La linea Autunno/Inverno 22-23 di Morfosis sfila alla Galleria del Cardinale Colonna

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La visione nostalgica di Alessandra Cappiello, prende slancio dalla continua rievocazione dell’amore per sua nonna, la pittrice Anna Grauso, e questa volta, si rompe su note pop rock ed elementi stilistici pungenti. 

“Chi sa vedere le cose belle è perché ha la bellezza dentro di sé”, si legge in una nota stampa; e di bellezza, tra gli spazi della sontuosa Galleria del Cardinale Colonna, a due passi dall’Altare della Patria, sembra essercene davvero tanta. La linea Autunno/Inverno 22-23 di Morfosis si chiama Imperfezioni 9, e sfila tra le sale settecentesche della struttura nobiliare in una domenica pomeriggio di ottobre, dietro l’impeccabile conduzione della giornalista Elena Parmegiani, e davanti a un pubblico di oltre trecento persone.

La progressiva etichetta, ormai carattere distintivo delle collezioni del brand capitolino, plasma i contorni di una sfida con sempre l’obiettivo di rompere gli argini dell’omologazione. “Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare” dice Eraclito, celebre autore del panta rei (dal greco: tutto scorre), e ben salda alle sue ossessioni – come quella per l’arte e per il concetto di mutamento -, la designer romana placa il suo desiderio di cambiamento dietro la scoperta di peculiarità e caratteri unici, pronti a definire la bellezza degli esseri umani nel loro quotidiano. 

Lo scopo è la costruzione indipendente di uno stile personale e senza tempo, che collima con la necessità di un approccio meno impattante possibile e mostra quanto la consapevolezza della Cappiello viaggi spedita verso qualcosa di più concreto e pragmatico: “Scegliere uno stile scintillante restando ancorati alla realtà, alla quotidianità, all’eleganza di quel vestito, quella camicia, quel cappotto che proprio vorremmo sempre ritrovare nel nostro armadio – racconta la designer -, affermare il proprio modo di essere attenti alle risorse del pianeta scegliendo capi destinati a restare nel tempo”. Un concetto di estetica mutevole che gira intorno alla capacità di aggravare o alleggerire un pezzo, uno stile, un dettaglio, a seconda del tempo e delle occasioni di uso.

La doppia anima della linea A/I 22-23 di Morfosis

L’idea di una disponibilità e un consumo più ragionato permette dunque alla Cappiello di trovare il giusto equilibrio tra due espressioni stilistiche diverse; e su una trascinante selezione musicale – opera di Emanuela Familiari in arte Dj Blade -, la doppia anima della linea A/I 22-23 rivela da un lato una visione nostalgica, romantica e leggera, dall’altro un animo dirompente, forte e graffiante, com’è tipico del rock. 

Il tutto, spaziando con tagli morbidi e forme che di base sono classiche – tailleur sartoriali, abiti chemisier, completi con pencil skirt -, valorizzati dal cromatismo avvolgente di materiali di alta gamma. Il velluto, in una tonalità cioccolato, ha i riflessi dell’oro, e si porta dietro un’allure Seventy accentuata dal tocco glam di stivaletti texani bordati di stelle nere. Le gonne a ruota e i tubini a trapezio in seta blu, verde e rossa hanno maxi stampe a contrasto, e malgrado l’ambiziosa eleganza, riflettono la grinta degli elementi stilistici più pungenti tra calze a rete, cinghie borchiate e un lettering infuocato, stile protesta contro la guerra.

Alla fine sulle note di I Love Rock N’ Roll, l’atmosfera si accende e spunta anche la sposa che, tra jacquard bianco latte e reggiseni con coppe appuntite, vive di contrasti la cerimonia, dietro l’impellenza di un’immagine più mondana che si priva di orpelli e impalcature ma solo perché, al momento, non le appartengono.

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