Calcio, in Spagna è già pronta la ripartenza

Come stiamo osservando da diverso tempo, le istituzioni politiche e sportive dei vari Paesi europei si stanno muovendo in direzioni differenti per ciò che riguarda il delicato tema dell’eventuale ripresa delle competizioni ufficiali, al momento in pausa per rispettare le norme per il contenimento del contagio da Coronavirus. La prima a prendere una decisione netta era stata, in questo senso, la Federcalcio olandese, che aveva annunciato la chiusura dei campionati di calcio e la conseguente decisione di non assegnare il titolo e di bloccare retrocessioni e promozioni.

Detto questo, anche dalle altre nazioni del continente stanno iniziando ora ad arrivare i provvedimenti in materia. In particolare la Francia ha, allo stesso modo, dichiarato conclusa la stagione calcistica in corso, direttamente attraverso le parole che il  premier Edouard Philippe ha pronunciato in parlamento, in occasione della presentazione del piano di riaperture che avverranno sul territorio nazionale a partire dalle prossime settimane.

“La stagione agonistica degli sport professionistici 2019/2020, in particolare quella del calcio, non potrà riprendere”, ha dichiarato il Philippe, aggiungendo che “gli eventi che riuniscono più di 5000 partecipanti non potranno essere tenuti prima di settembre”. Una presa di posizione chiara quindi, quella del governo transalpino, nell’ottica di evitare la ripresa delle attività sportive nelle quali è previsto stretto contatto fisico tra gli atleti e necessità di allenarsi in gruppo, come ovviamente il calcio, ma anche ad esempio il rugby, seguitissimo in Francia. “Si autorizzerà solo la ripresa dello sport su base individuale ma non dello sport collettivo”, è stata infatti la precisazione del premier, il quale ha perciò lasciato poco spazio a dubbi ed interpretazioni.

Spetta ora alle istituzioni calcistiche decidere se mantenere in vigore retrocessioni e promozioni dal campionato cadetto, in base alla classifica al momento della sospensione, con il PSG (che aveva 12 punti di vantaggio sul Marsiglia) già proclamato campione della Ligue 1 per la nona volta nella sua storia.

Discorso completamente diverso invece in Spagna, dove il primo ministro Pedro Sanchez ha aperto un consistente spiraglio per la ripresa delle competizioni, annunciando, durante il discorso per presentare la “fase 2” della gestione della pandemia nel Paese, la possibilità per gli atleti di allenarsi individualmente a partire dal 4 Maggio e di effettuare gli allenamenti di squadra nei centri sportivi a partire dall’11 Maggio. Se tutto dovesse andare nel verso giusto l’intenzione sarebbe quella di ricominciare a disputare le partite di campionato già nella prima metà di Giugno.

A confermare la volontà di tornare a giocare il prima possibile, ci ha pensato anche il numero uno della Liga, Javier Tebas, il quale ha espresso la sua idea in merito agli eventuali problemi che, secondo molti, potrebbero crearsi: “non capisco perché ci sarebbero più pericoli nel giocare a calcio a porte chiuse, con tutte le misure di precauzione, rispetto al lavoro in una catena di montaggio o nello stare su un peschereccio in alto mare”. Molto importante anche il tema economico relativo alle perdite che uno stop definitivo genererebbe per l’industria del calcio, che in Spagna come in altre nazioni (tra cui l’Italia) muove ogni anno un enorme volume di denaro. “Se alcuni settori dell’economia non avranno la possibilità di ripartire, rischieranno di scomparire. Questo potrebbe riguardare anche il calcio professionistico”, ha dichiarato lo stesso Tebas.

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