo al Papà. La conferenza si è conclusa con l’auspicio  che la croce benedetta e il Santo di colore possano aprire gli occhi ed i cuori di chi ci governa.

di Simona Mazza

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