
La Bibbia, custode di millenni di storia, offre un affascinante percorso attraverso le vicende di Abramo, il patriarca biblico, e il suo influente servitore Eliezer. Nel capitolo 24 del libro della Genesi, una missione di Eliezer, ordinata da Abramo stesso, scatena un enigma che svela le contraddizioni archeologiche della Sacra Scrittura. La chiave del mistero? I cammelli
Viaggio nei misteri biblici: uno strano gesto scaramantico?
Iniziamo esaminando da vicino il passo incriminato per capire come mai susciti tanto interesse.
“Abramo era ormai vecchio e avanti negli anni, e Yahweh lo aveva benedetto in tutto”, annuncia il versetto. La benedizione, spesso interpretata in termini di salute fisica, ricchezza, onore e potenza, solleva interrogativi quando collocata in un contesto più ampio.
Contrariamente all’immagine di un umile pastore di pecore, Abramo emerge come una figura nobile con un esercito, appartenente all’alta casta militare mesopotamica. Qui si pone l’attenzione, in particolare, su Eliezer, suo fedele servitore menzionato nella Genesi-15, originario di Damasco e destinato ad ereditare i possedimenti del suo padrone.
Il primo passo enigmatico giunge quando Abramo gli fa giurare di trovare una moglie per Isacco senza “attingere” alle figlie dei Cananei. L’invocazione a Yahweh nel giuramento è accompagnata da un gesto scaramantico? “Metti la mano sotto la mia coscia“. Un’espressione che, sebbene tradotta elegantemente, svela la sua vera natura, poiché la mano si sposta sotto i genitali.
Ma questo è solo un dettaglio…
I dieci cammelli per Isacco
La narrazione continua poi con Eliezer che, dopo il giuramento, parte per Aram Nacharaim (l’antica terra degli Aramei, riferito alla regione della Mesopotamia), alla ricerca di una moglie per Isacco. Il servitore porta con sé dieci cammelli e ricchezze.
E qui si aggiunge un altro mistero: i cammelli di Abramo.
Questo elemento ha da sempre catturato l’attenzione degli studiosi della Bibbia, in particolare di Mauro Biglino, traduttore di ebraico biblico al servizio della riscoperta delle Sacre Scritture, nonché autore di “I cammelli di Abramo” .
L’episodio riferito da Biglino, seppur apparentemente ordinario, si rivela un nodo intricato di curiosità e dibattiti, relativamente ai cammelli.
Secondo alcune scoperte archeologiche, la presenza massiccia di cammelli in Canaan, al tempo di Abramo, sembrerebbe impossibile.
Le domande sorgono spontanee: sono i cammelli la chiave per decifrare la veridicità storica della Bibbia? Oppure, potrebbe esserci un errore nelle interpretazioni moderne di questo antico testo?
Per sfidare la critica che mette in discussione la storicità della Bibbia, basandosi appunto sulla presunta mancanza di cammelli in Canaan al tempo di Abramo, esploriamo le analisi dettagliate di studiosi contemporanei.
Viaggio tra gli studi contemporanei
Il professor Mark Chavalas dell’Università del Wisconsin e il professor Martin Heide dell’Università Philips di Marburgo (Germania), offrono un approccio scientifico a questa controversia. Abramo non era originario di Canaan ma della Mesopotamia.
Come sottolinea Biglino “Partendo da questo presupposto appare quindi assolutamente errato chiedersi se al tempo di Abramo c’erano i cammelli in terra di Canaan: bisogna invece chiedersi se i cammelli addomesticati erano presenti in Mesopotamia”.
Citando prove archeologiche, essi indicano che in Mesopotamia, la terra d’origine di Abramo, i cammelli erano addomesticati e in uso come animali da trasporto molto prima del tempo del patriarca.
In pratica, le scoperte degli studiosi, rivelano che, al contrario delle affermazioni basate su anacronismi, la presenza dei cammelli nel contesto della storia di Abramo è più che plausibile. Da dove nasce la loro convinzione?
Evidenze archeologiche a sostegno
Placca di Eshnunna (Bassa Mesopotamia): risalente alla metà del terzo millennio avanti Cristo, questa placca mostra un cammello chiaramente addomesticato con un essere umano che lo cavalca;
Testo di Puzrish-Dagan (antica città della Bassa Mesopotamia , fondata nel xxi ° secolo aC. dal re Shulgi di Ur): il testo documenta la consegna di cammelli, indicando che erano già commercializzati in quell’epoca;
Testo di Nippur (città della Mesopotamia, sede del culto del dio sumerico Enlil): risalente al 1700 a.C., menziona il latte dei cammelli come fonte alimentare, indicando chiaramente l’addomesticazione di questi animali;
Sigillo con cammelli a due gobbe: un sigillo mostra chiaramente un cammello a due gobbe con due persone che lo cavalcano;
Sigillo di Alalakh (re di Alalakh e figlio di Hammurabi I): simile ad altre illustrazioni, questo sigillo raffigura cammelli come animali domestici che richiedono cibo;
Le prove archeologiche, provenienti da varie fonti e epoche, confermano che i cammelli erano effettivamente addomesticati in Mesopotamia ben prima del tempo di Abramo. Pertanto, il viaggio di Eliezer con i cammelli diventa un dettaglio plausibile, che rafforza la credibilità storica della Bibbia.
Un dibattito senza risposte
L’ esame della presenza dei cammelli nella narrazione di Abramo sfida insomma le interpretazioni superficiali e ci spinge a considerare la Bibbia, non solo come un testo sacro ma anche come una fonte storica degna di indagine.
La ricerca continua su diversi fronti, con occhi critici e curiosi.
Analizzando ogni passo con una mente aperta, ogni capitolo della Bibbia diventa un tassello intrigante di un puzzle storico che ancora oggi cerca di svelare i suoi segreti.
Fonte: Mauro Biglino “I cammelli di Abramo”
Foto di Wolfgang_Hasselmann da Pixabay
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