Papa Francesco aggiorna le leggi sulla pedofilia

papaimagePapà Francesco ha aggiornato il sistema legale Vaticano, approvando due leggi sulla pedofilia, che se opportunamente analizzate, destano qualche lecito dubbio. 

La prima criminalizza la fuga di notizie riservate, impedendo in tal modo al clero di denunciare i presunti reati sessuali; la seconda formalizza invece una serie di leggi contro i crimini sessuali perpetrati a danno dei minori.

Chi divulga o riceve informazioni vaticane riservate è dunque perseguibile con una pena fino a due anni di reclusione, mentre per gli abusi sessuali si potrebbe arrivare a 12 anni di prigione.

L’incongruenza è quanto mai palese: se i crimini sessuali rientrano fra le cosiddette informazioni riservate, è chiaro che all’interno del clero essi non si potranno denunciare legalmente.

Il diritto ecclesiastico delle mura leonine risale ai primi dell’800 e necessita di ulteriori limature, assicurano in Vaticano.

Certo è che le nuove normative non convincono affatto e c’è il rischio che possano incrementare il clima di sfiducia nell’opinione pubblica, alla luce degli innumerevoli episodi, anche recenti, che hanno coinvolto i preti in vicende di abusi sessuali.

Precisiamo che saranno soggetti alla nuova legislazione solo i laici e i religiosi che risiedono e lavorano in Vaticano, per gli altri varranno le leggi canoniche che regolano il resto della Chiesa cattolica.

di Simona Mazza

 

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