Intervista con l’autore Alberto Custerlina

Trieste, october 19th, 2013. Portrait of Alberto Custerlina, writer. Photo by Massimo Goina ©2013 MassimoGoina.comAlberto Custerlina, è triestino, scrittore, formatore professionista e consulente tecnico.

Ha esordito nel 2008 con il romanzo noir-pulp intitolato Balkan bang! (ed. PerdisaPop) per il quale è stato indicato come “miglior esordiente” dalla giuria del Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2009. A Gennaio 2010, Balkan bang! è stato ripubblicato da Mondadori nella collana Segretissimo.

Nel 2009 è stato giurato per la sezione Racconti della settima edizione del premio Lama e Trama e una sua storia compare nella relativa antologia pubblicata nel 2010 da PerdisaPop.
Custerlina ha pubblicato il suo secondo romanzo, una crime fiction intitolata Mano nera, nel 2010 (B.C.Dalai editore), mentre nel 2011 ha pubblicato Cul-de-sac, per lo stesso editore.

Attualmente ha in preparazione una trilogia storica (All’ombra dell’Impero) il cui primo volume, intitolato Il segreto del Mandylion, è uscito il 18 settembre 2013 per Baldini&Castoldi e ha vinto il Premio Selezione Bancarella 2014.

Lo abbiamo intervistato per inliberta.it

1. Balkan Bang, Mano nera, Cul-de-sac. Per chi conosce un po’ la storia di Trieste è noto il controverso rapporto della città con la cultura oltreconfine. Alberto, per te i Balcani sono fonte di ispirazione? Modello negativo o positivo?
I Balcani sono una grande fonte d’ispirazione letteraria, sia per la loro storia tormentata, che per la complessa situazione etnica. Tre popolazioni con tre religioni diverse, in eterno contrasto tra di loro, creano situazioni molto interessanti per uno scrittore. Purtroppo, però, non si tratta di finzione e quindi dobbiamo anche considerare che la pace nella regione è continuamente in bilico, che non si riesce a mettere in atto un piano di sviluppo degno di questo nome e che il tenore di vita medio non si avvicina neanche un po’ a quello dell’Europa occidentale. Insomma, direi che i Balcani sono un posto molto affascinante e pieno di gente genuina e simpatica, ma anche un modello negativo dal punto di vista socio-politico e religioso.

2. Ljudmila Horvat, la protagonista di Cul-de sac e Mano nera. Una killer croata, che definisci cattolica integralista. Diciamo che non è proprio “la ragazza della porta accanto”. Come hai costruito questo personaggio? E perché una donna?
Mi sono sempre piaciute le donne molto femminili ma allo stesso tempo decise e forti. Sai, in linea di massima, nella letteratura di genere la presenza femminile è relegata a ruoli secondari o comunque non troppo violenti o d’azione (con alcune dovute eccezioni), cosicché ho voluto inserire un personaggio simile alla Zorka Stoltz di Balkan bang!, ma diametralmente opposto per quanto riguarda la visione della vita e della morale. Lei è un po’ schizzata, ma dal suo punto di vista è perfettamente logica: per esempio, ha un codice d’onore secondo il quale uccide solo i non cattolici e in caso contrario rifiuta il lavoro.

3. La trilogia All’ombra dell’impero di cui è uscito Il segreto del Mandilyon. Altro argomento, linguaggio completamente diverso. Da lettrice pensare che la stessa persona possa avere dei registri narrativi tanto diversi provoca stupore e ammirazione. Da scrittore Alberto Custerlina è più a proprio agio in una storia di sanguinosi Gangster balcanici o in un romanzo storico dal ritmo elegante e disteso?
A dire il vero, mi trovo a mio agio in entrambi in casi, ma se proprio volessimo fare una classifica, allora direi che il romanzo d’avventura e di mistero vecchio stile è molto più congeniale al mio vissuto e al mio carattere.

4. Parliamo del tuo ultimo lavoro All’ombra dell’Impero: un giallo avventuroso ambientato nella Trieste del 1902. I protagonisti sono Anton Adler, un commissario di polizia di grande sensibilità e rettitudine e il suo amico Artan Agopian, mercante dal passato avventuroso. In quale dei due personaggi ti proietti di più?
Io sono entrambi. È come se mi fossi spezzato in due, se si eccettua la rettitudine di Adler [risata]. Come ben sai, lo scrittore è sempre presente nei suoi personaggi con alcuni dei suoi tratti di personalità o qualche sua esperienza, e questa volta io ho voluto mettermi in gioco in maniera duplice: nella mia mente, infatti, convivono razionalità e fascino verso la spiritualità, pragmaticità e filosofia speculativa, interesse per le innovazioni insieme alla forte attrazione per la tradizione e le cose antiche. Insomma, sono un po’ dissociato, ma per uno scrittore va benissimo. copertina_bollo

5. Alberto, lavori nel campo dell’informatica, tieni corsi di scrittura creativa, scrivi romanzi, articoli e racconti per non parlare dell’attività di promozione in giro per l’Italia. Una vita movimentata. Quando scrivi?
Ho un ghost writer. [risata]
A parte gli scherzi, pian piano ho acquisito la capacità di scrivere velocemente cose buone e quindi riesco a mantenere il ritmo.
Inoltre, mi piace far notare che io non sono uno di quegli autori che inondano (o inonderebbero) il mercato con i propri lavori. Sono parco nelle uscite e quindi riesco ad avere il tempo necessario per scrivere ciò che m’interessa e con la dovuta qualità.
Inoltre, nel mio metodo c’è una buona dose di organizzazione del lavoro, che mi fa risparmiare molto tempo e nel contempo mantiene elevata la qualità dei miei lavori.

6. Quale dei tuoi romanzi vorresti vedere al cinema? Ti va di ipotizzare un casting?
Tutti. Sono molto legato al cinema e le mie storie credo siano tutte adatte a una trasposizione. Se proprio dovessi scegliere, direi l’ultimo, il romanzo storico.
Come casting sceglierei Jude Law per interpretare il razionale Anton Adler, Johnny Depp per il mistico e furbo Hagopian. Per Xiexia, invece, sceglierei un’attrice cinese di Wuxia. Il barone Van der Borg lo farei fare ad Al Pacino.

7. In Italia ci dicono che molti scrivono e pochi leggono. Un consiglio agli scrittori esordienti.
Come sai, io mi occupo anche d’insegnare scrittura e questo mi ha permesso di focalizzare bene le (molte) risposte che si potrebbero dare alla tua domanda. Una per tutte, riguarda l’atteggiamento verso la scrittura: se si vuole scrivere si deve dedicare tempo, se non altro per evitare di offendere gli antichi dei della scrittura, che sono molto irosi e che spesso si sentono maltrattati dagli esordienti o dagli aspiranti scrittori. Cito i miei tre pilastri della scrittura: pratica continua, tenacia, onestà intellettuale.

Ora qualche domanda stile Le Jene:

1. Ultimo libro letto
L’arte della scrittura drammaturgica di Lajos Egri

2. Ultimo film visto
Ong Bak 2

3. La tua vacanza ideale
Norvegia. La prossima volta vorrei andarci d’inverno

4. La tua ultima vacanza
Gran Canaria
Stessa cosa!

5. Le 3 cose che guardi in una donna.
Un momento, non pensavo ce ne fossero tante, io guardo solo le tette!
E anche gli occhi, dai.
Che gentiluomo! Ehm alza lo sguardo please…

6. Bionda o bruna?
Che sia bella, naturalmente secondo i miei particolari gusti.

7. Reggicalze o autoreggenti?
Reggicalze, senza ombra di dubbio. Le autoreggenti sono solo uno scalino sopra al gambaletto.
Oh my God! E noi he ci sentiamo tanto donne con le autoreggenti…

8. La cosa più folle che hai fatto per una donna
Andare alla ricerca di una barretta di cioccolato alle 2 di notte. Chilometri e chilometri, non dico altro.
Cosa non fa fare l’amore!

9. La cosa più folle che hai fatto in generale (fra quelle che si possono raccontare).
Un’arrampicata di 40 metri nelle profondità di una grotta in Costa Rica, nel bel mezzo della giungla, a molti chilometri dalla civiltà.

Complimenti ad Alberto per le sue imprese, letterarie e non, e grazie per la tua disponibilità e simpatia.

di Patrizia Calamia

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