“Un passo alla volta. Un pugno alla volta. Una ripresa alla volta” è tornato Rocky Balboa

rockyCampione di incassi in USA il film “Creed nato per combattere “ Silvester Stallone non manca all’appuntamento della serie che lo ha reso famoso quella di Rocky Balboa.

Rocky è ormai anziano e gestisce un suo ristorante, lontano dalla boxe e dal ring, quando lo viene a trovare il figlio (non riconosciuto) di Apollo Creed, chiedendogli di allenarlo, per farlo diventare un campione.

Rocky tentenna ma poi accetterà e i risultati saranno più o meno scontati. Ma al di fuori della storia Stallone riesce a dare al personaggio di Rocky ormai anziano uno spessore notevole tanto da essere inserito nelle nomination agli Oscar.

Stallone non sarà considerato un grande attore, ma i suoi personaggi hanno fatto la storia di una cultura popolare, non solo negli USA ma nel mondo rappresentando, chi, non ostante le avversità riesce a combattendo a raggiungere i propri obiettivi.

Il personaggio di Rocky attraversa la storia americana, uscì quando gli USA festeggiavano il bicentenario della loro fondazione e chi meglio di lui riuscì ad interpretare il sogno americano quello che ognuno ha una occasione per arrivare in alto.

Poi famoso rimase il combattimento contro il pugile russo, costruito in laboratorio, (Dolph Lundgren), con la famosa frase “ti spiezzo in due” in piena epoca reaganiana. Poi la crisi economica, i falsi amici la rinascita e la caduta, il tentativo di insegnare qualcosa alle nuove generazioni.

Rocky racconta la vita attraverso uno sport duro come la boxe, dando comunque sempre una speranza di miglioramento ma solo a costo di grandi sacrifici.

Forse in quest’ultimo film siamo alla fine del mito. Stallone interpreta magistralmente un Balboa anziano, legnoso, ma mai come in questa interpretazione esprime una grande umanità, quella di un uomo che alla fine della sua vita, che non rinuncia a trasmettere i suoi insegnamenti e nello stesso tempo ad accettare anche le critiche.

Chi ama il personaggio di Balboa e Stallone non può perdere questo film che forse chiude un’epoca.

di Gianfranco Marullo

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