Il poeta Elio Pecora: “la poesia conserva il suo valore, anche nella barbarie”

Abbiamo intervistato Elio Pecora, uno dei più grandi poeti contemporanei. La sua carriera letteraria è poliedrica ed attraversa un’ampia sezione del secolo ventesimo. Autore di varie raccolte poetiche, oltre che di romanzi, saggi critici e testi teatrali, Pecora è nato nel 1936, a Sant’Arsenio in provincia di Salerno. Ha conosciuto e frequentato molti protagonisti del panorama artistico e letterario italiano: Alberto Moravia, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Dario Bellezza, Sandro Penna ed altri.

Elio Pecora, che valore ha oggi la poesia?

Migliaia e migliaia di persone scrivono versi. Questo significa che il bisogno di cercarsi nelle parole dell’emozione, parole che si affidano alla durata e all’intensità, è di un numero rilevantissimo di persone. Che pochissimi poi raggiungano quel che chiamiamo poesia è ben altra faccenda. Di sicuro la poesia conserva il suo valore, anche nei frastuoni e nella prevalente barbarie, perché esprime sentimenti, pensieri, che appartengono da sempre all’umano e che ne significano l’essenza.

 A Roma, negli anni ‘70, hai frequentato i più importanti scrittori ed artisti: Alberto Moravia ed Elsa Morante, Aldo Palazzeschi, Pier Paolo Pasolini. Che ricordi conservi di loro e di quegli anni?

Di questi amici e di numerosi altri ho scritto nel mio Il libro degli amici pubblicato nel 1917 dall’editore Neri Pozza. Come per tutte le persone che sono passate nella mia esistenza e vi si sono fermate non conservo ricordi perché continuo a portarle dentro di me come vive, ne risento le voci, ne colgo i gesti, e ancora mi rivelano una parte di loro, un altro brandello della loro verità.

 Sei stato amico e sei profondo conoscitore di Sandro Penna, un grande poeta ingiustamente trascurato.

Di Sandro Penna ho scritto una biografia, pubblicata nel 1984 dall’editore Frassinelli, che ha avuto tre edizioni: ho curato tre convegni nazionali a Perugia e a Roma. Ne ho affidato l’intero archivio a Roberto Deidier, che ha curato con un accuratissimo commento il Meridiano Mondadori dell’intera opera di Penna. Il Meridiano in un anno ha avuto tre edizioni, un vero grande successo editoriale. Da questo volume si può derivare la foltissima bibliografia che riguarda l’opera penniana. E’ un poeta tradotto in buona parte del mondo e molto amato.

 Elio Pecora persona e poeta: c’è differenza, distanza?

Fino dalla prima adolescenza ho fatto sì che non vi fosse nessuna distanza fra la mia persona e le mie scritture. Non l’ho voluto, è stato così. Ho cercato e cerco l’interezza, per quanto è dato a chi vive e si sente vivo.

 Sei nato a Sant’Arsenio in provincia di Salerno ma vivi a Roma da molti anni. Che rapporto hai con la capitale?

Abito a Roma da cinquant’anni, la amo come un figlio e come un amante, soffro per come abitanti e amministratori la trattano. Di Roma ho scritto e scrivo nelle mie poesie e nelle mie prose. Ne ho a lungo frequentato la società nei suoi diversi strati. Sono tuttora incantato dalle sue infinite bellezze, oppresso dalle sue grandi miserie. Ho vissuto e vivo a Roma molto intensamente.

Rifrazioni (Mondadori, 2018) è la tua ultima raccolta poetica. Nei versi c’è un ricco mondo interiore popolato da amici ed oggetti. La poesia è il raggio di luce?

 La poesia non è il raggio di luce perché accoglie ed esprime anche l’ombra, ma è il riflesso, la rifrazione, il brandello di uno svelamento, di una realtà che si mostra.

 In molte tue poesie interroghi il tempo. Che rapporto hai con lo scorrere del tempo?

 Il tempo, quello del calendario e dell’orologio, regola le mie giornate e il mio andare, il mio restare. Ma, come ho scritto in una breve poesia di Rifrazioni,porto nella mente e nel cuore, come ognuno, un altro tempo: quello del desiderio, dell’attesa, e dell’altrove in cui si schiudono e si palesano le parole della poesia.

Quali sono stati i tuoi fari culturali? I poeti che hai amato di più?

Ho cominciato a scrivere poesia a quattordici anni e il mio nume e il mio modello fu  Leopardi. Il mio amore per lui è cresciuto nel tempo.  Presto fui preso dai lirici greci e dai poeti latini, dalle loro forti sostanze e dalla loro limpidezza formale. Più tardi ho amato Saba, Auden, ma anche alcuni prosatori che, prima dei miei vent’anni, mi aprirono altri orizzonti: Henry Miller, Virginia Woolf, il filosofo e matematico Bertrand Russell, Gombrowicz, i presocratici letti da Giorgio Colli, Nietzsche e tanto altro . Sono state e sono molte le mie letture e non solo di poesia.

Parlaci dei tuoi progetti futuri.

Al momento mi trovo, come ogni estate, nel paese nativo, nella mia casa e nel giardino dove ho scritto la maggior parte dei miei libri. In questo agosto vado scrivendo racconti in prosa che completano un mio libro dove un gruppo di persone si raccontano e raccontano: in un intreccio che ritengo vivo e vitale.

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