La Stella di Natale e la sua Giornata Celebrativa Internazionale

stella di natale

Fin dal 1851, il giorno 12 dicembre viene celebrata la stella di Natale, il fiore natalizio più amato di tutti: questo 170° compleanno ci offre l’occasione per conoscere le sue origini e le ragioni del suo festeggiamento, inaugurato negli Stati Uniti, ma ampiamente riconosciuto anche in numerosi Paesi Europei, soprattutto in Germania ove, circa cent’anni dopo la sua scoperta, i fioristi tedeschi riuscirono a coltivarla come pianta d’appartamento facendola sopravvivere negli interni delle case riscaldate, nonostante la loro origine in zone tutt’altro che calde.

Ma la storia è un po’ più lunga

Questa splendida pianta fiorita che da sempre orna le nostre case durante le feste invernali e che scientificamente è definita l’Euphorbia pulcherrima, ovvero “la più bella delle euforbie” o anche “Stella d’amore” come è chiamata in Francia, è di origine messicana e il nome originario è Flor de la Noche Buena; essa viene celebrata per commemorare il suo scopritore che fu il primo ambasciatore americano in Messico, tale Joel Roberts Poinsett, donde anche l’ulteriore nome della pianta come “Poinsettia” (come peraltro si legge sulle sue etichette piantate in vaso).

Grande cultore della floricolura, nel lontano 1828, fu proprio questo signore a scoprire per caso, nelle passeggiate tra un impegno diplomatico e l’altro, la Poinsettia selvatica nel Centro America; colpito dalla sua straordinaria bellezza, la battezzò con il proprio nome, la importò negli Stati Uniti ove si diffuse rapidamente tant’è che il giorno della sua morte – avvenuta per l’appunto, il 12 dicembre 1851 – il Congresso degli Stati Uniti introdusse il Poinsettia Day in suo onore.

In realtà quella che noi vediamo come piantina d’appartamento, grazie al merito dei pazienti coltivatori tedeschi e americani, nasce  come una un piccolo albero alto anche qualche metro, con foglie che si sprigionano ad enorme fiore stellato: secondo una delle tante leggende messicane, la Stella di Natale avrebbe il potere di conquistare il cuore delle persone proprio nel corso delle celebrazioni natalizie. Si narra, infatti, la storia di una ragazza molto povera di nome Pepita, che – non potendo  comprare il regalo al Bambin Gesù appena nato –  compose amorevolmente per lui un mazzolino con ramoscelli ed erbe selvatiche. Quell’umile dono si trasformò miracolosamente in un bouquet di accesi germogli rossi e verdi, da cui il nome messicano  di “Flore de la Noche Buena’ che fiorisce, per l’appunto, nella notte di Natale.

Di fatto, la “Grande Stella” cresce ancora spontaneamente in America Centrale e può raggiungere anche un’altezza superiore ai cinque metri.

In Messico la pianta era già associata al Natale fin dal XVI secolo

Gli Aztechi la denominavano Cuetlaxochitl, “fiore di pelle”, per via della sua vellutosità al tatto; era adorata come simbolo di nuova vita per onorare i guerrieri caduti in battaglia e con essa venivano decorati anche i templi, ma non solo: secondo un’altra leggenda, la Stella era la pianta preferita del Sovrano Montezuma e doveva il colore rosso delle foglie superiori al sangue di una dea azteca che morì di dolore per un amore non corrisposto. Lasciando cadere alcune gocce del suo sangue sulle foglie, avrebbe donato alla pianta il suo caratteristico colore rosso.

Va poi detto che, a quel tempo, ovvero tra il XIV e il XVI secolo, essendo la Stella dotata anche di ulteriori proprietà erboristiche, veniva sfruttata per estrarre il suo apprezzato pigmento rosso, usato per tinteggiare i tessuti e per colorare i cosmetici. La sua linfa lattiginosa consentiva anche di produrre farmaci antipiretici, talvolta anche un po’ velenosi.

A tale proposito, sembra che questo estratto farmacologico fu descritto da un medico spagnolo di nome Francisco Hernàndez, il quale viaggiò in Messico per conto del re spagnolo Filippo II dal 1571 al 1577 e sembra anche che l’estratto giunse in Europa grazie al naturalista tedesco Alexander von Humboldt che ne consentì la classificazione scientifica ancor prima che il Poinsett la scoprisse.

Ma è proprio agli inizi del XX secolo che la Stella di Natale inizia a riscuotere il vero successo, ancora attuale: avvenne quando iniziò ad essere coltivata serialmente e commercializzata nei famosi negozi sul Sunset e ad Hollywood Boulevard di Los Angeles durante le festività natalizie, proprio nei luoghi dove le ‘Stars’ mondiali del  cinema  vengono  rese celebri e immortali. Dal South Carolina dove viveva il Poinsett, la Stella di Natale si diffuse velocemente in tutti gli Stati Uniti e, in modo particolare, in California, ove l’abile fiorista coltivatore di nome Paul Ecke, emigrante tedesco, iniziò a vendere i singoli rametti della pianta a mo’ di fiori recisi, riscuotendo un successo straordinario.

Il passaggio dai rametti alle diffusissime piantine in vaso avverrà in maniera definitiva negli anni Sessanta, dopo molti esperimenti di selezione delle sue varietà; attualmente ne esistono più di cento tipi, registrati e brevettati, disponibili anche a più colori (come il diffuso bianco e meno diffuso viola), tutti capaci di produrre fatturati vertiginosi. Non da meno è l’uso che se ne fa in beneficienza: da anni la stella viene utilizzata in campagne di raccolta fondi, la più nota delle quali è quella della AIC (Associazione Italiana contro le Leucemie).

Per chiudere la storia del fiore più simbolico delle feste natalizie occidentali, rimane un’ultima curiosità: l’effettivo “collegamento religioso cristiano” tra la Stella e la Natività venne confermato dal più recente utilizzo dei rametti da parte dei frati francescani per le processioni natalizie durante le loro missioni in Messico.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

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