Bradley Cooper: recitare in American Sniper è stato un onore

bradleyParlando della sua interpretazione nel film American Sniper, pellicola uscita nelle sale il 1 gennaio e che ha già sbancato il botteghino, Bradley Cooper dichiara: “È stato un onore”. 

L’attore ha anche aggiunto, parlando del suo personaggio: “C’è qualcosa di speciale nel suo essere imperturbabile, in quello che comunicava attraverso i suoi occhi, nel suo essere gentile, ma anche complicato, ed è stata dura riuscire a fare quasi niente, ma allo stesso tempo affidarsi al fatto che le mie più profonde emozioni venissero lette dall’esterno”.

La genialità di un mito della cinematografia contemporanea capace di trasformare in eroe un cecchino dell’esercito americano prende vita in questo splendido film. Non è la prima volta che Clint Eastwood riproduce sul grande schermo la storia di un eroe dei nostri tempi, dalla protagonista di Million Dollar Baby, che decide di porre fine alla sua vita con l’eutanasia in seguito a un incidente sul ring, a Nelson Mandela in Invictus nella sua lotta contro l’apartheid.

Ma questa volta il regista di indubbio talento ha voluto mettere in scena la storia di grande coraggio di Chris Kyle, un cecchino delle U.S. Navy SEALs, Forze per Operazioni Speciali della Marina degli Stati Uniti, traendo spunto dall’autobiografia pubblicata con lo stesso titolo. Denominato “la leggenda”, Chris Kyle viene ritratto in questo film come un ragazzo patriottico dall’incommensurabile forza fisica e psicologica e dal coraggio da vendere. Fin da bambino si batte per difendere i più deboli, come quando protegge il suo fratellino da un bullo a scuola. Impara ad usare il fucile andando a caccia con il padre, il quale gli insegna che al mondo ci sono tre tipi di persone: le pecore, che hanno un atteggiamento remissivo, i lupi, che attaccano i più deboli per accrescere il loro potere, e i cani da pastore, individui di rara esistenza che sono pronti a dare la loro vita pur di proteggere i loro cari. Inutile dire che Chris Kyle è nato per essere un cane da pastore, visto che nel 1999, all’età di 25 anni, decide di entrare a far parte delle Forze Speciali statunitensi SEAL perché sentiva di voler fare qualcosa di utile per il suo Paese e parte in missione contro i terroristi nella guerra contro l’Iraq.

Gli anni passano, ma l’obiettivo di Chris rimane sempre lo stesso, difendere la sua famiglia, i suoi compagni e la sua patria. Tanto che prosegue la missione per dieci anni, mosso dall’infaticabile motivazione di proteggere o vendicare i compagni d’esercito uccisi dai terroristi. La storia d’amore con la moglie, interpretata dalla bellissima Sienna Miller, fedele e paziente compagna di vita pronta ad occuparsi dei loro figli mentre Chris è in missione, si fonde con una narrazione della guerra contro il terrorismo di Al Qaeda che lascia intravedere tutte le crudeltà e sofferenze che ne conseguono.

Il grande rimorso dell’attore protagonista è quello di non aver potuto conoscere di persona Chris Kyle. “Abbiamo avviato questo progetto pensando che lo avremmo realizzato mano nella mano con lui. Per cui gli parlai solo una volta al telefono, e lo feci per cercare di rassicurarlo riguardo a ciò che Hollywood avrebbe fatto della sua storia. Abbiamo fatto una bella chiacchierata, ma non mi sarei mai immaginato che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei sentito e che non sarei mai riuscito a incontrarlo. Per cui, quando fu ucciso in modo così terribile tutto cambiò”.

L’attore trentanovenne, che ha dovuto mettere su 20 kili di muscoli per entrare nelle vesti del cecchino americano, ha anche ammesso che non pensava sarebbe stato adatto per questo ruolo, anche se lo considera un vero onore. “Personalmente, temevo che non sarei riuscito a raggiungere questo obiettivo. È stato un onore poter immedesimarmi in questo personaggio, guadagnarmi la fiducia della sua famiglia, lavorare fianco a fianco con Clint Eastwood, il quale è una delle ragioni per cui ho voluto diventare attore”

Patria, famiglia, guerra e morte sono i temi principali di questa pellicola, ma soprattutto il finale inaspettato rende il messaggio principale che il regista cerca di trasmettere: l’importanza di dare un senso alla nostra vita e di avere il coraggio di combattere per i nostri ideali e continuare a farlo quando i nostri compagni sono in difficoltà, a costo di rinunciare a un’esistenza tranquilla nel tepore della nostra casa e l’affetto della famiglia. Essere un eroe di guerra significa anche dover scendere a compromessi, come essere costretti a scegliere tra sparare a un bambino con in mano una granata o salvare la vita ai propri compagni in pericolo.

Un film da vivere.

di Stefania Raucci

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