“Metafora è quando parli di una cosa paragonandola a un’altra” spiega Neruda nel film Il postino. La metafora è tradizionalmente definita come un artificio poetico, una figura retorica di trasposizione. Parlare di metafore ci fa pensare al corredo di strumenti utilizzato da un poeta, eppure, alcuni studi di linguistica cognitiva hanno dimostrato che è molto più di questo, è qualcosa che ci tocca nel quotidiano.
La mente metaforica
La linguistica cognitiva nasce negli anni ’70 del secolo scorso, nell’ambito di studi che volevano affermare la non autonomia della lingua. Il linguaggio non è, secondo i cognitivisti, un sistema innato, ma è strettamente legato all’esperienza fisica. La struttura della lingua è quindi un riflesso dell’elaborazione della conoscenza corporea. I cognitivisti chiamano questo concetto “embodiement”, che possiamo tradurre come “mente incarnata”.
Le strutture cognitive scaturiscono dalle nostre percezioni sensoriali e dalla nostra esperienza nell’interazione con l’ambiente. Il pensiero che ne deriva è di tipo immaginativo, ossia lega i vari contenuti esperiti sotto forma di immagini. Tipico processo immaginativo è proprio la metafora. Insomma, secondo questi studi, la mente umana ragiona in termini di metafore.
La metafora concettuale
La metafora è uno strumento concettuale che ci permette di percepire la realtà in un determinato modo, cogliendo somiglianze fra diverse entità. Grazie a questa sua peculiarità, la metafora consente alla mente di andare anche oltre a ciò che percepiamo fisicamente; è grazie a tali caratteristiche metaforiche del nostro pensiero che riusciamo a formulare concetti astratti.
La nostra mente, per comprendere concetti astratti come tempo o azione, li paragona a qualcosa di più concreto, come un percorso fisico. A partire da questa associazione mentale, nascono espressioni metaforiche come “muovere i primi passi”, “fare un passo falso”, “arrivare in porto” relative alle fasi di un’azione, concettualizzata come un percorso.
Fra il dire e il fare
Molte metafore nascono nella nostra mente nella prima infanzia. Questo periodo viene chiamato periodo della “conflation” o combinazione, in cui le metafore si realizzano come semplici pattern che collegano concetti percettivi fondamentali (es. calore), ad altri non direttamente percettivi (es. affetto). La percezione fisica del calore si lega alla percezione non fisica dell’affetto. Da qui nascono espressioni metaforiche come “calorosi saluti, un abbraccio caldo, acceso di passione”.
Quando usiamo queste metafore, attiviamo mappature mentali fisicamente presenti nel nostro cervello. Esse ci portano non soltanto ad esprimerci in un certo modo, ma anche a comportarci in maniera conseguente a tale concettualizzazione.
Se una discussione viene concettualizzata come una guerra – per cui ci sono piani d’attacco, punti deboli, un vincitore e uno sconfitto – saremo portati a comportarci in un certo modo. Allo stesso modo, se il tempo è denaro, risparmieremo su di esso come un bene prezioso che non vorremmo sprecare. Le metafore influenzano il nostro comportamento.
Metafore a livello neurale
Narayanan ha proposto una teoria neurale che potrebbe dimostrare come durante il periodo della conflation le associazioni fra entità vengano realizzate tramite attivazioni neuronali simultanee ricorrenti. È grazie a questi collegamenti che nascono le metafore concettuali. Tale teoria proverebbe l’istanziazione a livello neurale delle metafore.
Le metafore attivate durante l’infanzia – le metafore primarie – non sono innate, ma apprese grazie alla coattivazione di reti neurali.
Una porta sulla mente
La metafora permette di rendere più efficace e comprensibile la comunicazione; e anche più persuasiva. Per questo motivo in alcuni ambiti, come la pubblicità, la politica o l’arte, si attinge a piene mani al deposito metaforico. Nella comunicazione politica, ad esempio, le metafore rispondono a schemi generici culturalmente condivisi.
Studiosi come Lakoff e Johnson hanno sottolineato l’importanza delle metafore, e ci hanno aperto gli occhi su quante espressioni metaforiche usiamo nella nostra quotidianità, senza neanche rendercene conto, e su come esse strutturino le nostre decisioni.
Metafore e poesia
Tuttavia, il luogo in cui la metafora rimane più attiva e in cui dimostra tutte le sue potenzialità, è sicuramente l’arte. La capacità straordinaria dell’arte, secondo alcuni, è quella di riuscire a intercettare i cambiamenti che avvengono in noi e nel mondo, nel momento stesso in cui essi avvengono. Un potere che si manifesta attraverso le metafore.
“Che volete dire allora – direbbe Massimo Troisi ne Il postino – che il mondo intero con il mare, il cielo, la pioggia, le nuvole, tutto è la metafora di qualcosa?”. La nostra mente metaforica rende il mondo metaforico. Studiando le metafore possiamo capire non soltanto il mondo che ci circonda, ma anche la nostra stessa mente.
Fonte foto: lamenteemeravigliosa.it
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