Google: boom di richieste per il diritto all’oblio. Floridi contro l’abuso a scapito dell’informazione

diritto oblio googleE’ bene che alcune cose avvenute in passato false o irrilevanti non facciano pressione sul presente. Ma non si deve abusare del diritto all’oblio a scapito della libertà di informazione“: è questo il parere di Luciano Floridi, professore di filosofia ed etica dell’informazione all’università di Oxford, unico italiano nel Comitato di sette esperti che Google ha instituito dopo il lancio del nuovo modulo web: il servizio assicura ai cittadini europei che ne fanno richiesta, la rimozione dai risultati di ricerca di link che li riguardano, non più “adeguati” o “rilevanti”.

L’iniziativa di Google è la risposta alla sentenza del 13 maggio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha riconosciuto il diritto dei cittadini a esse «dimenticati» su internet, a poter chiedere cioè a Big G e agli altri motori di ricerca di cancellare i collegamenti ad informazioni che possono creare loro un danno o che non sono più pertinenti. La sentenza, in particolare, diceva che i motori di ricerca sono responsabili del trattamento dei dati personali pubblicati su pagine web di terzi.

Sono già migliaia le richieste di rimozione arrivate da tutta Europa, e un portavoce dell’azienda ha assicurato: “Esamineremo ogni richiesta cercando di bilanciare il diritto alla privacy con quello all’informazione”. “La sentenza della Corte richiede a Google di prendere decisioni difficili in merito al diritto di un individuo all’oblio e al diritto del pubblico di accedere all’informazione – continua il portavoce dell’azienda -. Stiamo creando un comitato consultivo di esperti che analizzi attentamente questi temi. Inoltre, nell’implementare questa decisione coopereremo con i garanti della privacy ed altre autorità“.

Il comitato di esperti è formato da sette persone con formazione diversa. Ne fanno parte il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales; ma anche Peggy Valcke, professore di legge all’università di Lovanio; Frank La Rue, che ha un incarico speciale all’Onu per la promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione ed espressione; Jose Luis Pinar, accademico all’università Ceu San Paolo di Madrid, e anche l’italiano Floridi, che ha spiegato la sua attività delle prossime settimane e i molti incontri che seguiranno, specificando che “non sono solo incontri accademici e concettuali, ma strategici che avranno una ricaduta pragmatica“.

Ci deve essere un momento di dialogo con le istituzioni europee e non, perché il problema non è soltanto in Europa – osserva Floridi -. E mi auguro tantissimo che il confronto venga fatto con le persone più ragionevoli e con più apertura mentale possibile perché questi problemi sono il segno di una società matura. Abbiamo difficoltà con gli strumenti ereditati dal passato, il mondo è cambiato e dobbiamo trovare un bilanciamento di tipo legale e filosofico“. “C’è una tensione strana nella società di oggi – conclude Luciano Floridi -. Si chiede a Google di fare il controllore delle informazioni che avranno o non avranno un link, ma a controllare il passaggio delle informazioni non deve essere una multinazionale. E’ bizzarro“.

di Simona Scardino

foto: vitadigitale.corriere.it

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