“La nuova cassa integrazione imposta dalla Fiat a Pomigliano è l’ennesima presa in giro nei confronti dell’Italia. Ancora una volta, Marchionne utilizza i lavoratori dei suoi stabilimenti come capro espiatorio per nascondere la propria incapacità nel produrre e vendere auto all’altezza della concorrenza europea. Le continue perdite di mercato della Fiat lo dimostrano chiaramente.
La verità è che il cittadino svizzero Marchionne ha deciso da tempo di abbandonare il nostro Paese per spostare la produzione in Serbia, Brasile e Polonia non prima però di aver intascato gli aiuti economici dallo Stato e dalle banche”. Lo dichiara in una nota il responsabile lavoro e welfare dell’Italia dei Valori, Maurizio Zipponi, che aggiunge: “Per questo, continua a ignorare la Costituzione e le leggi italiane e minaccia un giorno sì e l’altro pure di chiudere altri stabilimenti italiani, dopo i disastri di Termini Imerese, della Irisbus e di Case New Holland.
Di fronte ad una situazione di questo genere, è molto grave il silenzio del governo che, nei rapporti con Marchionne, segue la linea da zerbino già adottata da Berlusconi e Sacconi. Ci piacerebbe che Monti e il ministro Fornero richiamassero, invece, la Fiat alle proprie responsabilità e pretendessero dall’azienda risposte certe sul futuro occupazionale degli stabilimenti italiani. Un governo degno di questo nome dovrebbe pretendere chiarimenti sul fantomatico piano ‘Fabbrica Italia’ da 20 miliardi d’investimenti, promesso e mai realizzato da Marchionne”. (noodls)
Foto: varesereport.it
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