Intervistiamo oggi Alessio Della Santa, la famosa “spalla”dei webber italiani più quotati su Youtube, ovvero i “Pantellas”.
I Pantellas, al secolo Daniel Marangiolo, Jacopo Malnati e appunto Alessio Della Santa, sono esplosi in rete grazie ai video satirici e le loro innumerevoli parodie, tanto da guadagnarsi un contratto televisivo e la famosa partnership google , che consente ai creativi di monetizzare i contenuti su Youtube.
Alessio, chi sono i “Pantellas”, i nuovi idoli della rete adorati dai giovani e apprezzati anche dagli adulti? E chi è Alessio Della Santa?
I Pantellas, sono due cari amici che si divertono a fare video strampalati. Io sono la loro terza gamba. Non ci sono sempre, però ogni tanto mi inglobano nelle loro cose e io ci metto del mio, facendo “l’idiota”.
Alessio Della Santa è invece un cretino che nasce 25 anni fa da una mamma, la mia mamma, perché ovviamente non si nasce dai babbi. Anche io tempo indietro, prima di conoscere i Pantellas facevo video su Youtube con un trio chiamato “I Fuori di testa” formato da Micheal Righini e Luca Balduini.
I Pantellas mi avevano conosciuto grazie proprio alle mie esperienze su Youtube, in un tempo in cui la rete era più famiglia (ora è più competizione). Quando mi sono trasferito a Milano per lavoro, i Pantellas hanno detto “Vabbè chiamiamolo, poveretto, con questa faccia da cavolo può darci un aiuto. Poi fa ridere…” e insomma mi hanno pescato più o meno da sotto un ponte ed eccomi qui.
Quando avete pensato che la rete poteva diventare uno strumento di lavoro, se di lavoro si può parlare?
In realtà tutto è nato più come passione, per puro divertimento. Poi se chi si mette a fare video su youtube ha “talento” come appunto i Pantellas (io ho solo l’idiozia) se c’è la possibilità e soprattutto se si ha fortuna, dato che non è semplice emergere dal campo “youtubbiano”, allora la cosa è fatta. Noi ci siamo riusciti.
Come cercate di differenziarvi nel mondo della rete, vista la concorrenza, uno su tutti Favij, conduttore di FavijTv?
Si tratta di video e di campi molto diversi. Lui è molto bravo però si concentra sui videogame e indie horror, noi invece facciamo parodie e video comici. Ci sono varie parentesi di gente che fa le cose più disparate. Nel campo della satira noi ci posizioniamo al meglio.
Come distribuite i ruoli e il lavoro. Sembra molto bene organizzato. C’è un regista, uno sceneggiatore? Come funziona?
Il tutto è possibile grazie ad un’agenzia con la quale i Pantellas collaborano, la 2much.tv che si trova a Gallarate e si occupa di produzioni e video. Grazie a loro abbiamo avuto la possibilità di realizzare i nostri progetti. Loro ci forniscono attrezzature e tutto ciò che serve.
Chi scrive le storie?
Tutti i video sono frutto della malignità, della malvagità partorita dalla testa di Jacopo e Daniel.
Avete avuto anche una breve esperienza televisiva. Potresti parlarcene?
E’ stata appunto un’esperienza. Tutto qua e a me ha fatto molto piacere che i Pantellas mi abbiano coinvolto. E’ stato molto più duro del previsto. Di solito si fanno dei video che durano dai cinque agli otto minuti, in tv invece volevano video di almeno 50 minuti. Il passaggio è stato molto bello ma anche estenuante.
Vi piacerebbe ripetere l’esperienza televisiva? Avete avuto qualche nuova proposta?
Naturalmente! Ben venga! Alla fine ,lavori tanto ma vedi i risultati e la cosa ti riempie di orgoglio. Al momento credo che non siano arrivate proposte e comunque passano tutte attraverso l’agenzia.
Domanda da un milione di dollari: da dove traete l’ispirazione per gli episodi di “Mi mamma è Satana”. Siete tremendi nel tirare fuori e amplificare i peggiori difetti delle mamme italiane, in chiave ironica. Chi è “mamma satana”?
Mamma Satana nella vita reale è un agglomerato di difetti delle mamme di Jacopo e Daniel, sintetizzato ed elevato all’ennesima potenza. Questo è ciò che dichiarano i ragazzi.
Nel realizzare i video, seguite un canovaccio o una sceneggiatura scritta dettagliatamente?
C’è un copione ben preciso. Io però sono un caso a parte. Non mi piace recitare la frase così come è stata scritta. Spesso la stravolgo completamente, la personalizzo. Preferisco più un’improvvisazione preparata ovviamente, che seguire pedissequamente il copione. I ragazzi invece sono più obbedienti.
“Enormemente poi” questa frase è il tuo cavallo di battaglia. E’ diventata, e non è l’unica, un tormentone tra i giovani. Ci hai studiato o è venuta fuori in maniera estemporanea?
Si tratta infatti di una frase banale, ma che in realtà identifica il trio, diventandone a tratti l’elemento identificativo.
Ormai molta gente associa “enormemente poi” ai Pantellas. In realtà è nata solo da me cinque, sei anni fa, quando mi trovavo in gita con i “Fuori di testa”. Dal nulla mi è venuto di dire “voglio ribaltare una pecora e voglio farlo enormemente poi”. Da quel momento, l’ho usata nei vecchi video dei “Fuori di testa” e l’ho ripresa in quelli con i Pantellas e il resto è storia.
Come è cambiata la vostra vita dal punto di vista personale e professionale?
La mia, non tanto per quanto riguarda l’aspetto professionale. Sembra chissà cosa, ma non è così. Certo, c’è gente che ti riconosce e la cosa ti fa molto piacere. C’è gente che si emoziona nel vederci. Ricordo che una volta a Bologna un ragazzino di circa 10 anni si emozionò ed io, sentendomi quasi un padre, lo abbracciai con grande tenerezza. Per il resto, ritengo che la vita sia cambiata più a Jacopo e Daniel, che sono i portatori della “parola pantelliana”. Per loro è cambiata in positivo e io li ringrazio perché mi hanno messo in mezzo.
Dal punto di vista privato invece c’è stata una rivoluzione. Io provengo infatti da Pesaro, che non è grande come Milano. Trovarmi catapultato nella capitale lombarda è stata un’esperienza molto forte.
Come vedete la vostra vita futura. Quali sono i progetti a breve raggio?
A me piacerebbe continuare su questa strada. Ovviamente non sarà per sempre, come tutte le cose. Però un po’ di progetti, sia da solo, sia con i ragazzi, ci sono. I Pantellas hanno tante idee. Personalmente, farmi vedere nel ruolo dell’idiota mi piace. Mi da gusto sentire la gente che ride alle mie cavolate. Mi si scalda il cuore.
Sociale. Dalle vostre storie trapelano dei temi sociali, quali ad esempio il razzismo, la xenofobia, l’omosessualità riletti ovviamente in tema ironico. Pensate di sensibilizzare i giovani in qualche modo o è solo frutto di una casualità?
Abbiamo anche ripreso la storia dell’Isis. Più che altro vogliamo far vedere, in chiave ironica ai giovani che ci seguono ( il range d’età va dagli 11 ai 17 anni), cosa succede non solo in Italia, ma nel mondo. Spesso infatti i ragazzi non si informano, non sanno, vivono nella loro piccola realtà personale.
Cosa vi preoccupa più del mondo giovanile e quale speranza nutrite nei loro confronti? Un messaggio detto da un giovane ha sicuramente più forza rispetto a quello detto da un adulto, non fosse altro che per una vicinanza di linguaggio. Cosa diresti ai ragazzi di oggi?
Da una parte siamo giovani anche noi.. Noi diciamo ai più piccoli di non dimenticare chi siamo. In Italia e nel mondo ci sono troppi problemi, ci sono guerre, c’è la crisi globale. Vorremmo far capire che tutto quello che succede, per la maggior parte dei casi, è sbagliato. I giovani poi, dovrebbero tenere ben salda la testa sulle spalle e pensare a ogni azione che si compie.
La rete è uno strumento pericoloso, ma al contempo utile, dipende dall’uso che se ne fa. Mettendo nel piatto della bilancia il pro e il contro della rete, che cosa vedi. Come viene usata la rete?
Mettendo i pro e i contro sulla bilancia , purtroppo secondo me vincono i contro. Secondo me i ragazzi, non tutti ovviamente, fanno cose sbagliate. Spesso ci sono bambini di 10/11 anni che si riprendono mentre insultano dei coetanei. Fanno cose che alla loro età non si dovrebbero nemmeno pensare. C’è da dire che i tempi sono cambiati. Io alla loro età giocavo con Action man. E’ tutto cambiato, i ragazzi che vedono noi youtubber non sanno che siamo tutti maggiorenni. Loro invece, per emularci, mettono video, che spesso hanno finalità sbagliate e purtroppo non capiscono la pericolosità delle loro azioni. Per questo ritegno che la rete, per i ragazzi di una certa età, sia molto pericolosa.
La noia, la solitudine, quanto incidono nella vita dei ragazzi? Altra nota dolente è pure l’amicizia virtuale. Non temete che il mondo del web non faccia altro che isolare, creando “unità slegate”, anziché rinsaldare l’amicizia vera? Dobbiamo abituarci a questo nuovo modo di socializzare? Spesso si vedono infatti giovani che giocano e si “messaggiano” al telefonino, stando l’uno seduto di fronte all’altro. Avete mai pensato a un video che affronti questa tematica?
Sicuramente una qualche idea sul tema, c’è. Io non posso anticipare nulla, ma credo di si. A dire il vero succede pure a me con la mia fidanzata. Magari io mi trovo in sala, lei in camera e le mando dei messaggi. Certamente è cambiato il modo di relazionarsi, però è un tema difficile da prendere e approfondire. E’ un meccanismo talmente radicato che non vedo vie d’uscita.
Ci racconto la “giornata tipo” di uno youtubber?
Quando c’è da fare i video con i Pantellas, iniziamo la settimana con le riprese. Il lunedì dalla mattina alla sera ci sono le riprese; il martedì pure e a volte il mercoledì. Il giovedì c’è il montaggio . Il nostro regista Stefano Messiano, fa spesso le nottate per finire e poi c’è la pubblicazione del video. Il venerdì se è rimasto ancora qualcosa fuori, si ricomincia a girare. Il fine settimana: ognuno per i cavoli suoi. Io sto con la mia ragazza o gioco con la playstation.
Cosa ti preoccupa del futuro e cosa ti esalta?
Il lavoro mi preoccupa. Per me e per i giovani. Prima o poi dovrò smettere di fare quello che faccio e mi chiedo se ci sarà il lavoro. Cosa mi rende euforico è il matrimonio con la mia ragazza.
Sai darci qualche anticipazione sui prossimi video?
A dire il vero non posso dare anticipazioni, anche perché non ne ho idea. Io arrivo in studio, mi dicono di portare i vari cambi e il giorno stesso mi dicono quale sarà il ruolo da interpretare.
Affrontiamo il tema economico. Chi finanzia il vostro progetto?
Anche io, dal canto mio, ci metto dei soldi, ma la produzione ci mette il resto.
Cosa avete fatto quando avete ottenuto la fatidica partnership google e in cosa consiste?
Io non c’ero quando i Pantellas l’hanno ottenuta. Io l’ho ottenuta con il mio vecchio trio. Ricordo che eravamo euforici, saltavamo sui tetti. Non è comunque che cambia tanto.
Voglio sfatare un mito, raccontando un aneddoto. Una volta mi trovavo in una Spa con degli amici e dei ragazzini che mi hanno riconosciuto parlottavano fra di loro, dicendo che guadagnavo 7000 euro a video. Magari!!! non è così purtroppo. Ci sono yuotubber che guadagnano bene ma non è tutto sto gran paese delle meraviglie, ecco questo lo voglio specificare. L’idea della partnership comunque mi esalta.
La Partnership consiste nel fatto che google ti mette la pubblicità nel video e una piccola percentuale, (circa 10 centesimi per ogni mi piace e ogni visualizzazione) va all’artista.
Il rapporto di Alessio Della Santa con i fan. Sei tra i pochi che risponde a tutti in maniera molto spontanea, tanto che spesso c’è chi pensa si tratti di un “fake”. La cosa ti fa sorridere?
Io rispondo a tutti. Piuttosto mi perdo un pomeriggio o una sera, però rispondo. Questo fa sì che molti ragazzi pensino che io sia un “fake” perché in realtà non è diffusa l’abitudine di dar spago ai fan. Io mi domando “perché?”. Tu che sei un personaggio conosciuto e lo sei diventato grazie alla gente, perché non devi rispondere? Io sono piccolino come personaggio, faccio meno fatica dei Pantellas, ma anche loro lo fanno, prima o poi.
Qualcuno ha mai esagerato con te, intendo attraverso qualche esternazione particolarmente fanatica? Racconta un episodio.
In realtà qualche tempo fa una ragazza mi ha scritto “ciao” ma io non avevo letto il messaggio. Lei nel sentirti snobbata mi ha scritto “ se ti mostro la mela dorata mi rispondi?”. Ecco questo è uno dei casi. Ce ne sono altri, ma insomma niente di trascendentale.
Per finire: Silvia (la fidanzata) fa una domanda ad Alessio; Alessio fa una domanda ad Alessio e Shaquille (il fan, figlio di chi scrive ndr) fa una domanda ad Alessio.
Silvia, è questo è uno scoop, chiede ad Alessio se è felice di sposarla? In realtà è una notizia nota, ma ufficializziamo la data, che avverrà a Maggio.
Alessio non fa una domanda ad Alessio, ma chiede di essere sempre così. “Io voglio che l’idiozia che mi caratterizza non mi abbandoni mai, anche sul letto di morte”.
Shaquille chiede ad Alessio. “Hai mai discusso con i ragazzi di un ruolo che non volevi fare perché ti metteva troppo in imbarazzo?”
assolutamente no. Qualsiasi cosa mi va bene. Ho pure mostrato il sedere nel video “beccatevi questo Ak47”. Non ho vergogna di niente, certo se mi chiedono di posare in nudo integrale ci penserei due volte…ma forse farei pure questo.
Concludiamo con un ENORMEMENTE POI!! E alla prossima.
di Simona Mazza
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