Due Karamazov a Trieste: summit Letta-Putin e una città che va in tilt

PutinTrieste – La vigilia del vertice Letta-Putin scopre la modesta città di Trieste nella sua giornata ideale: il 25 novembre, l’ultimo artiglio di Italia prima dei Balcani è illuminato da un tiepido sole sferzato dalla Bora. La visione delle montagne, ricoperte da un cappello di neve sullo sfondo, è condita dalle onde del mare irrequiete nel golfo.

Ultima mattinata di libera uscita per i triestini: per ventiquattro ore a partire dalla sera, infatti, tutto il centro città sarà chiuso e adibito ad area giochi personale di Vladimir Putin. Potranno accedere ad esso soltanto autorità, forze dell’ordine e residenti muniti di pass; per ordinanza del Sindaco, invece, i negozi e i locali nella zona in questione saranno chiusi, una decina di linee di autobus deviate. Sarà paralizzata, in un giorno feriale, l’area nevralgica del capoluogo del Friuli Venezia Giulia, città non abituata ai grandi eventi.

Il summit tra Letta e Putin -sempre che la Bora non porti con sé qualcuno tra presidenti e ministri durante il saluto in Piazza dell’Unità d’Italia-  secondo le voci tratterà “di gas, ricerca scientifica, investimenti e portualità, ma non solo” e avverrà nel Palazzo della Regione e nella Prefettura, entrambe parte dell’area off limits, nella quale è possibile che i segnali dei cellulari siano schermati dai bodyguard moscoviti e dove il presidente russo sarà scortato da un ospedale da campo fai da te, nonché dall’auto personale capace di poter reggere sul tetto un carro armato e di resistere, all’occorrenza, ad un attacco nucleare di medio livello.

La nervosa mattina che precede l’incontro vede sfilare, proprio nella maggiore piazza cittadina, una parata militare: probabilmente le prove generali prima del grande giorno. Forse sono italiani, ma l’ordine asburgico degli uomini a passo di marcia e le pellicce, in questa atmosfera, ricordano l’Armata Rossa che ha dimenticato a casa i colbacchi.

La protesta contro le leggi omofobe sarà diretta, sull’aria del “Lago dei cigni”, dalle associazioni  Arcigay Arcilesbica Fvg, Certi diritti, Iris, Uaar e Jotassassina appena al di fuori della zona presidiata dall’intervento straordinario di esercito e forze dell’ordine.

Dunque, l’incontro tra due e così diversi fratelli Karamazov, Aleksej (Enrico Letta) e Smerdjakov (Vladimir Putin), forse passerà alla storia per la sua importanza, ma di certo i duecentomila e più triestini non dimenticheranno facilmente la loro città completamente paralizzata in un giorno per tutti di lavoro, di scuola, di esigenze quotidiane.

di Giovanni Succhielli

foto: hqfansub.altervista.org

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