Venticinque anni: il momento giusto per mettersi in discussione

ragazza2Einstein diceva che “E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. [..]Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.” Ora che non si fa altro che parlare di crisi economica, crisi dei valori, crisi isteriche, manca solo una bella crisi esistenziale per riesaminare tutto e dare il giusto peso alle cose.

Si dice che l’adolescenza sia il periodo più difficile della vita, ma a 25 anni domande come “Cosa sto facendo? Qual è il mio obiettivo?” si fanno sempre più incalzanti e le insicurezze che prima ci confondevano ora ci fanno crollare. Potrà essere una bella gatta da pelare, magari anche un’irritante presa di coscienza, ma, se affrontate nel modo giusto, possono regalarci la chiave per il mondo degli adulti consapevoli.

Le tre domande che ci facciamo dopo i 25 anni (e a volte anche prima):

Perché rimandare?

E’ raro che ci sia davvero un “momento giusto” per fare qualcosa. La maggior parte delle volte non è altro che l’infallibile scusa per evitare responsabilità, una rete di sicurezza testata contro ogni evenienza per respingere la paura del fallimento lì dove noi pensiamo che debba stare: sepolta sotto una marea di altri pensieri quotidiani.

Proviamo a fare un piccolo calcolo: quanto preziosissimo tempo abbiamo speso fin ora rimandando in continuazione o aspettando che le cose succedessero da sole? Non è un buon risultato, giusto? Armiamoci di santa pazienza e di tanto coraggio: nel peggiore dei casi un errore ci guiderà sulla strada giusta.

Ho aspettative troppo alte/basse?

Nelle relazioni, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni, ci sono momenti in cui ci accorgiamo di essere troppo accomodanti, di accontentarci di poco quando invece potremmo avere molto di più. Chi di noi non l’ha pensato almeno una volta?

E’ l’istinto di sopravvivenza che ci urla a gran voce che il tempo passa e ci sono ancora tante cose da riesaminare prima di raggiungere la serenità. Forse è arrivato il momento di ascoltare quella voce: lasciatevi alle spalle le fantasie da bambine, che nulla hanno a che fare con la realtà, e concentratevi su quanto valete, su quanto avete sperato di ottenere, su quanto avete davvero lavorato per le cose a cui tenete.

Perché ho sempre bisogno di qualcuno?

Sentirsi isolati è una delle cose più brutte che si possano sperimentare. Non saper trovare il giusto mezzo tra la solitudine e il continuo bisogno degli altri è anche peggio. Ci fa sentire senza risorse, senza spina dorsale. Come se non riuscissimo a godere della compagnia altrui, ma solo esserne dipendenti.

A 25 anni cominci ad accorgerti di quanto siano veloci i cambiamenti, per questo è importante condividere serenamente il tempo con le altre persone, senza preoccuparsi di quanto sia normale. Ma imparate a stare da sole: il tempo da sole è prezioso quanto quello speso con gli altri, è il momento per conoscere se stesse, per mettere in ordine i pensieri. Comunque vada nella vita, noi stesse siamo una costante certa. Dobbiamo imparare a godere anche della nostra compagnia.

di Simona Scardino

foto: generazioneitalia.it

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