Vecchi mestieri: artigiani digitali e lavoro manuale 2.0

Sempre più spesso si sente parlare di stampanti 3D, scanner e laser. Queste tecnologie, nate grazie alla potenza delle nuove tecnologie, hanno portato alla nascita di nuova figura professionale. Quella dei maker: un nuovo artigiano digitale che ha saputo rendere il lavoro manuale 2.0.

Chi sono i maker

I maker, o artigiani digitali, sono i promotori della teoria “do it yourself”, ovvero “fai da te”. Amano creare e realizzare prodotti nuovi con la tecnologia, da zero e con costi molto ridotti.

Altro aspetto che caratterizza gli artigiani digitali è la loro propensione all’open source, alla trasparenza. Tutto quello che realizzano o le conoscenze che raggiungono vengono condivise con tutti gli altri, in un’ottica tutta social di web collaborativo.

I maker creano semplici oggetti della vita quotidiana, come tavoli, sedie o abiti, tutto con l’uso di strumenti all’avanguardia come laser, stampanti, scanner e stampanti 3D.

I nuovi artigiani digitali hanno preso molto piede anche nel nostro Paese. D’altronde non poteva essere altrimenti visto lo slancio tutto italiano verso la creatività.

Come, però, spesso accade non ci sono molti luoghi di formazione per questo nuovissimo ambito dell’artigianato. Uno dei pochi è il The Fab sessions a Verona, dove si studiano le nuove tecniche di produzione tecnologica. Sono molti, invece, i laboratori per maker dove chiunque può realizzare il suo piccolo, grande progetto.

La Maker Faire

La fama dei nuovi artigiani digitali è diventata tale da portare all’organizzazione di fiere mondiali come la Maker Faire: “il più importante spettacolo di innovazione al mondo”. Questo progetto nasce nel 2006 nella zona di Bay Area di San Francisco; da allora è cresciuto di anno in anno arrivando anche in Italia. 

I maker sono la prova che l’artigianato è un’attività resiliente in grado di reinventarsi nel tempo: il futuro della nostra società dipende anche da loro.

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