L’auto è lockdown

Il mercato dell’auto è lockdown, mai stato cosi fermo!

Marzo 2020 rimarrà nella storia dell’auto italiana ed Europea per aver registrato il peggior risultato dal dopoguerra. Una perdita causata dal Covid-19, che ha imposto in tutto il mondo una chiusura totale delle attività produttive e una reclusione della popolazione presso le proprie abitazioni.

Da qualche giorno, tutti gli esperti del settore cominciavano a segnalare come a fine marzo avremmo dovuto registrare un crollo delle nuove vetture immatricolate nel nostro Paese.

Una perdita rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, sicuramente a doppia cifra, era nell’aria, ma addirittura un -85,00% circa era impensabile! Nella realtà dei numeri, in Italia sono state immatricolate 28.327 auto. Analizzando il primo trimestre del 2020, la perdita rispetto al primo trimestre del 2019 è stata pari a -36,00% circa, a sottolineare che il mercato dell’auto era già sofferente da inizio anno.

L’auto in Italia

Il settore auto in Italia è di importanza rilevante in quanto impatta in maniera considerevole sul PIL, sia per la produzione di auto con stabilimenti del gruppo Fca, sia per gli impianti che producono componentistica e ricambi auto. Va poi considerata poi la logistica di distribuzione e stoccaggio auto, fino ad arrivare all’assistenza ed alla vendita.

Importanti sono state le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’UNRAE: “La risoluzione in tempi non brevi della drammatica crisi sanitaria da COVID-19, con gli effetti che la chiusura avrà sull’economia, e il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane – ha commentato Michele Crisci, Presidente UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019.L’impatto di un blocco di 2 o 3 mesi – continua il Presidente – sarebbe comunque devastante per l’intero settore automotive in Italia e in particolare per la filiera della distribuzione e assistenza, con il concreto rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e conseguente crisi di liquidità, e di perdita di una quota consistente dei 160.00 occupati”.( comunicato stampa UNRAE di Marzo 2020)

Parole preoccupanti lanciate come grido di aiuto nei riguardi del governo, affinché possa mettere subito in campo provvedimenti a sostegno del settore auto.

Una verità che dobbiamo comunque evidenziare è che il settore auto in Italia non gode di buona salute da diverso tempo, questo perché il mercato è cambiato e continua a cambiare ad una velocità troppo elevata per i consumatori; la stessa auto muta da bene durevole a mero strumento di lavoro o servizio. I nuovi impianti produttivi che con sempre più robot e meno persone sono in grado di fare uscire dalle catene di montaggio migliaia di auto al giorno, che nessun mercato, neanche il più florido, potrà mai assorbire.

Un elemento impattante sono le continue norme sull’emissioni di NOx, CO2 e particolato, che ogni anno diventano più stringenti per le auto a motore termico, vittime da distruggere a vantaggio dei nuovi veicoli totalmente elettrici che però, a motivo del loro prezzo elevato, dell’ancora ridotta autonomia e della completa assenza (in Italia soprattutto) di rete infrastrutturale, rimangono in pratica utilizzabili solo per pochi “eletti”.

Quale futuro?

Il futuro per il settore auto risulta essere sempre più incerto. Nuovi prodotti e progetti risultano essere congelati, se non a parole, nella sostanza. La richiesta di nuove auto da parte del pubblico privato da fine 2019 risulta fortemente in calo. Ogni anno la media di km percorsi risulta sempre in diminuzione; motivo che incentiva gli utilizzatori a non sostituire il proprio mezzo. La manutenzione ormai ha raggiunto prezzi elevati, non tanto per il prezzo del ricambio quanto piuttosto a causa del costo della manodopera dei riparatori, che risulta essere non in linea con gli stipendi medi degli utilizzatori.

Il futuro dell’auto è oggi veramente di difficile interpretazione: se marzo è stato un mese negativo nonostante il settore sia rimasto operativo fino alla prima decade del mese, aprile rischia di essere un’ecatombe.

Il settore auto è di importanza strategica ed economica per il nostro Paese, l’auspicio è che il governo ed il parlamento, si adoperino a varare misure significative per i lavoratori del settore e dell’imprese di settore che hanno il rischio di fallimento che bussa alla porta.

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.