Luoghi e Canzoni: Venezia – Piazza San Marco

Piazza San Marco è una delle piazze più importanti d’Italia, famosa nel mondo per la straordinaria bellezza e per l’integrità architettonica. È la piazza più grande di Venezia, unico spazio urbano della città a cui è attributo il nome di “piazza” (tutti gli altri spazi in forma di piazza della città sono definiti ‘campi”). In origine, la zona era destinata ad orto, ed era attraversata dal rio Batario e dagli attuali rii della Zecca e del Cavalletto. Il palazzo ducale, vero castello munito di torri e difese, era completamente circondato da un canale, ed aveva di fronte – nella zona dell’attuale piazzetta – un ampio bacino per il carico e lo scarico delle merci.

Nell’anno 826, con l’arrivo a Venezia del corpo di San Marco e l’edificazione della prima basilica dedicata al Santo, l’area iniziò ad assumere la caratteristica di vero ‘cuore’ monumentale della città; ma nel 976 l’intera area – con la basilica e il palazzo – venne distrutta da uno spaventoso incendio (già nel 978 venne ricostruito il palazzo ed edificata una seconda basilica). Nello stesso periodo, di fianco al campanile venne costruito un ospizio per i pellegrini malati e bisognosi (visibile nel quadro di Gentile BelliniProcessione in Piazza San Marco, foto sotto). 

L’attuale basilica risale agli anni 1050-1094, mentre nel XII secolo la piazza venne ulteriormente ampliata per far posto a nuovi edifici monumentali: la chiesa di San Geminiano fu spostata al limitare della nuova piazza San Marco, e vennero collocate due enormi colonne granitiche (provenienti da Costantinopoli) di fronte al molo, quale monumentale accesso all’area marciana: sopra una colonna venne posto il leone alato (simbolo di San Marco), mentre sull’altra la statua raffigurante San Teodoro (primo patrono di Venezia). Nel luglio del 1902 il campanile di San Marco, già segnato da una vistosa crepa, crollò improvvisamente demolendo la Loggetta ed un angolo della Libreria, rischiando di travolgere la stessa Basilica. La piazza, posta in uno dei punti più bassi della città, è nota anche per il fenomeno dell’acqua alta (picco di alta marea in autunno e in inverno); l’acqua alta a Venezia segue dunque il ciclo della marea, che per 6 ore cresce e nelle successive 6 cala.

Il brano musicale, già nel titolo, rimanda ripetutamente alla famosa Piazza San Marco, invasa dal fenomeno dell’acqua alta. All’interno della canzone ci sono altri riferimenti specifici della città lagunare: “[…] quando i Mori sveglieranno al tocco del mattino”; gli autori fanno riferimento ai famosi Mori di Venezia, soprannominati così dai veneziani per il loro colore bruno. Sono due statue di bronzo poste sulla terrazza della Torre dell’Orologio, in Piazza San Marco. Le statue raffigurano due pastori che battono con una mazza le ore su una grande campana; sono molto simili ma non uguali, e la differenza visibile consiste nel particolare della barba, di cui uno è sprovvisto. Il Moro ‘barbuto’ è denominato il “vecchio”, mentre l’altro il “giovane”; a questa attribuzione di ruoli contribuisce anche un particolare ben preciso: i Mori segnano le ore battendo la campana coi loro martelli (tanti rintocchi quante sono le ore), ma con una precisa modalità nella loro azione: il Moro “Vecchio” batte le ore due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo che è passato; mentre il Moro “Giovane” suona l’ora due minuti dopo per rappresentare il tempo che verrà. 

L’altro specifico richiamo è relativo al famosissimo Ponte dei Sospiri (foto sopra): “[…] e la luna veneziana è sempre là, sopra il Ponte dei Sospiri cosa fa”; si tratta del caratteristico ponte, situato a poca distanza da piazza San Marco, che scavalca il rio di Palazzo e collega con un doppio passaggio il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove (primo edificio al mondo costruito per essere appositamente una prigione). Il ponte, che serviva da passaggio per i reclusi dalle suddette prigioni agli uffici degli Inquisitori di Stato per essere giudicati, è conosciuto in tutto il mondo e si può ammirare solo da due posti (oltre che dall’acqua): dal ponte della Canonica e dal ponte della Paglia. Il nome gli è stato attribuito dalla leggenda secondo cui, ai tempi della Serenissima, i prigionieri, attraversando il ponte, sospirassero davanti alla prospettiva di non poter più osservare il mondo esterno (la leggenda è infondata perché dall’interno del ponte la visuale verso l’esterno è quasi del tutto impedita). 

(Acqua alta in Piazza San Marco, di Giampiero Artegiani / Marcello Marrocchi, interprete  da G. Artegiani,1984, Lupus)

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