Francia: Macron e Nadal sbaragliano gli avversari

macron-France24Parigi. Le elezioni politiche per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale stanno dando un risultato assolutamente imprevisto sino a due mesi fa. En Marche!, il partito del neo eletto Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, si avvia a raccogliere la più ampia maggioranza parlamentare che memoria ricordi. Usiamo i termini “stanno dando” e “si avvia”, perché il risultato definitivo si avrà la prossima settimana, con i ballottaggi tra i candidati più votati in ogni collegio, ma le proiezioni indicano un successo senza precedenti a favore del 39enne neo Presidente.

Eppure, ancora il 23 aprile scorso, nell’imminenza delle elezioni presidenziali, quasi tutti gli osservatori pronosticavano una Francia profondamente divisa, dove l’unica forza ad emergere sembrava il Front National, di estrema destra xenofoba di Marine Le Pen. Oggi la Le Pen esce dal primo turno con le ossa rotte, con meno della metà dei voti ottenuti rispetto al ballottaggio delle presidenziali.

Macron: altro che “anatra zoppa”!

Ancora, dopo il trionfo del 7 maggio scorso, le “cassandre” pronosticavano sarcasticamente un Presidente zoppo, non in grado di ottenere la maggioranza parlamentare alle successive elezioni politiche, per la sostanziale assenza dal territorio del suo partito – En Marche! – inesistente sino a un anno fa e, quindi, poco radicalizzato e ancora disorganizzato. Oggi En Marche! È il primo partito di Francia, con il 32,5 dei voti che, spalmati sul territorio – e sempre che, al ballottaggio, il candidato in testa in ogni collegio vinca – gli darebbero dai 415 ai 445 seggi all’Assemblea nazionale, sul totale di 577.

Unico neo, alla “napoleonica” vittoria del presidente in carica, è stata l’affluenza alle urne, che è stata soltanto del 50,2% – record negativo per la V Repubblica – contro il 77,7% rilevato al ballottaggio del 7 maggio e il 57,2% delle legislative del 2012. A questo punto sarebbe interessante capire la provenienza di tutte queste astensioni, al netto di coloro che hanno cambiato partito per votare quello del presidente.

La risposta è presto detta: se ragioniamo in percentuali, i Republicains di Fillon e Juppé hanno mantenuto il loro 20-21% di voti; i socialisti sono addirittura passati dal 6 al 9%, anche se il loro esponente alle presidenziali scorse, Benoit Hamon non andrà nemmeno al ballottaggio. Ad essere crollati sono stati i due partiti “antisistema”, cioè il Front National della Le Pen, e quello di estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Dopo la batosta alle presidenziali, gran parte degli elettori “antisistema” hanno preferito non votare.

Al Roland Garros, Nadal straripa

Nadal_France24Contemporaneamente al voto, a Parigi, nello stadio del tennis del Roland Garros, si è giocata la finale del singolare maschile dell’Open di Francia tra lo spagnolo Rafa Nadal e lo svizzero Stanislaw Wawrinka. Nadal ha letteralmente “asfaltato” il suo avversario imponendosi in 6-2, 6-3, 6-1, in due ore e cinque minuti. E’, addirittura, la decima volta che il trentenne tennista si aggiudica il più importante torneo del mondo sulla terra battuta; un record assoluto, nella storia del tennis.

Nadal conferma la sua supremazia sui campi da tennis in terra battuta, già sancita – quest’anno – con la vittoria al Master 1000 di Montecarlo (6-1, 6-3 al connazionale Ramos-Vinolas); con la vittoria al torneo ATP 500 di Barcellona, nel campo a lui intitolato (in entrambi i casi si è trattato del decimo successo, come a Parigi) e con la vittoria al Mutua Madrid Open (soltanto… quinta!). Unica battuta d’arresto: la sconfitta ai quarti di finale agli Internazionali BNL d’Italia, dall’austriaco Dominic Thiem (6-4, 6-3).

Oggi Nadal risale al n. 2, nel ranking ATP, dietro soltanto al britannico Andy Murray, battuto a Parigi, in semifinale, da Wawrinka. La straripante vittoria al Roland Garros sancisce la resurrezione del tennista spagnolo che, solo due anni fa, dopo una serie di infortuni, sembrava dover appendere la racchetta al chiodo.

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