Volare in Codesharing tra vantaggi e criticità

Vi è mai capitato di comprare un biglietto aereo e, al momento dell’imbarco, leggere sul velivolo il nome di una compagnia diversa da quella con cui avevate prenotato?

Se avete fatto un cenno d’assenso allora anche voi avete sperimentato una delle pratiche più diffuse degli ultimi anni: il Codesharing.

Ma cosa vuol dire? Perché si usa? Quali sono i vantaggi? Cosa comporta per l’utente?

Non è sempre semplice riuscire a destreggiarsi tra le impervie vie che regolano il settore dell’aviazione civile ecco perché, in quest’articolo, cercheremo di spiegare i principali aspetti del volo condiviso.

Cosa significa Codesharing?

E’ un termine che indica una prassi che si è andata consolidando in seguito alla liberalizzazione del settore aereo.

In concreto si tratta di due (o più) compagnie che decidono di condividere un medesimo volo mettendo in comune i rispettivi codici.

La prima compagnia, denominata vettore marketing, si limita a reperire la clientela, pubblicizzando il volo come parte del proprio calendario, mentre la seconda, il vettore operativo, esegue in maniera esclusiva tutte le procedure di trasporto.

Quante volte abbiamo sentito dire “Volo Alitalia operato da Delta”?

Ecco. In questo caso la compagnia di bandiera italiana, che esegue la prenotazione, appone la propria sigla identificativa AZ sul volo della Delta Air Lines.

E’ dunque quest’ultima a operare materialmente la tratta con la sua flotta, il suo velivolo e tutte le politiche relative al bagaglio, il check-in, le tasse e le spese.

E’ sempre bene ricordare che le compagnie aeree sono obbligate a informare l’utente di quest’accordo, di solito evidenziando con un asterisco la dicitura “volo operato da”.

Quanti tipi di condivisione del codice esistono?

I partner commerciali solitamente decidono fra tre diversi tipi di condivisione del codice.

Scegliendo la modalità Block Space Codeshare, il vettore marketing blocca un numero stabilito di posti pagando un prezzo fisso alla compagnia operativa che, conseguentemente, esclude quel settore dal suo inventario.

Se invece si accordano sul modello Free Flow Codeshare, entrambi i vettori possono vendere qualsiasi posto comunicando fra loro in tempo reale le prenotazioni e l’inventario.

Infine, in base allo schema Capped Free Flow, la compagnia contrattuale può vendere liberamente i posti ma solo fino a un limite massimo pattuito.

Quali sono i vantaggi del Codesharing per le compagnie?

Il Codesharing è oggi una componente fondamentale delle principali alleanze aeree.

Basti pensare che Alitalia ha partnership di condivisione del codice con 41 vettori oltre a far parte dal 2009 di Skyteam, una delle intese più importanti dopo Star Alliance.

Questi accordi concedono molti vantaggi alle compagnie coinvolte.

Infatti il vettore contrattuale, affidandosi al Codesharing, può espandere il proprio raggio d’azione ottenendo una maggiore esposizione sul mercato e un guadagno parziale dalla vendita dei biglietti.

Così riesce non solo a coprire più rotte ma anche ad azzerare le spese che sono totalmente a carico della compagnia che opera la tratta.

D’altro canto anche il vettore operativo ottiene un profitto dall’accordo: riesce infatti a riempire l’aereo riducendo in tal modo i costi di gestione.

Cosa ci guadagna il passeggero?

Siamo arrivati al punto cruciale.

Ebbene anche il passeggero ricava una qualche utilità dal volo condiviso.

Certamente può godere di più tratte e di una maggiore frequenza del servizio ma, c’è da dire, che il vantaggio maggiore si manifesta in caso di coincidenze e scali.

Infatti il viaggiatore può prenotare un volo con scalo sotto un unico codice, risparmiando denaro ma anche tempo giacché non è obbligato a reiterare il check-in.

Inoltre, grazie alla collaborazione fra le compagnie, i voli sono sincronizzati in modo efficiente così, in caso di ritardo nella coincidenza, il rischio di rimanere a terra diminuisce sensibilmente.

Nel caso poi in cui i due vettori abbiano stipulato un accordo sui rispettivi programmi di fidelizzazione, il passeggero mantiene anche la possibilità di accumulare miglia.

Senza dubbio una grande convenienza.

L’utente può continuare a raccogliere punti su quelle tratte non offerte operativamente dalla propria compagnia.

In caso di disservizi a chi bisogna rivolgersi?

Il Codesharing, nonostante il frequente utilizzo, è stato criticato più volte dalle organizzazioni dei consumatori che l’hanno definito un meccanismo caotico e poco trasparente verso gli utenti.

In effetti non è raro che, in caso di disservizi, le due compagnie giochino allo scaricabarile sfruttando l’ignoranza del passeggero.

Viene dunque da chiedersi a chi l’utente debba rivendicare i propri diritti: al vettore marketing, con il quale ha stipulato il contratto di trasporto, o al vettore operativo che ha causato il disagio?

La Convenzione di Montreal del 28 Maggio 1999, tuttora vigente in materia e ratificata dall’Italia con L. 10 Gennaio 2004 n.12, risponde che il passeggero può decidere liberamente a chi rivolgersi.

Che sia solo a una delle compagnie oppure a entrambe, congiuntamente o separatamente, il consumatore è comunque tutelato dalla responsabilità solidale tra i partner commerciali, salvo il diritto di rivalsa di un vettore verso l’altro.

Ogni eventuale risposta fuorviante delle compagnie, volta a interporre ostacoli o ritardi, è del tutto illegittima e, nei casi peggiori, può arrivare a costituire una pratica commerciale scorretta.

Bisogna quindi prestare sempre attenzione al piccolo asterisco “volo operato da”.

All’apparenza può sembrare un dato trascurabile eppure è in grado di cambiare profondamente il contratto stipulato e persino l’intera esperienza di viaggio.

E’ importante che il passeggero conosca il complesso di diritti, vantaggi e procedure legati al Codesharing e sia pronto, in situazioni equivoche, a rivolgersi alle associazioni preposte.

Basta solo qualche piccolo accorgimento.

Buon volo!

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