Giornata mondiale della libertà di stampa: ricordare Charlie Hebdo ogni giorno

rsf_2015_index-700x270Oggi, 3 maggio, ricorre la Giornata mondiale della libertà di stampa per celebrarne i principi fondamentali, per valutarne il livello in tutto il mondo, per difendere i media dagli attacchi alla loro indipendenza e per rendere omaggio ai giornalisti che hanno perso la vita nell’esercizio della loro professione. Oltre 100 celebrazioni nazionali si svolgono ogni anno per festeggiare questo giorno.

La giornata internazionale è stata proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1993, a seguito di una raccomandazione adottata in occasione della 26a sessione della Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1991.

La libertà di stampa è una delle garanzie che ogni Stato di Diritto dovrebbe consentire ai cittadini e alle loro associazioni per assicurare la presenza di una stampa libera, indipendente e pluralistica, pilastri di una società democratica.

Ogni anno i Reporter senza frontiere stilano la World Press Freedom Index, una classifica che colloca la performance di 180 paesi in base a una serie di criteri, che comprendono il pluralismo dei media e l’indipendenza, il rispetto per la sicurezza e la libertà dei giornalisti, e il contesto legislativo, istituzionale e infrastrutturale in cui operano i media. Il 2015 è un anno di notevole calo su tutti i fronti.

In cima alla lista, come spesso accade, sono tre paesi scandinavi: Finlandia, che è stato al primo posto per cinque anni consecutivi, seguito da Norvegia e la Danimarca. All’altra estremità della scala, sono agli ultimi posti il Turkmenistan, Corea del Nord e l’Eritrea. La Francia si è classificata 38° (in ribasso di un posto rispetto al 2014), gli Stati Uniti 49° (meno tre posti), il Giappone 61° (meno due posti), il Brasile 99° (meno 12 posti), la Russia 152° (meno quattro posti), l’Iran 173° (invariato) e la Cina 176° (meno una posizione).

Il World Press Freedom Index 2015 evidenzia il peggioramento in tutto il mondo per quanto riguarda l’indice di libertà di informazione nel 2014. Assediato dalle guerre, la crescente minaccia da agenti non statali, la violenza durante le manifestazioni e la crisi economica, la libertà dei media si sta riducendo in tutti i cinque continenti.

Alla base di questo declino globale ci sarebbero i conflitti proliferati nel 2014 in Medio Oriente, Ucraina, Siria e Iraq; infatti tutte le parti in conflitto, hanno condotto una guerra di informazione temibile. I media, utilizzati per scopi di propaganda o affamati di informazioni, sono diventati obiettivi strategici e sono stati attaccati, o messi a tacere.

Per quanto riguarda il versante europeo, invece, i sindacati hanno registrato un calo maggiore nel 2015 rispetto al 2014, mettendo in evidenza l’incapacità dei suoi meccanismi per fermare il declino. L’UE sembra essere sommersa da un certo desiderio da parte di alcuni Stati membri a compromessi sulla libertà di informazione. Le democrazie spesso barattano la libertà di stampa, in nome della sicurezza nazionale.

E in tutto questo marasma l’Italia dove si colloca? Nel 2015 l’Italia si trova al 73° posto, scendendo in modo preoccupante di ben 24 punti.

Proprio quest’anno in cui è avvenuta la tragica vicenda del settimanale satirico parigino Charlie Hebdo in cui hanno perso la vita 12 persone ci sembra ancora più importante ricordare quanto sia indispensabile vivere in un paese e in un mondo in cui c’è libertà di informazione. Dietro questa tragica vicenda che ha catturato l’attenzione del mondo intero, ci sono migliaia di giornalisti che, in ogni angolo del pianeta, vengono molestati, intimiditi, minacciati, torturati e imprigionati o rapiti da governi e gruppi armati nel vile tentativo di evitare che svolgano il loro lavoro: far sapere alla società in cui vivono cosa accade. Oggi, Giornata internazionale per la libertà di stampa, vogliamo ricordare l’importanza di questo diritto, per cui tantissimi uomini hanno perso la vita.

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