Il Sindaco di Roma Ignazio Marino, ma è solo colpa sua?

imageEttore Petrolini grande attore romano degli anni 30 rivolgendosi ad un cantante stonato commentava “ non è colpa tua che canti, semmai è di chi te fa cantà”.

Questa frase è applicabile perfettamente al Sindaco di Roma Ignazio Marino. Come ormai tutti lo hanno capito è completamente incapace di gestire un Città con problemi strutturali come Roma.

Ma è solo colpa sua? Anche parlando con chi gli sta vicino, tra i collaboratori, i commenti verso il Sindaco non sono certo lusinghieri, ma è anche vero che accanto a lui c’è uno staff assessori che comunque una voce in capitolo ce l’hanno.

E quindi, possiamo dire che Marino è un alfiere di una amministrazione capitolina completamente in default.

Che le casse del Comune di Roma siano vuote, dopo i grandi sperperi degli anni passati, è un dato di fatto, che le Municipalizzate ormai sono sull’orlo del fallimento, che tutto si diventato complesso e difficile rende Roma una Città che perde ogni giorno di più la connotazione di una Capitale moderna, una città che invece di andare avanti sembra ferma, o addirittura retrocede sempre di più.

Governare Roma è un impresa titanica, questo lo si sa, soprattutto in questo momento con una crisi economica a livelli mai visti.

I sindaci precedenti, sono sempre stati legati alla “politica” romana, nel senso che ne conoscevano tutti i meandri, tutte le problematiche, vivevano la città, sapevano quali erano i circoli sportivi dove il “lobbying” della capitale conta, dove si riunisce il famoso “generone” romano, e quindi erano in grado, nel bene e nel male di sapere come muoversi, in questa miriade di interessi che costituisce l’ossatura della realtà romana.

Marino non è romano, “è uno de fori”, come dice qualcuno, Roma non la conosce.

Marino ha vinto le “primarie” del Pd, contro un giornalista, David Sassoli, cosa può fare un giornalista nel ruolo di sindaco è un mistero ma vabbè, e poi, più per gli errori di Alemanno e della coalizione del centro-destra, che per suo merito si è trovato a fare il Sindaco di Roma.

Insomma grazie anche alla grande astensione di una fascia di elettorato, è riuscito a farcela.

Da quando si è insediato ha commesso errori su errori, basti pensare alla nomina del Capo dei Vigili Urbani, fino ad arrivare alla storia delle multe, passando per cervellotiche chiusure al traffico, dimostrando una assoluta incapacità non solo di decidere, ma anche di costruirsi una immagine meno “ridanciana”.

Un disastro tanto che gli stessi suoi sostenitori non vedono l’ora di sostituirlo con qualcun altro, pena sempre secondo i sondaggi di perdere le prossime elezioni.

Ma è solo colpa sua? Oppure il suo ruolo è quello di metterci la faccia, nascondendo in realtà una profonda incapacità della politica romana, di saper gestire una città complessa e disastrata città come la capitale?

Alla luce dei fatti pensiamo che la colpa sia più l’incapacità della politica in toto, che del Sindaco di qualsiasi sia il suo colore politico.

Sono anni ormai che la politica ha abdicato al suo ruolo, verso scelte economiciste, ovvero quelle di ingraziarsi le gradi lobbies dei centri commerciali, dei costruttori, abbandonando di fatto la direzione dello sviluppo della città e del benessere dei cittadini.

Un dato importante lo sta dimostrando l’abbandono delle periferie e favore di investimenti verso quelle zone di Roma dove si può fare “cassa” ovvero il centro storico.

Se prima le “periferie” erano un elemento importante per la “politica”, in termini di voti e di presenza dei partiti, adesso con la politica “virtuale” non interessano più di tanto, sono diventate luoghi lontani, dal centro del potere romano.

In una città enorme come Roma, che si continua ad estendere, cosa siano poi le periferie è molto difficile da stabilire, anche perché se si esce da alcune zone centrali, o vicine al centro tutto può essere considerato “periferia”.

Parafrasando una frase divertente di Rudy Garcia allenatore della Roma :”abbiamo messo la chiesa al centro del villaggio” forse l’urbanistica romana ha messo il “centro commerciale al centro di intere aree abitative” .

Quindi errori strategici nella programmazione della città, mobilità pubblica insufficiente se non inesistente, servizi scadenti, mancanza di presidi sanitari, per non parlare della sicurezza, rendono ormai interi quartieri luoghi difficili in cui vivere.

E’ evidente quindi che la colpa non è solo del Sindaco Ignazio Marino.

Con un’altra politica, con un sistema diverso di selezione dei candidati, ma soprattutto con una visione meno interessata agli interessi di bottega, ma verso i cittadini e verso la Città Eterna uno cosi non sarebbe stato eletto e con lui tutti quelli che dietro di lui si nascondono.

Risuonano con grande attualità le parole di Petrolini, mai così vere come in questo momento.

di Gianfranco Marullo

foto: partitodemocratico.it

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