Federico Buffa fa il cantastorie: Michael Jordan, il dio della pallacanestro

federico buffa racconta michael jordan“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” diceva Danny Boodman T.D. Lemon 900, protagonista del romanzo Novecento di Alessandro Baricco. E lui di storie ce ne aveva da raccontare.

Raccontare, a voce, senza immagini. E poi sedersi e ascoltare. Una storia raccontata oralmente è la forma più antica di intrattenimento, la più semplice, la più diretta, quella che racconta il nonno e che tutti ascoltano, anche i grandi. Non servono effetti speciali, microfoni, montaggi o registi, basta qualcuno che racconti e qualcuno che stia a sentire.

In un’epoca dove l’immagine istantanea, il flash, l’effetto speciale fanno da padroni (non è detto che ciò sia un male, è solo una constatazione), il palinsesto natalizio di SkySport è riuscito a tirare fuori dalla sua elegante soffitta la magnifica arte del raccontare. Il 25 dicembre a mezzogiorno, da tradizione, si gioca una partita della NBA, il campionato di pallacanestro statunitense. Sky trasmette la diretta, che per motivi di fuso orario va in onda alle 20.30. Prima della partita, l’avvocato Federico Buffa, telecronista ed esperto più di anedotti che di tecnica cestistica, ha dato sfogo alla propria vena da cantastorie e per 57 minuti ha raccontato Michael Jordan, il più grande giocatare di pallacanestro di tutti i tempi. Un’oretta scarsa in cui Buffa ha preso i telespettatori per lo stomaco, perché lui stava parlando e nessuno, anche se dietro un teleschermo, si sarebbe permesso di disturbarlo. Racconta tutto nei dettagli, la prima vittoria del titolo NBA, la tragica morte del padre che portò Jordan ad abbandonare il basket in favore del baseball (salvo poi tornare allo sport d’origine), le partite con Larry Bird, Magic Johnson, Charles Barkley e tanti altri.

Buffa si sofferma in particolare su alcuni aneddoti. Jordan, da sempre insonne, la sera prima di una gara5 di playoff a Park City, la Cortina d’Ampezzo degli USA, alle 10 vuole una pizza, e “se Michael vuole una pizza, gliela devi portare”. Alle 4 Michael chiama un compagno di squadra: “Sto morendo”. È riverso sul pavimento, piegato in due dai dolori, dopo aver vomitato tutta la pizza mangiata poche ore prima. Nonostante l’intervento dello staff medico, alle 3 del pomeriggio dopo non si alza ancora dal letto. Alle 4 chiama un compagno di squadra:”Gioco”. “Ma come giochi? Non stai in piedi”.  “Voi portatemi al palazzo e io gioco”. In panchina è seduto, immobile, con l’asciugamano sulla testa. Alla chiamata dei quintetti si alza in piedi e gioca: segnerà 36 punti dominando la partita.E farà vincere la serie e il titolo NBA alla sua squadra. Anni dopo Jordan dichiarerà che tra le 3 e le 4 della mattina, lui si era immaginato tutta la partita, ogni singola azione, quello che avrebbe fatto lui e quello che avrebbero fatto gli altri. Quando aveva l’asciugamanto in testa, stava ripassando.

Federico Buffa ha ottenuto un risultato meravigliosa, dà un bell’esempio di come si debba fare televisione e di come a Natale non sia necessario trasmettere solo “La principessa Sissi” del 1955. E la cosa ancora più incredibile di Buffa è la capacità di coinvolgere anche chi per la pallacanestro non ha nessun interesse. Perché se un racconto è bello, tutti ti stanno a sentire.

Da vedere e rivedere su YouTube, ne vale la pena. Complimenti all’avvocato Federico Buffa.

di Francesco Galli

foto: sport.sky.it

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