Chiesa: oggi più che mai urge avere il coraggio di dare una svolta a tutto ciò che rende il nostro cammino pesante e faticoso

paroladi DioForse non siamo abituati a vedere un Gesù reattivo ed impaziente; oggi, come abbiamo ascoltato, il Vangelo ci presenta un Gesù sdegnato; ma se per un momento lo è, forse in realtà tale irruenza è davvero necessaria! Santa irruenza che ci deve scuotere e farci mettere in discussione. 

Il tempio, infatti, casa di preghiera e abitazione concreta di Dio in terra è stato trasformato dall’uomo in luogo di mercato e di affari. Diremmo allora: niente di più meschino! all’epoca e anche oggi.

Il commento oggi a questa pagina insolita di vangelo viene da sé: la casa di Dio non deve essere luogo in cui il denaro e il mercato trovano la loro fissa dimora. Reazione, dunque, oltremodo giustificata quella di Gesù, che nel Tempio di Gerusalemme manifesta tutta la sua disapprovazione.

Ecco allora un primo messaggio per ciascuno di noi: anche noi dobbiamo cacciare via dalla nostra vita i tanti mercanti che con le loro voci indebitamente fissano la loro dimora nel nostro cuore. Scacciare dalla nostra quotidianità gli antagonisti di Dio che, come in un miraggio, ci mostrano una felicità che non esiste e che è solo irrisoria, effimera, passeggera.

Carissimi, a questo primo messaggio che il Vangelo oggi ci consegna deve seguire un accurato esame di coscienza, che serva a verificare il nostro cammino quaresimale che, con questa domenica, raggiunge la metà del suo percorso. Esaminiamo la nostra vita e lasciamoci amare da quel Crocifisso che vuole solo amore, che brama solo perdono e vuole conquistare a sé solo anime. Purtroppo oggi, distratti dalla fretta del fare, sviati dal chiasso e dal brontolìo di questa vita insoddisfatta è difficile mettersi sotto la luce di Dio e lasciarsi toccare dalla sua grazia; la forte tentazione di convivere con il male assale ciascuno di noi, carissimi fratelli e sorelle.

Santifichiamo le feste con la preghiera assidua e sentita? Dinanzi alle molteplici vicende, lieti e tristi della vita, consideriamo “la fede” come atto di credere nel Signore, con tutta la nostra mente, con tutto il nostro cuore, con tutte le nostre forze? È proprio da una fede vissuta in pienezza che scaturisce limpida la sapienza di Dio che non è la sapienza che segue la logica del mondo; sapienza, fra l’altro (II lettura), che dinanzi a Dio è solo stoltezza.

Quando ci accorgiamo di trovare difficoltà nel discernere la sapienza di Dio da quella degli uomini, rileggiamo e meditiamo il bellissimo passo che oggi la I lettura propone alla nostra meditazione; guardiamo alle dieci parole inscritte sin dall’eternità nel nostro cuore, guardiamo ai dieci comandamenti che mai potranno essere sostituiti o cambiati con le nostre mentalità che assecondano la bruttura del peccato. Le direttive della Chiesa di qualche decennio fa – se ricordate – parlavano di “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. No, miei cari! Oggi dobbiamo comunicare il vangelo, e non stancarci mai di farlo, ad un mondo che però “non vuole cambiare”; ad un mondo che non vuole ritornare alla sua prima origine, a Dio.

Oggi più che mai – ed ecco il secondo messaggio di questa domenica – urge avere il coraggio di dare una svolta a tutto ciò che rende il nostro cammino pesante e faticoso. Chiediamo con forza al Signore la grazia di poter purificare la nostra mente, il nostro cuore, le nostre labbra da tutto ciò che ci rende schiavi e miserabili di fronte alla grandezza del suo amore, che – lo vediamo – è un amore crocifisso, un amore che ha sempre le braccia allargate, braccia che mai potranno chiudersi al ripudio perché braccia e mani bloccate da chiodi ben fissi e ben puntellati.

Abbiamo questa grande speranza, come spesso ripeteva il nostro san Francesco: “Ritornate a Dio che sempre, sempre, sempre, ci attende a braccia aperte” e queste braccia aperte sono le braccia dell’orizzonte della croce; braccia che accolgono sempre anche i peccatori più incalliti e disgraziati. Scacciare dalla nostra quotidianità gli antagonisti di Dio (primo messaggio di oggi), fare pulizia nella nostra vita (secondo messaggio); ultimo messaggio che oggi ci viene consegnato è “riscoprire l’attenzione e la cura verso la casa di Dio”, la chiesa fatta di mura ma anche la chiesa fatta di cuori, luogo alto e privilegiato della presenza di Dio. Come dice il Salmo: “la gloria di Dio è l’uomo vivente”.

Aver cura della chiesa. La frequentazione del Tempio, miei cari, non dona sicurezza vera. Né la donano le belle, ricche e lunghe cerimonie. Non la dona il bel canto o i bei cori. Non la donano tutti gli altri riti, compresi i fiori e ogni altro abbellimento. Non la donano gli sfarzi e nemmeno le tante offerte votive che elargiamo per questo o quel Santo. Una sola cosa dona sicurezza: l’osservanza della Parola di Dio. Solo così, assieme a Gesù, possiamo riconsegnare al Tempio del Signore la sua verità. Si entra per amare Dio, si esce per amare il prossimo.

di P. Francesco M. Trebisonda, o.m.

Basilica parrocchiale Sant’Andrea delle Fratte

Santuario Madonna del Miracolo

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