Dopo le esternazioni di Pierluigi Bersani alla Festa Nazionale del suo partito: «Vedo correre sulla rete frasi come “siete cadaveri ambulanti”, “siete zombi”, “vi seppelliremo”, sono linguaggi fascisti. E non ci impressionano. Vengano via dalla rete, vengano qui a dircele certe cose», arrivano puntuali le repliche piccate dei due politici internauti, – i padroni della politica sul web -, coloro che pur non nominati, si sono sentiti i destinatari delle provocazioni del leader Pd, Grillo e Di Pietro. D’altronde Bersani, con le sue uscite, non poteva non aspettarsi repliche con toni decisi e alti.
La replica del leader del Movimento 5 Stelle arriva attraverso il suo blog online su internet: «A Bersani non mi sognerei mai di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione». «Io ho girato l’Italia con un camper, a mie spese, per fare campagna elettorale. Senza scorta. La Finocchiaro con la scorta ci fa la spesa e Fassino il primo maggio. Chi è il fassissta, caro Bersani? Lei ha ricevuto 98.000 euro da Riva, il padrone dell’ILVA, a che titolo? Chi è il fassissta, caro Bersani? »
«Si rassicuri lei non è un fascista È solo un fallito. Lo è lei insieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco dell’Italia e che ora pretendono di darci anche lezioni di democrazia. Per rimanere a galla farete qualunque cosa. A Reggio Emilia si celebra Pio
Così come quella di Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, pubblicata sul sito del partito: «Come mio padre, io continuo a fare il contadino. Sarò contadino, ma non certo fascista. Fascista è chi non rispetta le regole del gioco e, soprattutto, tradisce la volontà popolare. Vorrei ricordare che noi siamo stati eletti dagli italiani in alternativa al Popolo della Libertà. Insieme al Popolo della Libertà, in questo momento, sta governando proprio il Partito Democratico».
«Noi dell’Italia dei Valori – continua Di Pietro – partiremo il 6 ottobre con una raccolta di firme per tre referendum: per abrogare la riforma dell’art. 18, sull’art. 8 e – soprattutto – per eliminare i privilegi della casta parlamentare. Sul merito di questi temi noi vogliamo costruire un programma di governo. Questo vuol dire far sapere agli elettori prima che cosa faremo quando dovremo governare. Questa idea che sei fascista se non accetti a priori quel che dicono loro di fare, dopo che per 40 anni hanno rovinato il Paese, mi pare che sia ridicolo e anche un po’ vigliacco. Perchè un partito che aspira al governo deve assumersi la responsabilità di dire quale è il suo programma e con chi intende allearsi. Ad oggi, da parte del Partito Democratico, ancora non lo sappiamo».
Pur se con toni forti dobbiamo constatare che la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche, della prossima primavera, è iniziata. In verità ci eravamo stancati dell’assenza della politica e delle esternazioni dei suoi attori, a volte demagogiche, a volte offensive, che però aggiungono pepe a quella propensione umana, soprattutto di alcuni, di andare ad ogni costo a governare il Paese.
Ci si augura soltanto che il Pdl e i suoi elettori non sposino una nuova eventuale ricandidatura di Silvio Berlusconi che ci porterebbe inevitabilmente ad un nuovo stucchevole scontro frontale tra berlusconiani e anti-berlusconiani.
Secondo Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera, Monti e i suoi ministri “dovevano raddrizzare il credito del Paese agli occhi dell’opinione europea e vi sono indubbiamente riusciti”, “dovevano mettere in sicurezza i conti pubblici e l’operazione sembra aver dato buoni risultati” “vorrebbero lasciare ai loro successori riforme già avviate a cui sarà difficile rinunciare” e probabilmente ci riusciranno. Considerazioni condivisibili di un illustre scrittore che però ha dimenticato di dire che con il loro operato, Monti e i suoi ministri, hanno fatto poco per evitare la fine di migliaia di imprese e di posti di lavoro.
La realtà, dopo quasi un anno di governo Monti, è che oggi molti cittadini sono più poveri di quanto lo fossero un anno fa; che sono aumentate ancora le accise sui carburanti; che il piano di sviluppo, oltre a prevedere altre tasse, questa volta sulle bibite gassate (nemmeno Andreotti e i suoi erano arrivati a tanto), non propone nulla di concreto che possa far ripartire l’economia nazionale se non l’esenzione dell’iva per le grandi opere, agevolazione ottima ma solo per grandi aziende.
Agevoliamo anche le piccole e le medie imprese tagliando loro le tasse, o quantomeno sospendendole per un periodo di tempo determinato; defiscalizziamo le nuove assunzioni, anche quelle dei cinquantenni disoccupati, fondamentali per il sostentamento delle loro famiglie; unifichiamo le aliquote di contribuzione con una unica sotto il 40% e permettiamo al cittadino di potersi scaricare anche il costo dello scontrino del caffè. Si faccia pure un condono fiscale agevolando in questo modo le entrate finora evase ma, contemporaneamente, fare anche una legge che conduca all’arresto chi evade consapevolmente. Patti chiari con pene certe.
Enzo Di Stasio
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