Saranno Bayern Monaco – Real Madrid e Liverpool – Roma le due semifinale della Uefa Champions League 2017/2018. Due grandi sfide, piene di significati e ricordi storici, in particolare per i giallorossi che vorranno vendicare la sconfitta ai rigori della finale di Coppa dei Campioni del 1984.
Liverpool – Roma: la partita tatticamente più affascinante
Arrivati alle semifinali della competizione per club più importante del mondo, tutte le squadre sono ben attrezzate e ricche di talento. Ma Roma e Liverpool possono dar vita ad una doppia sfida davvero gustosa per gli amanti della tattica.
Squadre cortissime, pressing, verticalizzazioni, ritmi altissimi, gioco offensivo e tanto talento in campo, da Salah a Dzeko, da Firmino a Nainggolan, da Chamberlain a Perotti: un cocktail potenzialmente esplosivo per una doppia sfida spettacolare.
Il 4-3-3 come schema di partenza per entrambe le squadre con un’interpretazione simile in fase di pressing e difensiva ma un diverso modo di attaccare. La squadra di Jurgen Klopp viaggia sempre su ritmi altissimi, quasi frenetici con l’ossessiva ricerca della verticalizzazione veloce verso una delle tre punte. Le punte: il tridente titolare Salah-Manè-Firmino è composto da giocatori veloci (velocissimi, come l’ex giallorosso) ed estremamente tecnici. Con la partenza di Coutinho a gennaio verso il Barcellona, le prestazioni di questi ragazzi sono cresciute ancora di più riproducendo sul campo tutte le idee del proprio allenatore.
Cosa si inventerà Di Francesco questa volta? Contro il Barcellona l’intuizione della difesa a 3 che potrebbe riproporre proprio rivedendo la partita di ritorno dei reds contro il City di Guardiola. Il tecnico catalano doveva impedire che il palleggio della sua squadra fosse attirato al centro per essere schiacciato dall’intensità del Liverpool, come successo nella gara di andato. A inizio azione il City si schierava con una linea a 3 composta da Walker, Otamendi e Laporte che attirava e stringeva il tridente offensivo di Klopp e impediva a Salah e Mané di tagliare le linee di passaggio verso le fasce. Davanti alla linea a 3 si posizionavano De Bruyne e Fernandinho, che creavano così la superiorità numerica necessaria ad avanzare: dal centrocampo del Liverpool si alzava infatti il solo Milner, mentre Silva impegnava Oxlade-Chamberlain facilitando le ricezioni larghe di Sané. Wijnaldum, schierato mediano al posto dello squalificato Henderson, restava infatti in posizione. Per tutto il primo tempo il Manchester City ha guidato le danze mettendo in difficoltà il Liverpool che non ha nella fase difensiva il suo maggior pregio.
Nell’immagine si può vedere la disposizione tattica del Liverpool contro il City. Con una difesa a 3, Di Francesco potrebbe impedire il pressing in fase di costruzione e grazie alla bravura di due esterni come Florenzi e Kolarov potrebbe sfruttare il gioco sulle fasce e avere maggiore aiuto in fase difensiva rispetto a Silva e Sanè. Gli strappi di Nainggolan e Under potrebbero far male alla difesa dei reds lenta nei centrali e consentire un’adeguata assistenza a Dzeko cui spetterà il compito di finalizzare il gioco.
In fase difensiva scontata l’attenzione totale al tridente di Klopp. La difesa a 3 potrebbe consentire in questo caso maggiore rapidità ai recuperi difensivi di Kostas Manolas a patto che la squadra non perda la sua identità continuando a pressare in avanti e rimanendo corta. Il Liverpool va in difficoltà se pressato nella primissima costruzione dell’azione mentre diventa letale se i centrocampisti riescono a verticalizzare sugli esterni o negli “half spaces” tra le linee spesso occupati dai tre attaccanti.
Liverpool – Roma, la gara più attesa dai tifosi della Roma
I tifosi della Roma dai 40 anni in su ricordano bene quella notte, quella partita e quella delusione. Stadio Olimpico, la Roma Campione d’Italia in finale di Coppa dei Campioni proprio contro il Liverpool. Quel 30 maggio 1984 era tutto pronto per una grande festa, per issare la squadra giallorossa sul tetto d’Europa ma il destino riservò la più amara delusione per un tifoso: sconfitta ai rigori nello stadio di casa designato, proprio quell’anno, come sede della finale. Mai vendetta (sportiva) fu attesa tanto…
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