Cosa si nasconde dietro le pareti della tomba di Tutankhamon?

tutankMolto probabilmente esse nascondono altre due camere ancora inesplorate. Ne ha dato notizia il Ministro delle antichità dell’Egitto, Mamdouh el-Damaty, dopo che un sopralluogo di esperti di fama internazionale (condotto il 28 settembre), ha ipotizzato l’esistenza di due pareti all’interno della tomba del Faraone, nella Valle dei Re (nel sito archeologico codificato con la sigla KV62). “La parete occidentale e quella settentrionale della tomba potrebbero celare due camere funerarie”, ha dichiarato il ministro.

I risultati sono stati annunciati il 28 novembre durante una conferenza stampa a Luxor. Gli indizi e le anomalie termiche. Dopo due giorni di intensi rilevamenti (iniziati il 26 novembre) sono emersi dati significativi:

1) La misurazione del calore dissipato dalle pareti ha rivelato che esse non sono omogenee e ciò lascerebbe immaginare l’esistenza di spazi vuoti, quali appunto delle stanze.

2) Le analisi agli infrarossi hanno altresì fatto scoprire alterazioni strutturali delle pareti, che potrebbero essere dei punti di accesso sigillati in tempi diversi.

3) Anche le scansioni con il radar, condotte dal giapponese Hirokatsu Watanabe (73 anni), utili a misurare la velocità di propagazione delle onde acustiche in vari punti della costruzione, hanno confermato la presenza di spazi vuoti. L’esperto giapponese ha utilizzato il radar anche in Sudamerica per scoprire antichi monumenti.

Il verdetto

Le analisi sono state consegnate ad uno staff di esperti nipponici che a breve pronunceranno il verdetto. Se si avrà la certezza dell’esistenza di tali stanze, entro tre mesi vi si potrà accedere. Inizialmente verranno fatti piccoli fori per consentire l’accesso delle telecamere, poi si potrebbe aprire un varco.

Cosa si nasconderebbe nelle stanze?

L’archeologo ed egittologo Nicholas Reeves, dell’università dell’Arizona, sospetta che in una delle stanze possa essere sepolta Nefertiti, la matrigna di Tutankhamon, teoria avversata da altri colleghi che ritenevano di averla identificata nella mummia KV35 (trovata nel sito). Dopo la sensazionale scoperta tuttavia anche gli scettici hanno dato credito alle teorie di Reeves. Altri esperti ritengono invece che nella stanza potrebbe trovarsi Kiya, la vera madre del Faraone.

Quel che è certo è che se davvero esistono le stanze ci troveremmo davanti ad una delle più importanti scoperte archeologiche del secolo. Watanabe e Reeves hanno cominciato a collaborare 15 anni fa, sempre nella Valle dei Re. Per eseguire le scansioni in verticale, Watanabe ha dovuto riadattare un radar di fabbricazione giapponese. Il corpo e l’antenna dei radar sono stati montati su un carrellino con ruote per consentire gli spostamenti. Per verificare l’efficacia del meccanismo, è stata dapprima esplorata la tomba KV5 di cui si conoscevano le cavità. Adesso non ci resta che aspettare pazientemente l’esito delle indagini nella speranza di trovare qualche misterioso tesoro.

di Simona Mazza

foto: focus.it

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