Conclave: dalle 16:30 i porporati riuniti per scegliere il nuovo Papa

porporatiOggi pomeriggio le porte della Cappella Sistina si chiuderanno e inizierà il Conclave. Ricordiamo che i porporati sono riuniti  dal 4 marzo nelle stanze dei Sacri Palazzi a Città del Vaticano, per le assemblee plenarie che si concluderanno con il l’elezione del nuovo Papa.

I dieci giorni di dibattiti nell’aula del Sinodo, per un totale di 160 interventi, sono serviti a mettere a fuoco le visioni di due vaste aree di pensiero dalle quali uscirà (prima di domenica) una sintesi elettorale e all’elezione di un Papa capace di rappresentare l’unità, infondere linfa nuova e nello stesso tempo garantire il cammino fatto finora dalla Chiesa cattolica.

La prima fumata è attesa per le 20, ma sarà nera- come spiega il portavoce della Stampa vaticana, Padre Lombardi- il primo scrutinio serve per testare i “papabili” e relativa consistenza numerica in termini di voti.  Si tratterà di un test fondamentale per delineare le posizioni dell’elettorato, ma tutto resterà dentro le Sante mura. Gli elettori assicurano che entro giovedì si avrà il successore di Ratzinger e da domani si terranno 4 scrutini al giorno- due al mattino, due alla sera- fino all’elezione.

Alla prima Congregazione Generale hanno partecipato 115 cardinali e l’aula del Sinodo è stata isolata per impedire qualsiasi comunicazione con l’esterno che potrebbe in qualche modo far trapelare notizie o semplici indiscrezioni sul futuro Vicario di Cristo. Per garantire la riservatezza è stato inoltre posto sotto sorveglianza l’intero tragitto degli elettori, su cui sono state poste telecamere e microspie “la gabbia di Faraday”-

L’ultima Congregazione è terminata ieri col l’intervento del cardinal Bertone , presidente della Commissione di Vigilanza sullo Ior, che ha parlato appunto della banca, travolta dagli scandali  per sospetta violazione della normativa antiriciclaggio.

La Curia italiana intanto ha vinto una delle sue battaglie contro quelle straniere riguardo alla tempistica del Conclave: mentre quella nostrana chiedeva di accelerare i tempi ( temendo forse l’esplosione degli scandali del Vatileaks ), quella estera reclama una discussione pre-conclave.

Secondo indiscrezione i sostenitori di un Pontefice italiano ( l’ultimo fu Albino Luciani nel 1978) o europeo si sono mostrati accondiscendenti per la scelta del 265 successore di Pietro in un continente diverso.

Riguardo al Conclave, due cose sono saltate da subito agli occhi: la prima è che non c’è un candidato “forte”  capace di coagulare subito 77 voti (ma almeno una dozzina di tiepidi probabili)  e l’altra è che ci troviamo di fronte a due “partiti” ideologici, quello dei “pastori” e quello “romano” entrambi conservatori a dire il vero, che se da un lato convergono riguardo alla non negoziabilità dei principi, divergono  sulle riforme istituzionali.

I “pastori” chiedono una riforma che porti a una maggiore trasparenza nella Chiesa, meno istituzionalizzata di quanto non sia ora, mentre i “romani” capitanati da Sodano e Bertone, auspicano un centralismo romano e il mantenimento dello status quo.

Ma veniamo ai candidati in “pole position”- In totale sono 12, ma i favoriti sono quattro: Angelo Scola, Odilo Scherer, Marc Ouellet e Sean Patrick O’Malley.

Scola tra tutti, è l’italiano più conosciuto e ammirato. E’ un teologo di grande spessore, un filosofo ed è stato rettore universitario .il cardinale è soprattutto famoso per il percorso di dialogo con le altre religioni, tant’è che Il mondo islamico (sciita e sunnita) così come le realtà ortodosse e protestanti lo considerano un interlocutore prezioso e affidabile.

Scherer– E’ uno dei favoriti di Ratzinger. Si tratta di un brasiliano che parla e ragiona come un tedesco ed  ha lavorato in curia per anni come collaboratore del cardinale Re. Ora a San Paolo governa una diocesi di 10 milioni di persone

Ouellet – anche lui è un ratzingeriano  e un amico personale di Benedetto XVI. Il cardinale franco canadese è famoso per le sue pessime doti comunicative e sebbene il fratello sia stato condannato per pedofilia, i cardinali non ritengono che possa costituire un elemento deterrente per non votarlo.

SEAN PATRICK O’MALLEY – ha 72 anni è poliglotta e ha una visione globale della Chiesa . Ha fatto del dialogo un tratto distintivo del suo governo prima nella diocesi di Venezia e poi a Milano. Lo sosterrebbero molti italiani, diversi africani ma anche tanti europei e sudamericani, circa una quarantina di voti. Secondo i detrattori tuttavia il carattere burbero non giocherebbe a suo vantaggio.

TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK – se da un lato è rigoroso in campo dottrinale, è aperto su quello sociale ed è per questo che ha spesso si è scontrato con il governo per chiedere maggiori tutele per le classi deboli.

A loro sfavore di un Papa americano tuttavia giocherebbero gli effetti collaterali  sulle comunità cattoliche nei Paesi arabi.

Voci insistenti lascerebbero trapelare che per Il 21 marzo avremo il Sommo Padre,  dato che il cardinale Re (decano nella Sistina) ha confermato all’abate di Montecassino che sarà nell’abbazia per San Benedetto, una celebrazione importante alla quale prendono parte ambasciatori e personalità varie.

di Redazione

foto: melty.it

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