Monti, ora la crescita. Si ma degli stipendi non di luce, gas e autostrade

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Dopo il consolidamento dei conti pubblici, effettuato con il decreto “Salva-Italia”, il premier Monti ha annunciato la fase due, il “Cresci-Italia”: concorrenza, liberalizzazioni, lavoro e ammortizzatori sociali.

 

Durante la conferenza stampa di fine anno il prof. Monti ha parlato di riforma del lavoro, di riforma delle pensioni, di concorrenza e liberalizzazioni. Quello che però non abbiamo colto dal discorso del capo del Governo, ma forse ci è sfuggito, è un punto fondamentale per la crescita del Paese: l’aumento degli stipendi.

 

Perché tra rincari e balzelli vari per i lavoratori dipendenti la vita è diventata un vero salto agli ostacoli.  In realtà, però, finora una crescita l’abbiamo notata, quella del prezzo della benzina in continua ascesa. E poi da domani aumenteranno le autostrade (3,5%), la luce (4,9%) e il gas (2,7%), quindi la fase due il “Cresci-ta Italia” c’è, il professore ha ragione.

 

Purtroppo però, oggi c’è poco da ironizzare, la drammatica realtà è che in Italia ci sono uomini, economicamente sfortunati, che guadagnano 1200 euro al mese e, con moglie e figli a carico, devono andare avanti  senza poter permettersi nemmeno una pizza con gli amici. Costretti spesso a chiedere prestiti o a rimandare i vari pagamenti perché impossibilitati a onorarli. Perdendo a volte la dignità di persona. In compenso ci sono uomini più fortunati, quelli che girano in elicottero, ridono di disastri nazionali e forti del loro potere economico si possono permettere, oltre agli aumenti, di atterrare abusivamente col proprio elicottero sugli arenili nazionali, senza che nessuno si indigni o prenda provvedimenti seri.

 

Illustrissimo professor Monti, come primo atto per la crescita dell’Italia, è necessario l’adeguamento degli stipendi, privati e pubblici, alla media europea. Non è possibile che, sempre più persone perdano il posto di lavoro, entrino in cassa integrazione, e che tra i “fortunati” che ancora lavorano ci siano delle persone che guadagnino cifre nemmeno sufficienti per pagare le spese. Non è concepibile che in un Paese democratico come il nostro ci siano ancora delle divergenze economiche così evidenti: gente che accumula milioni di euro al mese e persone che non arrivano ai mille.

 

Inoltre bisogna fare attenzione alle liberalizzazioni tout court, perché liberalizzando troppo si rischia di creare una concorrenza di mercato disgregante, che non permetterebbe nemmeno al piccolo imprenditore di guadagnare cifre sufficienti a mantenere i propri dipendenti. Creando in questo modo ulteriore disoccupazione e il consolidamento dell’immobilità economica.

 

Buon anno a tutti.

 

Enzo Di Stasio 

 

Foto: liberoquotidiano.it

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