L’inutile bla bla bla

blablablaOggi voglio concorrere anch’io, come fanno ormai tanti presunti redattori sui vari social network, ad alimentare con le mie parole il calderone delle chiacchiere inutili che quotidianamente si riempie di verbosità pleonastica.

Dall’avvento dei social ma soprattutto dalla nascita di Facebook le parole dette e scritte da pseudo editorialisti, neo filosofi e pensatori di ogni fazione politica, credo siano diventate per lo più lettere alfabetiche vuote, senza peso.

Scrivere di argomenti diversi sono piene le pagine dei blog e le bacheche dei profili dei social ma trovare scritti interessanti è un pochino più difficile.

La tendenza di molti autori è quella di creare curiosità e fare sensazionalismo con notizie particolari, spesso però senza verificarne la veridicità.

Questo modo di scrivere che potremmo definire di clamore mediatico rende tutto postabile ma altrettanto opinabile. Difficile trovare notizie reali tra la miriade di stupidaggini che leggiamo quotidianamente sul web.

Perciò, se da una parte i social network hanno aiutato ognuno di noi a poter esprimere il proprio pensiero su i più svariati argomenti in maniera democratica e legittima e altrettanto pacifico che dalla nascita di internet è venuta meno la credibilità della notizia vera; quella che eravamo abituati a leggere sui quotidiani importanti, alla radio e alla televisione.

Negli anni settanta, ma forse fino agli ottanta, si sentiva spesso, soprattutto tra le persone più avanti con l’età, la frase “l’ha detto la televisione”, come se questa, a quel tempo, fosse la fonte unica di attendibilità. Oggi, mentre la televisione resta, insieme a giornali e radio, tra le fonti attendibili di veridicità, l’amara realtà è che non si può dire la stessa cosa per Facebook.

Il perverso percorso dell’audience mediatica dei social network, la famosa “kliccata” che fa crescere la visibilità, fa si che la notizia falsa (fake news), scateni gli utenti in frenetiche condivisioni distorcendo sempre di più non solo la notizia ma anche la percezione della realtà.

Diverso è il discorso per Twitter in quanto la limitazione dei caratteri lo rende meno appetibile ai beffeggiatori.

Concludendo, se internet con i suoi social ha reso tutti più liberi di esprimere i propri concetti senza interpretazioni e mediazioni giornalistiche, ha di fatto reso la comunicazione attuale meno credibile rispetto a quella del passato.

di Enzo Di Stasio 

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