Storie romane di altri tempi: la Torre della Scimmia

torre scimmia

Camminare per Roma a testa in su, regala scenari che meritano approfondimenti

Passeggiando per la centralissima Via della Scrofa, a pochi passi dal Pantheon e da Piazza Navona, si incrocia Via dei Portoghesi nota ai più per la presenza del settecentesco Convento di Sant’Agostino, oggi sede dell’Avvocatura di Stato.

I tanti turisti che in ogni periodo camminano per questa strada, le auto senza sosta che la attraversano, le tante botteghe e i ristoranti che rubano lo sguardo, forzano i passanti a tenere lo sguardo ad altezza d’uomo.

Però è alzando gli occhi che si scopre una particolarità che racconta una storia romana di altri tempi: quella della Torre della Scimmia e del Palazzo Scapucci.

Una storia che proviene da un lontano passato

torre scimmia
Dettaglio del cortile interno del palazzo

La Torre della Scimmia è di origine medievale ed è annessa al Palazzo Scapucci che prende il nome dalla famiglia che lo abitò nel XVI° secolo.

Le merlature della Torre sono probabilmente risalenti al 1400.

Alla base del palazzo c’è un negozio di barbiere che vediamo spesso in questo periodo sulle TV nazionali nella pubblicità di una nota marca di prodotti per la barba.

Ma l’attrazione della via e l’incredibile tradizione che contraddistinguono questo luogo, si riferiscono ad una madonnina posta lassù, sulla cima della Torre.

La legenda della Scimmia secondo il racconto di Nathaniel Hawthorne

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La statua della Madonna con la lampada votiva

Il romanziere americano Nathaniel Hawthorne racconta di una storia davvero particolare avvenuta in questo edificio.

Si narra che la nobile famiglia Scapucci che abitava lo stabile, aveva da poco avuto una bambina.

Nella casa viveva una scimmia, vivace ed interessata alla vita quotidiana della famiglia e piena di attenzioni per la neonata.

Un giorno, chissà se per gioco o per dispetto, prese la bimba in un attimo di disattenzione dei genitori e lo portò in cima alla Torre.

Facile immaginare la disperazione dei nobili alla vista di questa scena che si sarebbe potuta trasformare in una terribile tragedia.

Arrivati a questo punto della storia, vengono riportati due diversi finali, entrambi a lieto fine: nel primo il nobile con un fischio che per la scimmia significava uno specifico ordine, riuscì a fare in modo che l’animale riportasse la bimba nel palazzo, tra le braccia dei genitori; in una seconda versione, solo le preghiere dei nobili e un voto alla Madonna riuscirono a salvare la vita della bambina con la scimmia che miracolosamente riportò la neonata alla sua culla.

Fatto sta che, indipendentemente da come la situazione si evolse veramente, la famiglia dei nobili decise di installare una lampada perpetua, in memoria del voto fatto alla Vergine per la salvezza della bambina.

Una delle tante attrazioni della Capitale che non tutti conoscono

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Cortile del Palazzo con sarcofago romano

Questo articolo vorrebbe sollecitare la curiosità di tutti coloro, romani o turisti, che distrattamente passano in Via dei Portoghesi 18, di fermarsi per un attimo e sollevare lo sguardo fin lassù, sulla Torre.

Qualcuno riuscirà magari ad estraniarsi per un attimo dai clacson e da vociare della strada e a calarsi nell’atmosfera dei tempi in cui una scimmia… fece la storia in questo luogo.

E se saranno fortunati, avranno la possibilità di trovare aperto il portone di ingresso, come è capitato a chi scrive, e respirare l’atmosfera di un palazzo senza tempo e di un cortile dove in bella mostra, un sarcofago romano ci racconta della Roma che fu.

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I campanelli di un palazzo del 1400

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