Chiostri di Roma, gioielli nascosti del Medio Evo romano

chiostri roma

Chiostri di Roma. Tra i tanti gioielli che adornano la Città Eterna, i chiostri medievali sono i più nascosti. Realizzati per la vita monastica, difficilmente sono oggetto di visita da parte dei milioni di turisti e degli stessi Romani. Ma una volta visitati destano stupore per la loro bellezza. Non confondiamoli infatti con i quadriportici che danno ingresso alle Chiese. I chiostri sono luoghi appartati dove i monaci si ritirano per passeggiare, leggere e pregare. Ancora oggi emanano un senso di pace e di tranquillità estrema.

La stupefacente fattura dei chiostri medioevali romani è ricondotta alla scuola dei Cosmati. Trattasi una famiglia allargata di marmorai ai cui sono attribuiti anche i pavimenti delle chiese romane dell’epoca. Quegli splendidi tappetti di marmo realizzati con minuscole tessere colorate, a formare incantevoli arabeschi. Ma anche cibori, altari, candelabri, recinti, amboni e cattedre.

Alla scuola dei Cosmati appartennero i Vassalletto. Di questi Pietro, attivo nella seconda metà del XII secolo fu il loro maggior esponente. Furono i Vassalletto a dedicarsi alla realizzazione dei più bei chiostri di Roma. Quelli successivi al “Sacco” operato dai Normanni nel 1084. In tale triste evento, molte chiese furono distrutte e con loro i primi chiostri dell’alto medio evo. Grazie ai Cosmati e ai Vassalletto furono ricostruiti più belli di prima.

Chiostri di Roma, San Lorenzo fuori le mura

Il più antico dei chiostri medioevali tuttora in essere è quello della Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Fu infatti commissionato da Papa Clemente III, che salì al soglio pontificio subito dopo il “Sacco” del 1084. Chiostro e nuova basilica facevano parte di una cittadella fortificata (Laurentiopolis) a difesa dell’intero complesso. Vi si accede passando per la sacrestia ottocentesca. Siamo ancora all’epoca dei primissimi Vassalletto che, in questo caso, dettero prova di grande misura e sensibilità.

Effettuarono infatti un reimpiego di materiale della precedente basilica costantiniana. Sulle colonne ioniche, con le scanalature che si avvitano intorno al fusto, non ci sono decorazioni. Le colonne singole e doppie, sormontate da capitelli, sorreggono un elegante architrave. Al di sopra c’è ancora un piano sopraelevato con aperture colonnate che ripetono la configurazione delle precedenti. La struttura è stata ampiamente restaurata dai danni del bombardamento del 1943. Sotto il portico si conservano epigrafi catacombali, sarcofagi, resti di sculture antiche e frammenti ritrovati durante gli scavi.

Chiostri di Roma, Santi Quattro Coronati

Quasi contemporaneo al Chiostro di San Lorenzo è quello dei Santi Quattro Coronati. È un’appartata basilica-fortezza sul colle Celio che non resisté all’assalto dei Normanni. Il chiostro risale alla prima metà del XII secolo. Si presume che sia stato realizzato da tale Pietro de Maria, attivo però nella seconda metà del secolo. L’opera segna comunque l’evoluzione del chiostro medioevale. Propone infatti la decorazione a mosaico, che compare per la prima volta, anche senza le lumeggiature tipiche dei Cosmati.

È formato da quattro corridoi, originariamente a un solo piano e coperti da un tetto ligneo. Poi sono stati sopraelevati da un secondo piano. Occupano un’area leggermente trapezoidale, intorno a un giardino all’aperto. Le pareti traforate da arcatelle che danno sul giardino, invece, formano un rettangolo quasi perfetto. Esso è costituito da basi poggianti su 96 colonnine binate e 10 pilastri di marmo posti agli angoli e al centro di ciascun lato. In mezzo al giardino sorge una suggestiva fontana.

I capitelli binari e le basi binate dispongono di foglie protezionali. La doppia ghiera delle arcatelle appartiene alla tradizione medioevale romana. I pilastri sono decorati da paraste binate scanalate e rudentate. La cornice è formata da filari di mattoni alternati ad altri due fìlari. Il primo di denti di sega e il secondo di mensole di marmo intervallate con formelle di mosaico cosmatesco. Anche questo porticato presenta antichi marmi di spoglio e frammenti di epigrafi. Il chiostro non è aperto al pubblico.

Il chiostro più grande di Roma, San Giovanni in Laterano

Il più grande chiostro medioevale di Roma (36 metri di lato) è quello di San Giovanni in Laterano. Sostituisce uno precedente realizzato quanto meno già nell’VIII secolo. Un anziano Pietro Vassalletto iniziò a lavorare alla sua ricostruzione sul finire del pontificato di Innocenzo III (1198-1216). Il figlio Pietro proseguì l’opera durante quello di Onorio III (1216-1227). Li completò durante il pontificato di Gregorio IX (1227-1241), come risulta dall’iscrizione sul fregio del porticato.

Il quadriportico, dal cromatismo musivo arabo-bizantino, ha cinque arconi per lato. La pentafora inclusa in ciascuno di essi apre 125 archetti a tutto sesto sorretti da colonnine binate tortili. È questo l’elemento architettonico caratterizzante dell’opera. Le colonnine, non uniformi, sono a vite, lisce, a volte percorse da mosaici. Altre volte spezzate da strisce ad angolo. Sostengono esili arcatelle su capitelli diversi, ricchi di motivi intagliati. Al di sopra vi è un secondo loggiato ad arcate.

In due lati le basi sono di tipo attico doppio. Semplici negli altri due lati. Leoni stilofori sono a guardia dei passaggi. Nei lati interni la trabeazione è arricchita nella cornice da un fregio a mosaico e da teste ferine intagliate sulla grondaia. Un’iscrizione musiva corre sugli archivolti, tra motivi di porfidi, serpentini e teste di leoni collegati da fregi e maschere a rilievo.

Il chiostro di San Paolo fuori le mura ‘gemello’ di quello di San Giovanni

Iniziato nel 1205 e terminato nel 1235, il chiostro di San Paolo è opera attribuita ai Vassalletto. Pietro Vassalletto, d’altronde, aveva già realizzato il candelabro monumentale posto all’interno. Chiostro e candelabro, fortunatamente, non furono distrutti nell’incendio del 1823 che devastò la Basilica. L’iscrizione metrica latina lungo la trabeazione di tre lati, illustra la funzione del chiostro. Recita: «Questo luogo decorato con tanto splendore, raccoglie sante milizie. Qui studia, legge e prega la famiglia monastica».

“Gemello” di quello lateranense, è però leggermente più piccolo (32,5 metri di lato). Attorno alle quattro aiuole del ben curato giardino si snodano gli ambulacri delimitati da un basso podio. Altrettante splendide fughe di colonne di marmo, alcune bianche, erette su un podio marmoreo reggono gli archi dei quattro ambulacri. Su esse si erge l’epistilio ornato di magnifici mosaici.

Il chiostro è limitato in alto da una cornice di marmo bianco con teste di leoni, buoi, capre ed altri animali. Dalle loro bocche esce l’acqua piovana. Non ce ne vogliano i padri lateranensi ma a noi questo chiostro sembra ancora più suggestivo di quello della loro basilica. Sono le lumeggiature dei mosaici, qui ancora più intense, a far la differenza.

Chiostri, San Cosimato ed altri

Anche il rione Trastevere possiede un meraviglioso chiostro medioevale. Si trova nella Basilica di San Cosimato, oggi quasi una dependance della Clinica Città di Roma. È stato realizzato tra il 1230 e il 1240. Ha forma quadrangolare ma irregolare, con i due bracci maggiori che superano i 40 metri. Quelli minori sono invece più corti e la superficie complessiva non supera quella dei due chiostri precedenti.

Originariamente le gallerie correvano in maniera continuativa, senza alcuna interruzione. La realizzazione del piano superiore costrinse ad effettuare vari lavori di consolidamento. Molti archetti vennero così murati ed altri furono sostituiti da pilastri in muratura. Ora i lati maggiori del chiostro presentano sette campate. Comprendono una serie di tre o quattro archetti, inquadrati da due pilastri. Gli archetti, a doppia ghiera, sono ancora sostenuti da colonnine binate, prevalentemente antiche.

A Roma esistono anche altri due chiostri rinascimentali. Quello di Santa Maria della Pace, detto “del Bramante” (XV secolo). E quello “michelangiolesco” di Santa Maria degli Angeli. Non possono però essere considerati medioevali e tanto meno “cosmateschi”. Esulando dal presente tema li descriveremo in un prossimo articolo.

Foto di Mariusz Matuszewski da Pixabay

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.