Campionati del mondo: l’Italia oggi lotta per l’ oro

unnamed (2)Nella settimana mondiale che si concluderà questa sera,  gli azzurri hanno già vinto varie medaglie e sperano di concludere il bellezza.

I mondiali di Richmond, in Virginia, si aprivano con la cronosquadre. Gli americani della BMC si confermavano in casa loro ancora la squadra regina a livello mondiale della cronometro con il tempo di 42’07”.
Prova dai molti cambi di classifica, la BMC lottava fino al terzo intermedio con la Etixx-QuickStep giunta seconda a 12” dagli americani, ma nell’ultimo intermedio la BMC prevaleva con un’accelerazione vincente nell’ultimo tratto con il tempo finale di 42’07”. Terza classificata la Movistar, staccata di 31”.
Sugli scudi il capitano della BMC Rohann Dennis. Tre gli italiani medagliati: bronzo con la Movistar per Adriano Malori e oro iridato con la BMC per Daniel Oss e Manuel Quinziato.

La seconda da gara era la cronometro individuale Juniores femminile, conclusa con una netta supremazia delle ragazze statunitensi.
La medaglia d’oro andava  alla Dygert che concludeva  i 15  km di gara con il tempo di 20’18”.
In seconda posizione, distaccata di 1’05” la connazionale White.
Terzo posto per l’australiana  Hull, che concludeva la prova con 1’26” di ritardo. Non esaltanti le azzurre, giunte lontane dal podio, rispettivamente in diciottesima e ventitreesima posizione ad oltre 2′.

Podio: 1 Dygert 2 White 3 Hull

La terza gara era la  prova a cronometro per la categoria maschile Under 23. Ad aggiudicarsi la prova era  il danese Schmidt, che  fermava  le lancette sul tempo di 37’10”. La seconda posizione andava  invece al tedesco Schachmann che, autore comunque di una buona  prova, chiudeva con 12″  di  distacco dal vincitore. Il terzo posto del podio era  ad appannaggio di Kamna ( in foto) , che concludeva  la prova con 36″ di distacco dal vincitore. Rammarico per l’italiano Davide Martinelli che, per lunghi tratti della prova, avevo occupato la terza posizione virtuale del podio, lasciando sperare di poterlo trovare medagliato alla fine della prova.
La gara é risultata comunque molto tirata, con i primi sette della classifica raccolti in meno di 42″ di differenza, i primi 13 tutti in 1′; sul percorso sono andate via via peggiorando inoltre le condizioni climatiche, che hanno influito sulle prestazioni dei dei ciclisti, facendo registrare anche alcune cadute fortunatamente senza infortuni fisici.
Martinelli e Ganna hanno concluso la prova in dodicesima e tredicesima posizione, rispettivamente a  58” e 59″ dalla medaglia d’oro.

Podio: 1  Schmidt 2 Schachmann 3 Kamna

La crono Juniores maschile, quarta prova dei mondiali, sorrideva  alla Germania, che come da tradizione di categoria si confermava medaglia d’oro.
A conquistare l’iride era Leo Appelt, che concludeva la prova con il tempo di 37’45”.
In seconda e terza posizione giungevano   quelli che erano dati  come  favoriti,  gli statunitensi  Costa e Mc Nulty,  che pagavano il disarmante distacco di 17″ e 59″; distacchi dei primi dieci che si misuravano in minuti e che rimarcavano la potenza del teutonico Appelt, il solo Costa infatti riusciva ad avvicinarsi alla prestazione del nuovo campione del mondo Juniores a cronometro.
Male gli azzurri, fuori dalla top ten.

Podio: 1 Appelt 2 Mc Nulty 3 Costa

La quinta gara era  l’entusiasmante cronometro donne élite, che viveva su distacchi molto  elevati ma nati dopo frequenti e repentini cambi di vertice. Le atlete erano autrici di prestazioni di alto livello,  che davano enorme incertezza alle previsioni del podio finale,  che in uno degli ultimi assalti vedeva la Villumsen conquistare la prima piazza del podio di Richmond,  concludendo la prova con il tempo di 40’29”.  La Villumsen conquistava la vetta distanziando di 2’54” Anna Van der Breggen, il terzo posto andava alla tedesca Brennauer, che pagava 5’26” secondi di ritardo.
L’atleta della Nuova Zelanda conquistava  dunque la medaglia d’oro dopo una prova perfetta.

Podio: 1 Villumsen 2 Van der Breggen 3 Brennauer

La cronometro uomini, ultima prova a cronometro prima delle gare in linea, sin dai primi chilometri appariva molto incerta e propensa a proporre continui cambi di scena. Le prime prestazioni degne di nota erano quelle di Bialoblocki e del nostro Moreno Moser, i quali erano autori di due ottime prestazioni ed andavano ad occupare le prime due  posizioni del podio. Con il susseguirsi dei ciclisti aumentava la validità delle prove, ma i due riuscivano a mantenere le prime posizioni del podio. Un successivo colpo di scena si aveva quando uno dei favoriti, l’australiano Rohan Dennis, era costretto a cambiare bici per un problema meccanico che faceva perdere al ciclista molto tempo; l’incertezza dell’esito finale aumentava anche per  la prestazione altamente negativa del super favorito Tony Martin e Domoulin , i quali  ai primi intertempi aveva pesantissimi ritardi e, sul finale di gara superavano  abbondantemente il minuto di ritardo. Con il passare del tempo Coppel guadagnava la prima posizione provvisoria, con Castroviejo in seconda posizione; il nostro Moreno Moser scendeva in quinta posizione, mentre la lotta per l’oro  si accendeva intorno ai nomi di Kiryienka e del nostro Adriano Malori. A tre quarti di gara il distacco tra i circa 8″, con l’italiano che andava ad insediarsi in prima posizione provvisoria quando mancavano all’arrivo soltanto 4 ciclisti. Malori aveva iniziato la prova con meno grinta e più lentamente rispetto ai favoriti, aveva però  avuto una tendenza di forte recupero nella seconda parte di gara andando progressivamente ad aumentare il proprio ritmo e  a ricucire il gap con Kiryienka che nelle fasi finali di gara aveva comunque un residuo vantaggio che riusciva a mantenere fino al traguardo, insediamento sim prima posizione provvisorie relegando Malori ad un ottimo secondo posto provvisorio.
Kiryienka metteva dunque il sigillo su una carriera straordinaria, caratterizzata da stratosferiche prestazioni in qualità di passista e ottimi risultati a cronometro. Malori ( in foto) ritornava sul podio mondiale dopo l’oro vinto da Under 23, conquistando un argento mondiale dopo una prestazione di altissimo valore, riportando l’Italia professionistica sui più alti posti della classifica a cronometro. Il terzo posto era a sorpresa del francese Coppel, che risultava essere la vera rivelazione di questo campionato del mondo. Ottimo decimo posto per Moser, che ripaga la fiducia di Cassani e si lascia definitivamente alle spalle il suo periodo buio. L’Italia tornava sul podio élite a cronometro dopo 21 anni, rendendo il risultato di Malori un risultato storico.

Podio 1 Kiryienka 1h2’29”  2 Malori +9″ 3 Coppel +26″

La prima prova in linea era quella della categoria femminile Juniores,  vinta dalla Dygert. Era l’atleta favorita e riusciva a rispettare il pronostico. La statunitense  dopo il mondiale a cronometro,  conquistava  anche la medaglia d’oro nella prova in linea. La corsa rimaneva nelle prime fasi compatta salvo poi vedere il susseguirsi di attacchi personali a cui nel finale non riuscivano a rispondere le atlete principali. La Dygert nelle fasi finali riusciva ad imprimere un attacco solitario di rara potenza, riuscendo  a costruire  un importante distacco dal resto del gruppo.  L’azione della giovane americana la portava  a guadagnare  1’28”, risultando imprendibile dal resto delle inseguitrici. La statunitense riusciva dunque ad arrivare in solitaria sul traguardo, relegando alla seconda piazza Emma White, sua connazionale anchessa medagliata a crono. Più staccata, in terza piazza  arrivava la polacca Skalnjak, che  si avvantaggiava nelle fasi finali sulla testa del gruppo. La prima delle italiane era Elisa Balsamo che chiudeva  in sesta posizione, comunque autrice di una buona gara.

Podio: 1 Dygert 2 White 3 Skalnjak

La successiva gara era la prova iridata in linea della categoria Under 23 maschile. I primi 60 km di gara erano caratterizzati da molteplici tentativi di fuga, per la maggior parte da atleti alla ricerca di semplice visibilità. La prima azione degna di nota vedeva all’avanguardia infatti atleti africani provenienti da Eritrea Ruanda e  Algeria, oltre all’azione  di un portoghese.

Quando mancavano 90 chilometri alla conclusione della gara iniziavano i primi movimenti delle nazionali più importanti, con un gruppo di tre  corridori che aveva   preso una vantaggio circa 30″; nel gruppo erano presenti il cileno Rodriguez, l’irlandese Dunbas e  l’italiano Davide Martinelli che aveva la funzione di controllare eventuali attacchi più importanti.

Il gruppo controllava agevolmente il trio, solo il kazako Zemlyakov tentava di riportarsi sulla testa della corsa, guadagnando 20″ dal gruppo, ed in 10 km si riportava in testa alla gara formando un quartetto, in cui Martinelli rimaneva passivo, riservandosi di mettersi in azione se la fuga fosse divenuta importante ai fini della vittoria. La Germania guidava il gruppo quando i km al termine erano 80  ed il quartetto aveva 1’30” di vantaggio.

A 75 km il quartetto aveva 2′ dal gruppo, nel frattempo il tedesco Schachmann ( vice campione a cronometro 2 giorni fa)  aveva guadagnato 40″ dal gruppo e cercava di riportarsi sulla testa della corsa riuscendoci ai – 65 km dalla fine.

A 50 chilometri dalla fine si portavano a fare l’andatura in testa al gruppo la Repubblica Ceca ed il Belgio,  mentre in testa si staccava l’irlandese Dunbas, facendo si che la fuga si riducesse a quattro unità, il tutto a tre giri dalla fine.

All’inseguimento si gettavano Schmidt ( campione crono)  e Muller, mente la fuga perdeva terreno, ed aveva soli 40″ di gap a proprio favore: i due venivano ben presto riassorbiti.

A 30 km dal traguardo uno sfortunato Martinelli aveva problemi meccanici alla bicicletta proprio sul tratto duro in pavé e, alla penultima tornata, veniva riassorbito  dal gruppo; il vantaggio della fuga era comunque esiguo e ci si apprestava al ricongiungimento. Sfortuna doppia per Martinelli che era in procinto di tentare l’affondo personale, dopo aver preso parte passivamente a tutta la fuga.

Ai – 26 km la fuga aveva 15″ di vantaggio sul gruppo che aveva in testa un francese, davanti a tutta la nazionale italiana schierata, che comprendeva anche Martinelli il quale era riuscito a rientrare dopo aver cambiato la bicicletta.

Uno dei primi colpi di scena era il ritiro del danese Schmidt, uno dei più temibili avversari per la vittoria.

A 20 km dalla fine la fuga veniva ripresa e sul penultimo passaggio sullo strappo lungo in pavé la Danimarca si portava in testa lanciando all’avanti Andersen, che acquisiva 16″ di vantaggio: si entrava nell’ultimo giro, 15.7 km alla fine.

Andersen, pro dal 2016 con la Giant, potente cronoman e buon passista, si rialzava a – 13 km e veniva ripreso dal gruppo, potrebbe essere stata una prova per saggiare le gambe degli avversari.

A 9 km dalla fine il gruppo aspettava l’arrivo dei muri che avrebbero sancito l’inizio della bagarre per vincere l’iride, con l’Italia  posizionata al completo in gruppo, alle spalle degli austriaci che dettavano l’andatura.
Ai – 6 un polacco,  un tedesco e di nuovo lo storico Martinelli prendevano il largo sorprendendo il gruppo e prendevano 5″ di vantaggio quando a 5km dalla fine una caduta generale  per via della in centro gruppo rimescolava le carte, mentre il terzetto aumentava il proprio vantaggio approfittando della caduta.
Ai – 4 Martinelli attaccava da solo il penultimo pavé mentre un’altra caduta ( nel pavé)  bagnato faceva saltare un belga e Moscon. In testa rimanevano Martinelli, Turgis e Ledanois prima dell’ultimo strappo con 50 m sul gruppo.
Pioggia battente in molti tratti del  finale veloce che aumentava le difficoltà, in testa il francese  Ledanois che aveva all’inseguimento Turgis, un austriaco e Martinelli, il  gruppo inseguiva a pochi secondi.
Sul traguardo Ledanois vinceva l’oro  per 1 metro di vantaggio sull’italiano Consonni che guadagnava l’argento davanti al terzo di giornata, il francese Turgis, quarto Moscon.
Bravo il francese nel finale ad approfittare della sfortuna italiana, anche se la sua azione é stata davvero potente ed efficace.
Sfortunata l’Italia che frenata dai problemi meccanici si ritrovava secondo dopo aver corso da padrona la gara.

Podio: 1 Ledanois 2 Consonni 3 Turgis

La terzultima gara ai Mondiali 2015 di ciclismo si correva venerdì. In palio la prova in linea per la categoria juniores maschile, con un percorso che si estendeva su un circuito cittadino di 128.6 km.

Successo storico dell’austriaco Felix Gall, regalando la prima medaglia della competizione alla sua nazione.

In una gara condizionata dal maltempo, si formava un primo gruppetto di fuggitivi al secondo giro del percorso, con Julian Cardona (Colombia), Joey Walker (Gran Bretagna) e Bjorg Lambrecht (Belgio); questo reggeva fino al quinto passaggio, dove il gruppo rientrava.

Situazione di stallo senza particolari scossoni fino al penultimo giro, dove ad allungare è un gruppetto di sette corridori, compreso Felix Gall; mentre gli altri si sono ricompattati col gruppo, Gall sul tratto più impegnativo compieva uno scatto che gli faceva guadagnare più di 30” sul gruppo che si rivelavano decisivi per la vittoria. Nel finale l’austriaco veniva recuperato, ma nulla bastava per raggiungerlo, nonostante i vari tentativi, soprattutto dell’azzurro Nicola Conci, alla fine soltanto sesto al traguardo finale.

Secondo il francese Clement Betouigt-Suire che per poco non beffava Gall e terzo il grande favorito della gara, il danese Rasmus Pedersen. Quindicesimo l’altro azzurro in gara, Mattia Sobrero.

Podio: 1 Gall 2 Betouigt-Suire 3 Pedersen

Nella giornata di ieri, penultima giornata di gare,  era il turno delle donne, categoria élite. Prima parte di corsa che vive di scatti e tentativi di fuga, ben controllati e facilmente neutralizzati dal gruppo. La seconda parte del circuito, quella dei saliscendi e soprattutto del pavé, inizia a fare la differenza con il passare dei kilometri. Avviene tutto qui: si avvantaggiano 9 atlete, tra cui la Scandolara. Una volta riassorbite, ripartono di nuovo in due, Scandolara sempre presente. Inizia quindi lo show della Armitstead: si porta in testa al gruppo delle inseguitrici e non solo annulla l’attacco della coppia al comando, ma con il suo forcing screma il gruppo delle favorite. Anche la Cecchini, la Bronzini e un’immensa Scandolara sono costrette ad alzare bandiera bianca. Si arriva allo sprint: lucidità e tattica permettono alla Armitstead di coronare una stagione stupenda, che l’aveva già vista protagonista in Coppa del Mondo. La britannica è quindi campionessa del mondo, argento per la Van der Breggen, bronzo per la padrona di casa, la Garnier. Un grandissimo quarto posto per la nostra Longo Borghini. Appuntamento ad oggi pomeriggio  con la prova regina dei mondiali su strada, che assegnerà la maglia iridata di campione del mondo su strada nella categoria uomini élite, la massima espressione del ciclismo mondiale.

Podio: 1 Armistead 2 Van der Breggen 3 Guarnier

di Yuri Casciato

Fonte foto: FCI

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.