Danni cerebrali, alla Stanford li studieranno su una minicorteccia

artificial-cortexLa Stanford University (California) ci ha già sorpreso in passato con scoperte sensazionali come “Clarity”, la più importante tecnica di Neuronanatomia degli ultimi dieci anni, come sostenuto dal National Institute of Mental Health (NIMH), oppure con la messa a punto della Risonanza Magnetica Nanomolecolare che ha una capacità di risoluzione comparabile alle dimensioni delle grosse molecole proteiche. Stavolta cosa hanno “combinato” i nostri ricercatori ? Hanno messo a punto una minicorteccia cerebrale attraverso cui sarà possibile studiare innumerevoli danni neurologici. Ma cerchiamo di capire meglio.

Lo studio, multicentrico, è stato pubblicato sulla rivista Nature Methods (maggio 2015) con la partecipazione di molti dipartimenti dell’università californiana: dipartimento di Pediatria, Neurobiologia, Psichiatria, Farmacologia, Patologia, con l’università di Medicina della Corea e con la David Geffen School of Medicine. Una nota curiosa : secondo la rivista Forbes, Geffen, produttore discografico e cinematografico, è uno dei 400 uomini più ricchi al mondo, con un patrimonio che supera i 6 miliardi di dollari. Ha spesso adoperato le sue ricchezze per scopi filantropici, soprattutto nel campo della ricerca medica. Nel 2002 donò 200 milioni di dollari alla UCLA Medical School, che successivamente fu nominata “David Geffen School of Medicine at UCLA”, inoltre finanzia organizzazioni per la ricerca contro l’AIDS. (Fonte Wikipedia).Ma proseguiamo. Nella ricerca sono state utilizzate le cellule staminali. Le cellule staminali sono cellule primitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare. Sono oggetto di studio da parte dei ricercatori per curare determinate malattie, sfruttando la loro duttilità. Le cellule staminali possono essere prelevate dal cordone ombelicale, dal sacco amniotico, dal sangue, dal midollo osseo, dalla placenta e dai i tessuti adiposi.

Lo scopo del lavoro della Stanford non è quello di costruire un cervello umano ma quello di studiare i disturbi dei circuiti cerebrali, di osservare come comunicano le cellule nervose tra di loro attraverso strutture 3D cioè a tre dimensioni molto simili alla corteccia cerebrale.

Esattamente Sergiu Pasca, MD, della Stanford University (Palo Alto) e colleghi, descrivono questa nuova tecnica chiamata “sferoide come una tecnica di sviluppo tridimensionale di una coltura biologica. Questi sferoidi dunque si organizzano secondo l’architettura del cervello umano in via di sviluppo. Gli scienziati avevano precedentemente sviluppato neuroni differenziati da cellule staminali derivate da cellule della pelle dei pazienti. I neuroni si formano in strati e parlano tra di loro tramite reti neurali. Incredibile, siamo sempre al limite tra la scienza e la fantascienza…

Dr. Gherardo Tosi

Psicologo – Psicoterapeuta

00152 Roma

  1. mail : tosighe@libero.it

Foto: Sergiu Pasca, MD, Stanford University 

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