Ripristinare la cultura della vita nel rispetto della dignità dell’uomo

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Sono risorto e sono sempre con te. Alleluia!”. Queste parole tratte da un’antica traduzione del Salmo 138, cari fratelli e sorelle, in questo giorno gloriosissimo, risuonano forti sulle labbra di Gesù che con la sua Resurrezione ha infranto il silenzio dei giorni santi appena trascorsi. È Gesù il Crocifisso-Risorto; è Lui che ci dona l’annuncio di gioia e che, ritornato in vita, non muore più. Con Maria Maddalena, accogliamo anche noi questa notizia sorprendente contemplando il volto raggiante del Risorto con il cuore pieno di gioia e con sentimenti di profonda gratitudine. Nel giorno di Pasqua, carissimi, celebriamo la festa della luce perché Cristo Risorto è la luce. Il suo splendore ha squarciato le fitte tenebre della notte, irradiando nuova luce a questo giorno che “non conosce tramonto”. È il trionfo dell’amore l’ultima parola sulla morte! La risurrezione di Gesù, infatti, ci parla di un “grande amore”, insuperabile, capace di liberarci dalla schiavitù del peccato, di cambiare anche il corso della storia e di consegnare all’esistenza umana un nuovo senso ed un rinnovato valore. Grazie alla potenza del Risorto, la creatura che il peccato di Adamo ha reso finita, limitata, fragile, mortale, si ritrova catapultata in una nuova dimensione: l’eternità. La Risurrezione di Gesù ci ha acquistato la figliolanza a tutti gli effetti, ci ha abiliti a vivere autenticamente la relazione con il Padre, ci ha dato la possibilità di intessere con Dio un dialogo d’amore che mai più potremo interrompere. In questi termini, l’annuncio di resurrezione che Gesù rivolge al Padre (“Sono Risorto e sono sempre con te”), riguarda come di riflesso anche noi, “figli di Dio e coeredi di Cristo”(Rm 8,17). La Pasqua cristiana, carissimi fratelli e sorelle, è un giorno di grazia! Se lo desideriamo, anche noi come Gesù possiamo risorgere a vita nuova; anche noi come Gesù possiamo dire al Padre di voler stare sempre con Lui, perchè Padre buono e Misericordia infinita. La Pasqua certamente è il grande mistero di Dio-Trinità; evento già di per sé sorprendente ma che a noi si rende comprensibile se lo consideriamo essenzialmente come un divino “atto d’amore”, intriso di storicità e di mistero insieme. Atto d’amore: amore del Padre che dona il Figlio per la salvezza del mondo; amore del Figlio che esaudisce la volontà del Padre; amore dello Spirito Santo che fa risuscitare Gesù con un corpo rivestito della nostra umanità ma trasfigurato. In questi termini, il messaggio di Pasqua bussa a tutti i cuori, giunge a tutti gli uomini di buona volontà, esortando a sposare in ogni istante di vita la “dolce causa” dell’Amore. Facciamo Pasqua! Ma come? mi direte! Rigettiamo l’iniquità, l’egoismo, l’odio ed accogliamo l’invito dell’Agnello immolato, “mite e umile di cuore, che dà ristoro alle nostre anime” (cfr Mt 11,29). Non chiudiamo il cuore a questo Amore che salva, che libera, ma soprattutto che “vuole amare”. E faremo anche noi Pasqua! Il glorioso annuncio della Pasqua scuote il torpore dell’umanità immersa nel peccato e grida che Cristo è morto ed è risorto per tutti: solo Lui è la nostra speranza! Non rimandiamo; approfittiamo di questa Pasqua per accostarci a Cristo, incrociare il suo sguardo e ricevere da Lui la risposta all’anelito più intimo del cuore: lasciarci avvolgere, cioè, dalla misericordia di Dio per essere amati solo da Lui. L’amore, in definitiva, è l’anelito più profondo del nostro cuore e questo amore bussa continuamente al cuore di Dio per essere lavato e purificato. Quante volte i rapporti tra di noi, le relazioni tra popoli e nazioni invece che dall’amore, sono segnate dalle opere del male: egoismo, invidia, ingiustizia, guerra, odio e violenza. Tutte queste piaghe che attanagliano l’uomo di ogni tempo e, quindi, anche noi, quante volte volutamente vengono ignorate e nascoste! Piaghe aperte e doloranti che straziano tragicamente i corpi e le anime di tantissimi nostri fratelli; queste stesse ferite attendono di essere guarite da una luce: quella che sfolgora dalle piaghe gloriosissime del Signore Risorto. Così il dramma della sofferenza è colmato sia dalla grazia di Cristo che dalla nostra solidarietà. Essa si rende realmente fattiva in coloro che si impegnano in piccoli gesti d’amore, atti di condivisione che mirano a far trionfare il senso della giustizia, della legalità e del rispetto. Nel giorno di Pasqua il credente riceve da Gesù una missione specifica: egli è chiamato, infatti, a spargere attorno a sé tanti semi di speranza, germi che ripristinano la cultura della vita e che trovano la loro massima espressione nel rispetto della dignità dell’uomo, oggi purtroppo tanto minacciata e vilipesa. Preghiamo intensamente perché la luce del Cristo Risorto squarci le tenebre fitte del nostro agire morale, delle nostre famiglie e dell’intera società umana. Per il mondo intero sorga un’alba nuova che schiuda i numerosi sepolcri imbiancati e faccia risplendere in tutta la sua interezza quella originale bellezza che ogni creatura ha impressa sul volto perché creata sin dall’eternità ad immagine di Dio. Infine, guardiamo alla bellezza di Maria, resa ancora più sublime dalla gloria del Cristo Risorto; Lei, “Madre affrontata”, icona particolarmente venerata nella nostra terra di Calabria; Lei, Madre gioiosa che insieme all’apostolo Giovanni corre svelta incontro al Figlio Risorto, consegni anche a noi la lieta notizia della Risurrezione. Con Lei desideriamo abbandonare definitivamente gli abiti di lutto e indossare quelli della festa perchè nel giorno di Pasqua non c’è posto per il pianto; la morte è stata sconfitta ed insieme ad essa anche il potere di Satana. Cristo non muore più e lo stesso destino di gloria un giorno sarà consegnato anche a noi peccatori e anche figli amatissimi di un Padre che mai delude, mai abbandona. Amen.

Fra Frisina

Foto: giadenonline.com

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