Carnevale: una maschera per sedurre

maschera_carnevale_2Il Carnevale è in assoluto il periodo più trasgressivo dell’anno . L’idea stessa di mettersi una maschera che non consente di essere riconosciuti sta a voler indicare simbolicamente il “tutto è concesso”.

La festa egizia di Iside, le dionisiache greche, i saturnali romani, la festa di Marduk contro il drago Tiamat , il Samhain celtico, solo per citare alcuni festeggiamenti analoghi all’odierno carnevale. In tutte questi eventi protagonista è il caos che precede la rinascita primaverile. Durante tutte queste feste si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza; in molti casi si trattava di veri e propri riti orgiastici e, nell’ultimo giorno, attraverso la distruzione del caos (il Re Carnevale, il drago, etc.) il tempo si rigenerava. maschera_carnevale

Il nostro Carnevale è meno simbolico ma non per questo deve essere meno divertente. Attraverso la maschera e il travestimento si può esprimere la propria natura e il proprio desiderio di trasgressione. Pizzi, merletti, lingerie, una maschera sul viso, un lungo mantello ed il gioco è fatto!

In quelle serate si può essere ciò che si vuole e noi donne abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, un unico obbligo: nessun pudore!

E per gli uomini, nessun suggerimento? No, la seduzione è femmina… loro possono solo subirne le conseguenze.

Ci sono feste in cui è vietato farsi riconoscere ed è consentito l’ingresso soltanto da soli e con la maschera indossata. Ma attenzione, se decidete di partecipare ad una festa del genere, sceglietene una lontana dalla vostra città per non rischiare di trovarvi a limonare con vostro cugino!

di Patrizia Calamia

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foto: mariannasantoni.com – leiweb.it

2 Risposte

  1. il bello in maschera

    Complimenti a Patrizia per l’acuta ed accurata analisi. La maschera sottolinea l’ambiguità di ciò che vediamo, ma non solo. Attraverso la maschera, proprio grazie a quest’ambiguità tanto ostentata, diviene possibile il miraggio dell’avvicinarsi, della comprensione. Alla trasparenza non viene data alcuna possibilità: anche se ne fosse plausibile l’esistenza, l’uomo non se ne curerebbe, attirato com’è da ciò che è misterioso. L’inganno della maschera dunque avvicina due corpi altrimenti distanti, due solitudini che s’incontrano attratte forse l’uno dall’inganno dell’altro, semplicemente. E sarebbe sbagliato, forse persino doloroso, cercare quale volto si nasconde sotto di essa, perché oltre la maschera, al di là di essa, nulla vi è da trovare.

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