“Bombe intelligenti” per la rivoluzione concreta del Sistema Sanitario Nazionale

E’ quasi ferragosto. Lascio i primi due figli dai nonni e rientro velocemente a Roma per una visita ecografica di controllo per il terzo figlio in arrivo, a giorni, ogni momento è buono. Ci segue una ginecologa di un ospedale romano che, anche per la seconda gravidanza, ci visita presso il reparto “Day Hospital IVG Legge 194” dove lei svolge il suo lavoro e la sua discreta, ma molto produttiva, attività pro life. Ci fa scendere ogni mese quella scaletta che porta alla morte, dove manca solo la scritta “Lasciate ogni speranza o voi che entrate” ed io e mia moglie ogni volta viviamo il tutto con sofferenza però fu lei a dirmi “tu che parli tanto di vita, vieni a vedere quale è la prima linea quotidiana”. Quotidiana. Qui ogni giorno, in questo ospedale di Roma, almeno 12 aborti. Le madri con la prenotazione “color blu” entrano poco prima delle 9 ed escono poco prima delle 12. Una tristezza infinita. L’unica pancia che cresce è la nostra. Ogni mese sempre una ventina di madri col profilo di gravidanza appena accennato, con gli occhi tristi e senza futuro, accompagnati da fidanzati, amiche, colleghe di lavoro, alcune anche da nonne e mamme come fossero ad una gita, come a dichiarare l’assoluta morte di ogni senso del pudore, anche il minimo. Anche oggi, ed è quasi ferragosto, una ventina di mamme si incolonnano su queste scalette sperando di ottenere i primi 12 posti liberi o magari di avere la possibilità di infilarsi dentro anche loro, come è spesso capitato, sentiamo dire. Guardano la pancia di mia moglie, noi che orgogliosi e timorosi scendiamo le scale per non rischiare di far male al bambino, e loro che prima dell’ultima visita fumano sopra la creatura che hanno già condannato alla morte. Si è parlato molto in questi giorni dell’andamento della Legge 194 in Italia ed in Europa. Numeri, sigle, statistiche e percentuali che però non sanno comunicare il volto di queste madri in fila, come condannate, sulle scalette che portano ai reparti Ivg dei nostri ospedali. Che fare per offrire loro l’ultima possibilità di vita? Presso il nostro Centro di aiuto alla vita di Roma, che mi piace chiamare “luogo del silenzio e dell’ascolto”, quando per vie miracolose giungono a noi, le mamme sono accolte, abbracciate, ascoltate e scelgono sempre per la vita. Ma qui, un gradino dietro l’altro, che possibilità hanno di tornare indietro per guardare avanti? Forse non bastano più soltanto i grandi proclami, le grandi riforme dei consultori, le grandi leggi per la vita e per la famiglia ma si deve provare ad andare oltre perché queste 12 mamme ogni giorno vengono in questo ospedale, diverse ed uguali, e ti sembra che siano in gita scolastica, hanno le valigie pronte per partire per il ponte di ferragosto perchè sanno che a mezzogiorno usciranno di lì, si saranno liberate di “quel peso” e la mamma e la nonna le aspettano con il motore acceso per andare tutte insieme al mare magari a raggiungere chissà chi, il padre del bambino forse? Qui sotto è palpabile, è concreto il senso pieno di quello che Benedetto XVI chiama relativismo etico. Qui sotto, a queste mamme ed a chi le accompagna, non importa niente delle leggi per la vita e men che meno della vita. Eppure qualcosa bisogna fare, ognuno nel suo piccolo o grande. La nostra amica ginecologa compie miracoli nell’anonimato e le vorrei appuntare al petto numerose medaglie per le vite che ha salvato anche solo chiedendo “ma perchè lo fai?” Noi altri che facciamo, che possiamo fare? Sicuramente si potrebbe cominciare dal chiedere uno spazio, tra un gradino e l’altro, per poter dire: prima del bivio tra la vita e la morte ascolta anche noi. Per questo ci vuole una rivoluzione concreta e totale del sistema sanitario nazionale e che sia supportata dai più, dal ministro della salute fino agli assessori regionali e da tutti quelli che, nelle scorse tornare elettorali, si sono spacciati per pro life. Sotterriamo l’ascia di guerra e cominciamo ad usare, per questa battaglia, “bombe intelligenti”.  

Giorgio Gibertini

presidente C.a.v. di Roma 

Info: http://cavroma.blogspot.com/

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